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MARCIA PER LA VITA 2021

“Lotta sino alla morte per la verità, il Signore Dio combatterà per te” (Siracide - 4,28)

di Sofia Prezzia I° parte

A Roma, su via dei Fori Imperiali, sotto un sole splendente di fine maggio, come sappiamo, lo scorso 22 maggio sono scese in piazza – secondo i dati della Questura – circa 5000 persone tra famiglie, bambini, associazioni e gruppi ma soprattutto giovani non per manifestare ma per combattere in nome della Verità, per affermare a chiare lettere che l’aborto è la più grande piaga che possa affliggere le società odierne, per difendere la vita dal suo concepimento fino alla morte naturale.

A distanza di una decina di giorni è bene rileggere, e meditare, sulle parole che sono state pronunciate.

L’ambasciatore della Polonia presso la Santa Sede, Janusz Kotański, all’inizio del suo intervento, ha citato l’Evangelium Vitae di San Giovanni Paolo II in cui si ribadisce l’inviolabilità della vita umana ed ha affermato che a trent’anni da questa Enciclica “abbiamo a che fare con trend, fenomeni socio-culturali e misure legali specifiche che cercano di sostituire la civiltà dell’amore con la civiltà della morte. Viene promosso un modello di vita che non solo giustifica i crimini contro la vita, ma in cui l’uccisione di bambini non nati viene presentata come un diritto inalienabile delle donne”.

Facendo riferimento al quinto comandamento delle Legge di Dio (“NON UCCIDERE”) l’ambasciatore ha definito l’aborto e l’eutanasia dei crimini che nessuna legge fatta dall’uomo può pretendere di legittimare. Ha continuato riportando i risultati ottenuti dal governo polacco attraverso politiche per il sostentamento delle famiglie e con la dichiarazione di incostituzionalità da parte del Tribunale Costituzionale della Polonia della “pratica eugenetica” e degli aborti selettivi nella legge sulla pianificazione familiare, la protezione del feto umano e le condizioni per l’ammissibilità dell’interruzione della gravidanza. Ha concluso incoraggiando il popolo pro-vita a non demordere. “Non dobbiamo aver paura! – Il bene vince sempre alla fine. Dobbiamo solo servirlo con tutto l’impegno ed il coraggio che abbiamo”.

Di grande spessore è stato anche l’intervento dell’ambasciatore dell’Ungheria presso la Santa Sede e arciduca della Casa d’Austria, Eduard Habsburg, che sempre sulla scia delle politiche per il sostegno alle famiglie, e per la tutela giuridica della vita umana in tutte le sue fasi, ha raccontato come in Ungheria, negli ultimi nove anni, si siano registrati un aumento dei matrimoni del 40%, una diminuzione dei divorzi del 25% e degli aborti del 30%. Ha poi affermato: “per un tale cambiamento è indispensabile la volontà del governo ad impegnarsi per le famiglie, aiutandole e dando loro il messaggio che tanti figli rappresentano un dono per la società. Le famiglie vanno aiutate economicamente, con prestiti a fondo perduto, tasse ridotte o abolite e aiuti finanziari per la casa o per altre esigenze”. L’ambasciatore ungherese ha dichiarato che per realizzare un effettivo cambio di paradigma, e per poter far sì che le nostre società tornino a prosperare da un punto di vista etico (ma anche economico), è necessario pregare per le famiglie affinché siano poste al centro dello scenario pubblico e che i politici, che si definiscono cristiani, professino pubblicamente la loro fede e agiscano in quanto tali poiché cristianità e famiglia sono indissolubilmente legate. La conclusione del suo intervento è stata particolarmente emozionante: intorno a mezzogiorno, l’ambasciatore ha intonato le note del Regina Coeli e la platea ha lodato la Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio, con la preghiera di preservare le famiglie e il diritto alla vita di tutti i nascituri.

Parole forti sono state quelle pronunciate da John Smeaton che, da circa 47 anni, è Presidente della prima associazione pro-life dell’Inghilterra, la Society for the Protection of the Unborn Children, il quale ha affermato che viviamo in tempi dove l’ego, le pulsioni e i desideri dell’uomo hanno preso il posto di Dio e che il primo passo da compiere è sconfiggere l’idea, purtroppo dominante in tutto il mondo, che ci siano vite non degne di essere vissute. 

Dal palco della Marcia per la Vita, Smeaton ha lanciato un grido di aiuto, e per certi versi di richiamo, ai vertici della Chiesa Cattolica chiedendo ai Vescovi di spendersi maggiormente per la battaglia contro l’uccisione dei bambini nel grembo materno. “Il mondo pro-life necessita di essere rafforzato dalle voci inequivocabili dei vescovi di tutto il mondo che predicano fedelmente il Vangelo di Gesù Cristo per due ragioni: perché senza Cristo non possiamo fare nulla e perché l’intero messaggio del Vangelo sulla Verità, (…) sulla sacralità della vita umana (…) non è più affermato pienamente in nessun luogo secondo l’insegnamento della Chiesa. (…) Credo che se in Gran Bretagna avessimo anche un solo buon vescovo che proclamasse il Vangelo di Gesù Cristo e la crudeltà dell’aborto, questo buon vescovo potrebbe fare di più in 47 giorni per porre fine all’aborto di quanto abbia fatto io in 47 anni”. E a coloro i quali credono che la Chiesa dovrebbe non prendere parte in questa lotta ha chiesto: “Ai miei bravi colleghi pro-life che sostengono che dovremmo tenere la Chiesa fuori dalla battaglia per la vita, pongo rispettosamente la domanda di San Pietro a Nostro Signore: Da chi andremo? La Chiesa, e solo Essa, ha parole di vita eterna”.  Infine, ha concluso dicendo che “il movimento pro-life fa parte di una crociata storica molto più ampia e profonda per la restaurazione della Civiltà Cristiana”.

È noto che quasi in tutti i Paesi, la tendenza all’aborto selettivo e al ricorso alle pratiche eugenetiche sia in forte crescita. In Danimarca e in Islanda, alcuni medici si sono vantati di aver debellato la sindrome di Down. Ma questo solo perché quasi il 100% delle donne che con la diagnosi prenatale scopre che il figlio che porta in grembo è affetto da questa sindrome decide di abortire.

Per condividere la propria esperienza personale è salita sul palco della Marcia per la Vita, la ventitreenne Anna Bonetti, influencer pro-life e testimonial di Pro Vita e Famiglia, sorda dalla nascita che con forza e coraggio dimostra ogni giorno come chiunque, anche il più diverso, ha diritto di vivere.

(continua...)

 

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