Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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“Lotta sino alla morte per la verità, il Signore Dio combatterà per te” (Siracide - 4,28)
di Sofia Prezzia – II° parte
“La mia sordità è stata spesso vista come una disgrazia e a scuola sono stata spesso vittima di bullismo, ma devo soprattutto alla mia sordità la persona che oggi sono, e proprio grazie ad essa ho capito l’importanza di difendere la vita umana innocente sin dal grembo materno. Anche coloro che vivono la mia stessa condizione vengono eliminati per mezzo della diagnosi prenatale (…). Mi sono convertita alla causa pro-life nel momento in cui sono venuta a conoscenza della scioccante verità sull’aborto dei bambini sordi. Infatti, la connessina 26, ossia il gene che provoca la sordità, è individuabile per mezzo della diagnosi prenatale. Diagnosi dopo la quale buona parte dei bambini ‘come me’ non vedono più la luce. Per molto tempo mi sono sentita un errore, un pezzo difettoso della fabbricazione umana. Ma poi ho capito che l’errore non ero io, bensì il modo in cui la società mi aveva vista fino a quel momento e credo sia fondamentale restituire ad ognuno la dignità che merita. A volte vi è la concezione che essere contro l’aborto significhi essere contro la libertà, mentre l’unica libertà che viene negata è quella del concepito, che in quanto essere umano non ha alcun diritto (…) un paradosso inconcepibile, specie per una società che si fa paladina dei diritti di tutti e, poi, elimina prima della nascita chi è troppo diverso”.
Dal mondo ecclesiale sono arrivate voci imponenti e rigorose come quelle del Cardinale e Arcivescovo statunitense Raymond Leo Burke e del Vescovo di Sanremo-Ventimiglia, Mons. Antonio Suetta, noto anche per il comunicato attraversò cui condannò le blasfemie trasmesse dal palco dell’Ariston durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo.
Il Cardinale Burke, nella veglia eucaristica tenutasi nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, la sera prima della marcia, ha ribadito con estrema chiarezza che occorre seguire la Verità di Cristo, e non gli slogan del mondo, ed ha invitato a comportarsi quotidianamente da “soldati di Cristo” che combattono “la buona battaglia” in tempi “tragici” per il mondo e di “confusione” nella Chiesa. Sono tempi in cui “la Verità non è più vista oggettivamente, ma soggettivamente, così da soddisfare gli impulsi e i capricci umani”, in conformità alle “menzogne imposte” dal mondo “che si rivela contro Dio”.
Il Vescovo Suetta, nel suo discorso, ha ribadito che “la principale causa della denatalità che spegne e mortifica soprattutto il mondo occidentale è la piaga dell’aborto, e non soltanto per i numeri – cifre da paura e da autentico genocidio -, ma anche per la mentalità da esso presupposta e, purtroppo, ulteriormente incrementata, una mentalità individualistica, edonista e priva di prospettiva verso un autentico orizzonte antropologico e un effettivo bene comune (…)”.
Ed è proprio in virtù di ciò che “lo scopo principale di questa manifestazione è ancora una volta di dire con chiarezza, con coraggio e con perseveranza instancabile che chiediamo la abrogazione di questa legge iniqua (…)”. Deciso è stato l’attacco ai paladini dei diritti dell’era progressista che portano avanti una cultura e delle politiche che “sotto le inadeguate e mentite spoglie delle libertà personali e dei diritti individuali, minacciano uno dei capisaldi della umana convivenza: la famiglia. Il dibattito in corso sul ddl zan ne è amara conferma.
Ai sacerdoti che si ritrovano a proclamare la parola di Cristo in società intrise di idoli malsani e fortemente ideologizzate ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II: “consapevoli del ruolo ad essi spettante, non si assumano mai la grave responsabilità di tradire la verità e la loro stessa missione esponendo idee personali contrarie al Vangelo della vita quale il Magistero fedelmente ripropone e interpreta” (Evangelium Vitae, n. 82). Al popolo in piazza, ai credenti e ai non credenti, alla classe medica, agli uomini e alle donne di scienza, ai giovani e a tutti coloro i quali si sentono parte di questa battaglia “pacifica” ha chiesto di non temere “di affrontare una cultura di morte dilagante, di annunciare i tesori della nostra fede e della sana ragione, di contrastare anche i poteri più forti con tutti i mezzi (…) Con buona pace, anzi con salutare tormento, di chi tanto in Europa come oltreoceano si arrampica sugli specchi per conciliare fede cattolica con sostegno all’aborto o ad altre situazioni contrarie alla legge di Dio! Può sembrare una battaglia impari, e umanamente magari lo potrebbe anche essere; non dimentichiamo però la storia di Golia e Davide: ‘Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti’ (1 Sam 17, 45). Ci assistano e ci accompagnino la Beata Vergine Maria e San Giuseppe, che, docili alla guida di Dio, si sono sobbarcati anche la dolorosa e dura fatica dell’esilio, per sottrarre il Bambino Gesù alla furia omicida di Erode. Ci insegnino a smascherare ogni falsa idea di progresso e di libertà e a capire che chi vorrebbe condurci contro la verità di Dio non vuole il nostro bene, ma piuttosto i nostri beni, la nostra libertà e la nostra sottomissione. Di personaggi come Erode è piena la storia ed è pieno il mondo, e noi possiamo guardarli con lo sguardo limpido e sereno di chi sa che “non praevalebunt”.
