Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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Perché l’avventura continui…
tratto dal "Maria di Fatima" - n. 6 LUGLIO-AGOSTO
di Stefano Battezzati
Oggi più che mai, i giovani si sentono forse autosufficienti, hanno la presunzione di dirigere la propria vita confidando nei propri idoli. La parabola del “Figliol Prodigo” (Lc 15) mette bene in evidenza questi rischi. L’Ascolto, quindi, è fondamentale: oserei dire che è alla base di tutto. Certamente sarà capitato a ognuno di noi di ricevere dei consigli, delle indicazioni, dei suggerimenti, magari anche insistenti: quasi un’imposizione, un obbligo, dei “comandamenti”; e questi ultimi soprattutto dalle persone più vicine a noi, da chi ci vuole bene. Alcune volte, addirittura, senza che noi chiedessimo nulla. Lo scopo, il fine, la ragione di questi, che genericamente chiamiamo “consigli”, sta nel farci evitare degli errori, dei pericoli, le cui conseguenze negative potrebbero manifestarsi anche per tutta la nostra vita. Questi consigli derivano proprio da esperienze vissute, da “conoscenza della materia” e sono quasi sempre declinate, adattate alla persona a cui sono rivolte, tenendo conto delle sue attitudini, delle sue capacità, del suo carattere. E sono rivolte, il più delle volte, ai giovani. Ma noi abbiamo la nostra libertà.
CONFIDARE NEI PROPRI “IDOLI”?
Possiamo ascoltare, magari acconsentire, ma alla fine facciamo come ci pare… Oppure possiamo controbattere, dire che non è vero quanto ci viene detto, che non faremo mai quell’errore; ma poi, magari davanti alla prima avvisaglia, facciamo come ci è stato suggerito (cfr. Mt 21,28-32).
Personalmente credo che la maturità di un giovane sia direttamente proporzionale alla capacità di ascolto degli altri, proprio perché, ascoltando, facendo nostre le esperienze altrui, è come aver fatto noi stessi più e più esperienze, con la conseguenza che le scelte di vita che si presentano sono effettuate con più saggezza, evitando errori che altri, per te, hanno già sperimentato. Ma, oggi più che mai, i giovani si sentono autosufficienti, hanno la presunzione di dirigere la propria vita confidando nei propri “idoli” (se stesso, il lavoro, un “amico”, il successo, i soldi, ecc.). La parabola del “Figliol Prodigo” (Lc 15) mette bene in evidenza questo aspetto. L’Ascolto, quindi, è fondamentale: oserei dire che è alla base di tutto. Non a caso Gesù, quando uno scriba Gli domanda: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?», risponde: «Il primo è: “Ascolta, Israele! ... » Quindi, caro giovane, mettiti in ascolto! E tu, giovane, dirai: e chi devo ascoltare? La risposta è prima di tutto un atteggiamento, quello di “stare nel silenzio”.
LA “VOCE DEL SILENZIO”
Stando nel silenzio, si può ascoltare la voce del silenzio, voce che ti parla con sincerità, perché fa uscire, da dentro di noi, quello che il nostro Creatore ha posto nel nostro cuore. E allora si scoprirà che questa voce, continuamente coperta, offuscata, a volte seppellita da mille altre effimere voci, ci apre un mondo vero, nutre la nostra anima e scopriamo di essere amati. Allora, sapremo discernere: è questo un verbo fondamentale per te giovane. Il saper discernere – comprendere con chiarezza chi sei e dove stai andando – è alla base, alla radice della tua vita.
Allora saprai chi ascoltare. E chi sarà mai migliore di chi ti conosce nel profondo (Salmo 138) e di chi conosce tutte le cose (Gesù onnisciente, Pantocratore)? Certo, possiamo, anzi, dobbiamo avvalerci di aiuti per discernere al meglio (= Direzione spirituale), e ascoltare i consigli di chi percepiamo che ci ama davvero (= anche qui: discernimento); ma stare in silenzio in chiesa, davanti all’immagine di Gesù, di Maria Santissima o, meglio ancora, davanti al Santissimo Sacramento, ci ottiene la spinta, la carica, la forza, la convinzione delle scelte che ci fanno spendere al meglio la nostra vita, facendo cioè la volontà di Dio.
Si potranno scoprire i propri limiti, si potranno riconoscere le proprie debolezze e infedeltà, ma si scoprirà l’abbraccio misericordioso e sanante del Padre, che ci aiuta a portare queste nostre croci.
L’ESEMPIO DI “UN GRANDE UOMO”
Voi giovani, forse, avete conosciuto poco San Giovanni Paolo II, ma certamente ne avrete sentito parlare come di un grandissimo Papa. Beh, vi ricordo che nella sua prima omelia, nel 1978, pronunciò queste parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”
Se è stato il primo “consiglio” di un Papa, vuol dire che è davvero importantissimo, basilare! Vi ricordate nel Vangelo l’episodio del “Giovane ricco”? Non se ne andò via triste perché aveva molte ricchezze? Questa è la conseguenza di chi, appunto, non lascia entrare Cristo nel proprio cuore: ascolta, giovane!
Su questo episodio del Vangelo proprio Giovanni Paolo II scrisse, nel 1985, una profonda e attualissima lettera “Ai giovani e alle giovani del mondo”, che vi consiglio vivamente di leggere e meditare, soprattutto quando fa riferimento alla ricchezza, non materiale, ma a quella interiore che si nasconde nella giovinezza umana, il cui carattere specifico si manifesta proprio negli interrogativi sulla propria vita, nell’individuare chiaramente il progetto della propria esistenza, con il desiderio di realizzarlo.
Certo, tu giovane immagini una vita serena, al riparo dalle tempeste, dai terremoti… E cosa ci dice ancora il Vangelo? «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.» (Mt 7,24–25)
UN APPUNTAMENTO IMPERDIBILE
Occasione quasi unica, da non perdere, per incontrare Gesù, è la Giornata Mondiale della Gioventù. La GMG non è da confondere con un concerto di un cantante, con andare allo stadio o ad uno spettacolo… in questi casi, vi è certamente una sorta di unità tra i partecipanti – di voci, di entusiasmi – ma a Lisbona ci sarà, come basilare, unità di cuori. Si potrà scoprire che la persona che ci è accanto (e non importa da dove arriverà o come sarà vestito o il sesso o la fisicità) sarà come un fratello, una sorella: ci sembrerà di averlo sempre conosciuto!
C’è un bellissimo canto che dice: “Tu di mille e mille cuori fai un cuore solo!” potremo davvero sperimentarlo, e sarà un’emozione unica! Ci si sentirà una sola grande, grandissima famiglia: guarda caso, GMG sono anche le iniziali della Sacra Famiglia (Gesù, Maria, Giuseppe)… E poi, Gesù non ha forse detto: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”? (Mt 18,20). Figurarsi, con migliaia e migliaia di persone! “Fate quello che Vi dirà”: è quanto ci dice Maria Santissima a proposito di Suo Figlio. Non equivale forse a: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”? (Mt 18,20). Ascoltare Gesù vuol dire anche sperimentare che il Suo attributo più grande è davvero la Divina Misericordia: ognuno di noi si sente amato nel profondo, immensamente, e non potrà fare a meno di essere testimone di questo AMORE: “Amor ch’a nullo amato amar perdona” scrisse Dante.
Ora tocca a te, caro giovane!
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
"Lasciarono tutto e lo seguirono"
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