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IL GIUBILEO DELLA SPIRITUALITÀ MARIANA: IN PREGHIERA CON LA BEATA VERGINE MARIA, REGINA DELLA PACE E MADRE DI SPERANZA

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”

di Patrizia Capone

Nell’ambito dell’Anno Santo 2025, l’11 e il 12 ottobre si è svolto a Roma, in piazza San Pietro, un evento straordinario: il Giubileo della Spiritualità Mariana; un evento al quale ho avuto la grazia di partecipare, insieme ad alcuni Padri, Suore, Fratelli, seminaristi e altri laici della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria.

Sabato 11 ottobre, in particolare, nel pomeriggio ci siamo ritrovati in piazza San Pietro, insieme ad una moltitudine di pellegrini in festa, laici e religiosi provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, appartenenti a vari Movimenti e gruppi di preghiera mariana. Tutti in gioiosa attesa della statua originale della Madonna di Fatima, giunta eccezionalmente a Roma per l’occasione. Tutti testimoni di un profondo legame di fede e di speranza, che ci unisce alla Madre di Gesù e Madre nostra.

Poco dopo le 17:00, la statua della Madonna di Fatima, ha fatto il suo ingresso nella piazza, portata in processione dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove, per l’intera mattina i fedeli erano accorsi a venerarla. La “Madre” è stata accolta con grande entusiasmo, tra bandiere sventolanti, raffiguranti il suo bellissimo volto, e canti mariani eseguiti dal coro della Diocesi di Roma; un’accoglienza che testimonia la centralità di Maria nella vita cristiana ed una profonda devozione alla Madonna, nonché l’affetto sincero dei fedeli per la Vergine, riconoscendo in lei una “Madre” che accoglie le sofferenze e le speranze dei suoi figli, offrendo loro conforto e sostegno nei momenti di difficoltà.

All’arrivo della statua della Madonna è seguito l’arrivo di Papa Leone XIV, che, percorrendo piazza San Pietro, ha salutato tutti i presenti, elargendo sorrisi paterni e soffermandosi a dare una benedizione particolare ai bambini che gli venivano presentati lungo il percorso, un dono e una grazia per i piccoli e le loro famiglie.

Il Santo Padre, poi, giunto sul sagrato della Basilica, dopo aver omaggiato la Madonna di Fatima con il dono di una rosa d’oro, ha dato inizio alla veglia di preghiera per la pace.

“Cari fratelli e sorelle, ci siamo riuniti questa sera per pregare insieme il santo rosario e affidare all’intercessione di Maria… l’anelito di pace che sale dall’umanità intera.”

La presenza della magnifica effige della Madonna di Fatima, nel cuore della Chiesa universale, ha dato maggiore risalto e valore al momento spirituale di intensa preghiera, culminato nella recita del Rosario, voluto dal Santo Padre per chiedere il dono della pace nel mondo. Chi più della Regina della Pace e Madre della Speranza, in un mondo lacerato da tensioni, divisioni e conflitti, poteva e può rappresentare l’emblema della riconciliazione e della fraternità? Ricordiamo, infatti, che nel 1917, mentre nel mondo dilagava la piaga della Prima guerra mondiale, la Vergine Maria apparve ai tre Pastorelli di Fatima, Lucia, Francesco e Giacinta, chiedendo loro di pregare quotidianamente il Rosario e di offrire sacrifici anche per ristabilire la pace; “Recitate il Rosario tutti i giorni, per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra” furono le sue parole nella prima apparizione del 13 maggio 1917. Ed è proprio per porre fine alle guerre che il popolo di Maria, sotto la guida di Papa Leone XIV, ha affidato alla Madre della Salvezza le proprie suppliche per la pace, nella certezza che attraverso la recita di questa Corana d’amore, “Catena dolce che ci rannodi a Dio..." (San Bartolo Longo, dalla Supplica alla Madonna di Pompei), Maria possa intercedere, presso suo figlio Gesù, per la conversione dei cuori e la conseguente cessazione dei conflitti.

Dunque, il Santo Rosario assume il valore di strumento spirituale fondamentale per invocare il rinnovamento dei cuori, l’armonia tra i popoli e la conclusione di ogni ostilità.

L’invocazione alla pace “disarmata e disarmante” è stata la richiesta accorata che, nella sua allocuzione, Papa leone XIV, ancora una volta dall’inizio del suo pontificato, ha indirizzato ai governanti del mondo, che hanno il potere di decidere del futuro dei popoli. Ricordando le parole rivolte da Gesù a Pietro nell’orto degli ulivi, alla vigilia della sua Passione d’amore, la voce del Santo Padre è risuonata, tra i fedeli in ascolto, esortando “Metti via la spada” (Gv 18,11). “abbiate l’audacia del disarmo!”, sottolineando che nessuna pace sarà mai possibile “se non c’è pace in noi” “Disarma la mano e prima ancora il cuore … perché, se non c’è pace in noi, non daremo pace.”

