Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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“Non abbiate paura! Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me.”
di Michela Anna Novara
Dio si prende cura degli uomini, suoi figli, con tenerezza infinita. Ci viene a cercare nel nostro quotidiano per indicarci, per ricordarci qual è la via che ci conduce al Cielo. Egli si serve di anime semplici, di cuori puri che si sanno aprire alla sua grazia, come nel caso delle apparizioni della Vergine Maria avvenute a Fatima nel 1917 a tre Pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, rispettivamente di dieci, nove e sette anni.
L’anno precedente (1916) questi bambini avevano assistito alle tre apparizioni dell’Angelo che, in qualche modo, li preparava ad accogliere successivamente il messaggio di Nostra Signora.
Nella prima apparizione, avvenuta nella primavera del 1916, Lucia racconta che, mentre giocavano, sentirono un forte vento che li spinse ad alzare lo sguardo, a staccarsi dal gioco: così videro, da oriente, avvicinarsi una forte luce bianchissima, che prendeva le sembianze di un giovane splendente e trasparente.
Solo se sappiamo alzare lo sguardo dalle cose terrene possiamo scorgere le cose celesti. Questo non significa che dobbiamo vivere “con la testa fra le nuvole”, bensì con i piedi per terra, occupandoci del nostro lavoro, degli affetti, delle nostre famiglie; ma con la mente e il cuore rivolti al Cielo, cioè con la consapevolezza che i nostri gesti le nostre attività abituali, se offerti, diventano strumento di grazia e di pace.
Avvicinatosi ai tre bambini, la prima cosa che l’Angelo disse fu “Non abbiate paura”. Molte volte queste parole sono ripetute nelle Sacre Scritture: esattamente 365, praticamente per ogni giorno dell’anno! Dio, che ci conosce meglio di tutti, sa perfettamente che siamo fragili e abbiamo paura di ciò che non conosciamo: abbiamo paura del futuro, abbiamo paura di lasciargli il controllo della nostra vita. Temiamo ciò che ci può venire chiesto. Ma dimentichiamo che è Lui ad averci chiamati alla Vita! È Lui che, nel disegno della sua Divina Provvidenza, ha preparato un grande progetto per ciascuno di noi. A noi tocca aver fede e lasciarci guidare, esattamente come ha fatto la Vergine Maria. Quando, nella nostra vita, riusciamo a fare questo “salto nel buio”, che non è altro che un salto fra le braccia del Padre, fidandoci, è lì che sperimentiamo pienamente la sua grazia e la sua Provvidenza di Padre amorevole.
I tre Pastorelli furono presi da stupore per questa apparizione e furono particolarmente colpiti dalla bellezza dell’Angelo. Erano attratti dalla sacralità di questa figura, specchio della luce del Paradiso; e, quando egli si inginocchiò, non poterono far altro che imitarlo e ripetere con lui la preghiera: “Mio Dio io credo, adoro, spero e Vi amo. Domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”
L’Angelo, che è messaggero di Dio, si presenta come l’Angelo della Pace e li invita alla preghiera: essi, subito, rispondono positivamente.
La bellezza, che nasce dalla santità, emana pace interiore e gioia profonda, che non somigliano per nulla a ciò che appartiene a questo mondo: è come un magnete, che attira per sua natura a sé le anime, perché tutte le anime aspirano a questa felicità, che solo Dio può dare.
Viene da chiederci: quanto riusciamo, noi, a trasmettere questa bellezza? Se riuscissimo anche in piccola parte, porteremmo le anime a Dio, guadagneremmo la conversione delle persone attorno noi, proprio come hanno fatti i Santi. Ma certamente siamo ancora in cammino..
La preghiera, che pronuncia l’Angelo, è un’attestazione di fede, di speranza e di amore in Dio, ma anche una preghiera di riparazione per tutti quelli che non vogliono abbracciare il progetto divino.
Il fatto che sia l’angelo della Pace a insegnare questa preghiera ai Pastorelli fa intendere che il vivere di fede, di speranza e di amore in Dio – nonché pregare per la conversione dei peccatori – porta frutto: il primo frutto è la pace interiore e poi, a poco a poco, anche negli ambienti dove viviamo. E porta frutto di salvezza per noi e per i nostri fratelli.
“I cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche”. Se qualche volta dovessimo pensare che il Signore non ascolti le nostre preghiere, ci pensa l’Angelo a dissipare ogni dubbio. Dio ci ascolta sempre e con attenzione. Lui però, che è l’Eterno, ha di certo una visuale migliore sulla nostra vita e sa, sicuramente meglio di qualunque altro, di che cosa abbiamo più bisogno. Se non ci concede qualcosa è perché vuole darci qualcosa di più grande, di più importante. Accettiamo la volontà di Dio nella nostra vita; di più, amiamola, perché essa è l’espressione del Suo amore di Padre buono, che vuole il nostro bene ultimo.
Allora, come i tre Pastorelli, apriamo il nostro cuore con semplicità; e, presi per mano dalla nostra Mamma del Cielo, lasciamoci condurre da Lei, fidiamoci di Dio.
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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