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La devozione riparatrice dei "PRIMI CINQUE SABATI DEL MESE"

Meditando i misteri gaudiosi consoliamo il Cuore Immacolato di Maria

MISTERI GAUDIOSI

7 dicembre 2024

1. L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria SS.ma.

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio… a una vergine… Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te… Maria, hai trovato grazia presso Dio»” (Lc 1,26-30). Maria SS.ma è la Piena di grazia, non perché è dotata di tutte le qualità umane che, oggi, il mondo vuole farci credere indispensabili per essere perfetti, ma perché il Suo Cuore è umile, puro, semplice come quello di un bambino. Maria SS.ma vive alla presenza di Dio, si lascia guardare da Lui e trova grazia presso di Lui. Ella conquista il Cuore di Dio con la Sua umiltà e Lui Le chiede di diventare la Madre di Suo Figlio. “Camminare nella fede, come Maria, vuol dire coinvolgere la vita, quella quotidiana fatta di rapporti, di relazioni, di scelte, di sogni e di paure. È dentro questa vita che «Dio scende a camminare con noi» e rinnova per noi la domanda: «Adamo, dove sei?». Adamo risponde: «Ho udito il tuo passo nel giardino, ho avuto paura perché ero nudo e mi sono nascosto». Siamo spesso nascosti agli occhi del Padre perché convinti che la nostra nudità non può rimanere davanti alla sua santità. Questa donna come noi, con una vita ordinaria come la nostra, come risponde alla domanda di Dio? Risponde con il turbamento «e si domandava che senso avesse un tale saluto»; risponde con un’altra domanda: «come è possibile?»; ma alla fine è capace di cambiare la risposta di Adamo ed in quell’«Eccomi» rinnova la creazione, restituendo sulle nostre labbra la risposta per la quale siamo stati creati. Quale dunque la via per noi? «In Cristo, il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore». Quell’«eccomi» ci ri-spalanca le porte del progetto di Dio, lo rende di nuovo accessibile alla nostra vita piccola e povera, ma fatta per Dio: l’Immacolata Concezione di Maria fa di noi coloro che sono chiamati ad essere «santi e immacolati nell’amore»” (Clarisse di Sant’Agata).

 

2. La visita di Maria SS.ma alla cugina s. Elisabetta.

Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore»” (Lc 1,41-45). “Elisabetta non solo proclama benedetta Maria tra le donne, ma la proclama beata a motivo delle parole che il Signore Le ha rivolto e della fede, che Lei ha prestato a tali parole. Maria è Colei che ha creduto e che permane nel Suo credere, che persevera nella fede. Il sì dell’obbedienza impegna in una storia, e la fatica dell’obbedienza e della fede sarà la fedeltà, la perseveranza. Aver fede è credere che la promessa si farà carne, realtà, storia, vita. E solo così la promessa può vivere, e suscitare ancora speranza, forza, futuro. La non-fede, il non credere al compimento della promessa comporta l’estinguere la forza e la vitalità della parola stessa del Signore. Maria ha ricevuto una promessa che riguarda il suo futuro, ma anche il suo presente, la sua vocazione e la sua missione. Suo compito non è discutere tale promessa, ma credervi. E la fede rende vera la promessa, le dà carne. Così Maria è la stupita spettatrice del miracolo che avviene in Lei. L’obbedienza è sempre incarnazione. La vita che Maria ha accolto nel proprio grembo diviene inabitazione di Cristo in Lei. La preparazione della via del Signore, così importante in Avvento, diventa preparazione del proprio corpo e del proprio cuore all’inabitazione del Signore grazie all’ascolto della Parola di Dio. Maria è figura del credente che genera in sé il Cristo grazie all’ascolto di tale Parola. Agostino ha potuto scrivere che Maria concepì il Figlio di Dio «nello spirito prima che nel corpo» (Discorso 215,1). E Gesù dirà: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica»” (Lc 8,21). (L. Manicardi).

 