La riflessione del Santo Padre si è conclusa con una preghiera da lui composta e rivolta alla Vergine, Madre di Misericordia e Consolatrice degli afflitti, che in un suo passaggio recita:

“Insegnaci a sostare con te presso le infinite croci

dove il tuo Figlio è ancora crocifisso,

dove la vita è più minacciata;

a vivere e testimoniare l’amore cristiano

accogliendo in ogni uomo un fratello”.

Queste alcune delle toccanti invocazioni del Santo Padre; un invito ad aprire i nostri cuori, sull’esempio di Maria, all’amore verso il prossimo, imprescindibile dall’amore verso Dio. Abbiamo tutti, infatti, scolpite nel cuore le parole di Gesù sui due comandamenti dell’amore “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.” (Mt 22,37-39)

Sulla spinta di questo Amore, verso il Padre, verso la Vergine Maria e verso il prossimo, domenica 12 ottobre, fin dalle prime ore del mattino, ci siamo nuovamente ritrovati in una piazza San Pietro gremita di fedeli oranti, in attesa di partecipare alla Santa Messa, presieduta da Papa Leone XIV.

Anche questa giornata, per tutti i pellegrini presenti, ha rappresentato un momento spirituale di profonda preghiera, raccoglimento e riflessione, illuminato dalle parole del Santo Padre che, durante l’omelia, ha esortato i fedeli a non cedere alle tentazioni del potere e del successo “Forse, meno titoli si possono vantare, più è chiaro che l’amore è gratuito. Dio è puro dono, sola grazia”.

La spiritualità mariana, ha affermato il Pontefice, ricordando il canto del Magnificat, “… ci aiuta a vedere i superbi dispersi nei pensieri del loro cuore, i potenti rovesciati dai troni, i ricchi rimandati a mani vuote. Ci impegna a ricolmare di beni gli affamati, a innalzare gli umili, a ricordarci la misericordia di Dio e a confidare nella potenza del suo braccio”.

La devozione a Maria, inoltre, rappresenta la strada da percorrere per accogliere Gesù nella nostra vita. Il suo “Sì”, al disegno divino, incoraggia e sostiene i nostri “sì” ai progetti che il Padre ha pensato per noi.

L’amore per Maria, non può non tradursi in tenerezza e accoglienza verso il prossimo, soprattutto verso gli ultimi e i sofferenti, perché, sottolinea Papa Leone XIV, “Il cammino di Maria è dietro a Gesù, e quello di Gesù è verso ogni essere umano, specialmente verso chi è povero, ferito, peccatore…”.

Rimanere uniti alla Vergine, significa riscoprire, sulle sue orme, l’immenso valore, agli occhi di Dio, delle molteplici virtù incarnate dalla “Prescelta” di Nazaret, quali l’umiltà, l’ascolto, la tenerezza; esse, lungi dall’essere vulnerabilità, si ergono a strumenti per la nostra salvezza. Così il Santo Padre, riferendosi a Maria, prosegue nella sua omelia “In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli, ma dei forti, i quali non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti”, ricordando la riflessione di Papa Francesco nella sua prima Esortazione apostolica, promulgata nel 2013: “Evangelii gaudium” (La gioia del Vangelo, par. 288).

Tenere lo sguardo fisso su Maria, dunque, significa “credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”, sempre come scriveva Papa Francesco nella “Evangelii gaudium” (par. 288).

La Celebrazione Eucaristica si è conclusa con la recita, da parte di Papa Leone XIV, di un atto di affidamento alla Beata Vergina Maria, al cui Cuore Immacolato ha affidato l’intera l’umanità e, in particolare, i popoli minacciati dalla piaga della guerra, invocando per tutti il preziosissimo dono della pace.

“Al tuo Cuore Immacolato

Affidiamo il mondo intero e tutta l’umanità,

specialmente i tuoi figli tormentati dal flagello della guerra”.

Il delicato ed urgentissimo tema della pace è stato ripreso dal Pontefice anche al termine della Santa Messa. Il Santo Padre, infatti, ha ricordato il conflitto in Terra Santa, esortando “le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese”; mentre per il conflitto in Ucraina, ha espresso la sua partecipazione accorata al dolore di un popolo “che da anni vive nell’angoscia e nella privazione”, rinnovando il suo appello ad aprirsi al dialogo e a deporre le armi.

Il giubileo della Spiritualità Mariana si è, poi, concluso con la recita dell’Angelus.

Lasciando piazza San Pietro riecheggiava nel cuore l’invito del Santo Padre a vivere una fede autentica, a guardare alla figura di Maria come un modello di umiltà, tenerezza e speranza, in un tempo caratterizzato da crisi spirituali e sociali; un esempio di come vivere la fede nella quotidianità, con il sostegno della sua presenza materna.

Il Giubileo della Spiritualità Mariana, inoltre, è stata l’occasione per riflettere sulla necessità di ricercare, in primo luogo, la pace nei nostri cuori, per poi promuovere il rispetto reciproco, la riconciliazione e l’amore, al fine di contribuire a costruire una società più giusta e solidale, diventando così veri operatori di pace nel mondo.

 

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