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“ECCOMI”

"Avvenga per me secondo la tua parola"

di Sr. M. Camilla Pusterla icms

“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. (Lc 1,38)

È con questa risposta – che la Vergine Maria diede all’Arcangelo Gabriele al momento dell’Annunciazione – che il Signore ha accompagnato Fratel Diogo, Fratel Luìs e me, Suor Maria Camilla, a dire il nostro “sì”, sabato 21 settembre 2024, con la nostra Professione Religiosa.

Il “sì” di Maria, modello per ogni anima consacrata, è stato per noi luce, guida e forza per il nostro “sì”. Infatti, la risposta di Maria alla chiamata di Dio a divenire Sposa dello Spirito Santo e Madre del Verbo, ci ha mostrato che è nel pieno abbandono nelle mani di Dio che possiamo veramente donare tutto il nostro cuore e tutta la nostra vita a Lui. In fondo, la risposta di Maria all’Angelo è stato un grande atto di abbandono nelle mani del Signore. Lei non sapeva come Dio avrebbe compiuto in Lei i Suoi disegni, ma si è abbandonata pienamente, fidandosi di Lui.

Maria non ha contato sulle Sue forze, perché si riconosceva fragile e debole creatura, tanto che nel canto del Magnificat dirà che Dio ha guardato all’umiltà, alla piccolezza, della Sua serva. Proprio perché si riconosceva piccola, ha lasciato che fosse la Potenza di Dio a operare in Lei e con tutta la fede del Suo Cuore ha detto: “Avvenga per me secondo la tua parola”, come se dicesse: “Dio mio, fai Tu”.

Così, dopo aver ascoltato queste parole nel Vangelo, ci siamo inginocchiati davanti a Padre Luigi Luciano che, come rappresentante della Chiesa, ha accolto il nostro “sì” con cui abbiamo donato tutto il nostro cuore a Dio, in pieno abbandono alla Sua Volontà. Di fronte a una grazia tanto grande, cioè alla chiamata di Dio a divenire una cosa sola con Lui, io credo che non si possa fare altro che ringraziare.

Dio, che è tanto Grande e Perfettissimo, sceglie delle creature piccole e peccatrici per consacrarle a Sé e renderle Sue spose e lo fa con un amore totalmente gratuito e immeritato! Come si fa a non ringraziarlo?! Perciò spero che la gratitudine, che io e i miei confratelli Fr. Diogo e Fr. Luìs abbiamo nel cuore, non si spenga mai, perché possiamo saper sempre riconoscere che è tutto dono di Dio, per essere a nostra volta dono per tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino.

Pronunciare la formula della Professione Religiosa dura un attimo: eppure in quel momento sembra che il tempo si fermi e ogni parola cattura tutta l’attenzione del cuore. Fin da qualche giorno prima leggevo e rileggevo la formula, finché la sera prima della Professione mi hanno colpito in modo particolare le parole: “Mi affido con tutto il cuore alla vostra famiglia religiosa”. La nostra consacrazione religiosa ci ha inseriti pienamente in una Famiglia più grande.

La nostra Famiglia Religiosa è divenuta la nostra famiglia; quello stesso Amore che ci ha chiamati a divenire una cosa sola con Lui, ci lega in una maniera tutta particolare a quei Fratelli e a quelle Sorelle che ci ha donato e ci chiama a fidarci e ad affidarci con fiducia a questa Famiglia per custodire, far crescere e portare a compimento la nostra chiamata.

Io credo che questa sia una cosa bellissima! E per questa Famiglia, per tutta la Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, ringraziamo non solo Dio e la nostra Mamma Celeste, ma anche il nostro caro Padre Fondatore perché, se lui non avesse corrisposto alla chiamata di Dio, se non avesse avuto fede in Lui e se non avesse amato con amore di padre ciascuno di noi, sicuramente non saremmo qui. E questo clima di famiglia lo abbiamo percepito forte durante la celebrazione, dove sono stati presenti i Padri, le Suore e i laici da tutte le nostre comunità, persino da Fatima e dal Brasile, a cui si sono uniti spiritualmente anche coloro che non potevano essere fisicamente presenti.

Perciò ringraziamo di cuore Dio, la Vergine Maria, Padre Gino e tutti coloro che ci hanno accompagnato fin qui e ci affidiamo alle preghiere di ognuno perché possiamo sempre vivere in conformità al sì che abbiamo pronunciato.

 

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