3. Gesù nasce nella povera grotta di Betlemme.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta… Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo… eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio”. (Gv 1,1-12). Gesù è la Luce che viene nel mondo per dissipare le tenebre del nostro peccato. Eppure, quante volte preferiamo rimanere in queste tenebre piuttosto che vivere nella luce della Grazia di Dio. Quante volte anche noi non accogliamo Gesù, non Gli apriamo la porta del nostro cuore. Ma Dio non si stanca di tenderci la mano, di offrirci la Sua grazia. E, anche quest’anno, di nuovo, manda il Suo Figlio a portare la Luce nei nostri cuori, ci chiede di accoglierLo perché la nostra vita, come quella di Maria SS.ma, diventi una benedizione di Dio per noi e per chi ci sta accanto. “È il miracolo di Dio, un miracolo che precede ogni merito. Ti raggiunge che ancora stai per essere tessuto nel grembo. Maria, e ciascuno di noi, è amato. Non per i suoi meriti. Pura grazia. Amato gratuitamente. «Il Signore è con te». Comunque. Per grazia. È un Dio che si consegna. Che cosa è grazia, che cosa è vivere nella grazia? È dire come Maria «eccomi», il contrario della diffidenza verso Dio che è il peccato, della fuga da Lui. Questo ci rende senza macchia. Quella di Maria non è una immacolatezza avulsa dalla terra, distaccata, a mezz’aria. Al contrario: è dire «eccomi», a Dio, a chi ci vive accanto, a chi è vicino e a chi è lontano… Nei giorni buoni e in quelli difficili. Al mattino quando mi sveglio e nella notte quando vado a riposare: «Eccomi». Come Maria. E non semplicemente «per le cose» che do, ma ecco me, con quello che sono, con la mia anima e con il mio corpo, con i miei pensieri e con i miei sentimenti, con la mia passione” (A. Casati).


4. Gesù Bambino è presentato al Tempio.

Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima»” (Lc 2,34-35). Qual è la spada che ancora oggi trafigge il Cuore Immacolato di Maria? Qual è il dolore che fa sanguinare il Suo Cuore, che Le fa versare copiose lacrime? Maria SS.ma soffre quando vede che Suo Figlio Gesù, il Figlio di Dio, viene fra la sua gente, ma i Suoi non Lo vogliono accogliere: e oggi ancora di più che duemila anni fa. Maria SS.ma è Corredentrice, perché ha lasciato che il dolore del Cuore di Dio, per le anime che si perdono, penetrasse il Suo Cuore e, anche Lei, con Gesù, si è offerta al Padre per la nostra salvezza. Come consolare, allora, il Cuore di questa SS.ma Madre? Un Cuore che è Immacolato, non solo perché concepito senza peccato originale, ma anche perché mai, in nessun istante della Sua vita, ha smesso di amare il Suo Dio. Maria SS.ma, a Fatima, ci chiede di non offendere più Dio, ci invita a offrirci per la salvezza di tante anime che altrimenti rischiano di andare all’inferno. Ella è Mamma preoccupata per il destino eterno di tanti Suoi figli. In questo Avvento, chiediamoLe di aiutarci a preparare, ogni giorno, il nostro cuore ad essere una culla accogliente per Gesù che nasce. Preghiamo in famiglia il S. Rosario, meditando soprattutto i misteri gaudiosi. Partecipiamo alla S. Messa: ricordandoci che, ogni volta, nelle mani del Sacerdote, Gesù nasce, patisce, muore e risorge. Impegniamoci ad accostarci al Sacramento della Confessione, proprio per purificare il nostro cuore da ogni attaccamento al peccato.  

 

5. Gesù è ritrovato fra i dottori del Tempio.

Dopo tre giorni, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte” (Lc 2,46-47). “Gesù resta a Gerusalemme. Non sapendolo, i genitori Lo cercano con ansia e non Lo trovano. Lo cercano fra i parenti, Lo cercano nella carovana, Lo cercano fra i conoscenti, ma non lo trovano… Gesù non vuole essere trovato nella folla. Lo trovarono nel Tempio. Non in un posto qualsiasi, ma «nel Tempio», e non semplicemente nel Tempio, ma «seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava». Anche tu, cerca Gesù nel tempio di Dio, cercaLo nella Chiesa, cercaLo presso i maestri che si trovano nel tempio e non ne escono. Se cerchi in questo modo, Lo troverai… Lo trovano «seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava». Ancora adesso Gesù è lì; ci interroga e ci ascolta parlare. «Tutti erano pieni di stupore». Cos’è che li stupiva? Non tanto le Sue domande, che pure erano mirabili, ma le Sue risposte… Gesù interroga, Gesù risponde… e, per quanto sono mirabili le domande, le risposte sono ancor più mirabili. Perché anche noi possiamo sentirLo e ci faccia delle domande a cui Lui stesso risponderà, supplichiamoLo, facciamo il grande e doloroso sforzo di cercarLo, e potremo allora trovare Chi cerchiamo. «Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo», Gli dice Maria SS.ma, Sua Madre. Occorre che chi cerca Gesù non lo faccia con negligenza e mollezza, senza costanza, come fanno alcuni… e che, per questo, non Lo trovano. Quanto a noi, diciamo: «Con angoscia ti cerchiamo» (Origene, Omelie sul Vangelo di Luca).

 

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