Virginia Coda Nunziante ha posto l’accento sulla cristianizzazione della società: “la Marcia per la Vita ha sempre rappresentato un evento unitivo. Dobbiamo desiderare che tutta la nostra società torni ad essere profondamente cristiana, perché solo in questo modo si ritroverà la pace, l’armonia, la crescita e la prosperità. La società o si converte o andrà verso un inesorabile declino”.
all’aborto o ad altre situazioni contrarie alla legge di Dio! Può sembrare una battaglia impari, e umanamente magari lo potrebbe anche essere; non dimentichiamo però la storia di Golia e Davide: ‘Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti’ (1 Sam 17, 45). Ci assistano e ci accompagnino la Beata Vergine Maria e San Giuseppe, che, docili alla guida di Dio, si sono sobbarcati anche la dolorosa e dura fatica dell’esilio, per sottrarre il Bambino Gesù alla furia omicida di Erode. Ci insegnino a smascherare ogni falsa idea di progresso e di libertà e a capire che chi vorrebbe condurci contro la verità di Dio non vuole il nostro bene, ma piuttosto i nostri beni, la nostra libertà e la nostra sottomissione. Di personaggi come Erode è piena la storia ed è pieno il mondo, e noi possiamo guardarli con lo sguardo limpido e sereno di chi sa che “non praevalebunt”.
Virginia Coda Nunziante ha posto l’accento sulla cristianizzazione della società: “la Marcia per la Vita ha sempre rappresentato un evento unitivo. Dobbiamo desiderare che tutta la nostra società torni ad essere profondamente cristiana, perché solo in questo modo si ritroverà la pace, l’armonia, la crescita e la prosperità. La società o si converte o andrà verso un inesorabile declino”.
L’edizione 2021 della Marcia per la Vita si è inserita in una cornice particolare: nell’ultimo anno, in molti Paesi del mondo sono state emanate delle leggi che hanno messo maggiormente a rischio il diritto alla vita dei nascituri e delle madri. In diversi Stati europei, tra cui l’Italia con la pillola RU486 che può essere assunta fino alla nona settimana di gestazione, è stato approvato il ricorso all’aborto chimico senza ricovero ospedaliero. In Argentina è stato legalizzato l’aborto dopo un aspro confronto parlamentare e malgrado l’impegno a favore della vita della Chiesa locale. In molti Stati federali degli Usa è stato allungato il periodo di gestazione in cui poter procedere all’aborto e in Nuova Zelanda è possibile addirittura abortire fino al nono mese di gravidanza. In Spagna è stata approvata una legge che autorizza l’eutanasia e in Francia è attualmente in discussione una proposta di legge simile.
Voglio ricordare, inoltre, che il 24 maggio scorso, per la prima volta da quando la legge 194/78 è in vigore è stato presentato in una conferenza stampa all’Università LUMSA di Roma, un resoconto su I costi di applicazione della legge 194/78 in Italia (frutto del lavoro di economisti, medici, giuristi), da cui si evince che oltre ad aver permesso l’uccisione di 6 milioni di bambini, la 194/78 è costata ben 5 miliardi allo Stato Italiano.
Oggi, purtroppo, temi come l’aborto e l’eutanasia vengono trattati sempre ed esclusivamente da una prospettiva ideologica che si trincera dietro termini e locuzioni semplificative usate ad hoc per trovare consenso facile tra la gente, come ad esempio “diritti umani”, “il corpo è mio, decido io” o definendo “grumo di cellule” e non bambino il feto.
Per portare tante più persone a pensare che l’aborto sia “un’azione da poter compiere con leggerezza” e a far credere che non ci sia “altra scelta possibile”, i promotori dei “nuovi diritti” ribaltano anche le verità scientifiche: il dato oggettivo e biologicamente provato che, nel momento stesso del concepimento, si crea un nuovo individuo del genere umano (che possederà un DNA proprio, unico e irripetibile), viene completamente ignorato e molti si dilettano a inventare nuove teorie.
C’è chi chiama il bambino “prodotto del concepimento”, chi afferma che la vita inizia quando si forma il sistema nervoso e addirittura chi giustifica l’aborto fino al nono mese sulla base della convinzione che fin quando il feto non è al di fuori dell’utero della madre ed emette il primo respiro non si può definire un essere umano. Purtroppo la menzogna regna sovrana e i movimenti e le associazioni pro vita, insieme a molte realtà civili, religiose, scientifiche e politiche lottano tutti i giorni, anche nei piccoli gesti quotidiani, per difendere ed onorare il diritto alla vita degli innocenti e indifesi. L’obiettivo è porsi come banco della verità, della controinformazione e della formazione. Trovarsi in quella via incorniciata dai Fori Imperiali e piena di storia, vedere e sentire le anime di chi come te non vuole spezzarsi di fronte alla furia e alla violenza di ideologie distorte, accorgersi che c’è una gioventù sana, viva, radiosa che punta al trionfo della Verità, che non è vero che a pensarla così si è in pochi e isolati, dà la gioia e la forza di continuare a percorrere imperterriti questa strada lastricata di difficoltà senza mai farsi intimidire perché si ha nel cuore il coraggio e l’amore per Qualcuno che tanto tempo fa disse: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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