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ORATORIO, CHE PASSIONE! /1

"Non abbiate paura" è stato il titolo dell'Oratorio Estivo che si è svolto dal primo al 19 luglio scorsi nella Parrocchia di San Nazario a Trieste.

L’eco materiale e spirituale, di quelle che furono le prime parole che l’Angelo della Pace disse ai tre piccoli veggenti Lucia, Francesco e Giacinta a Fatima nella sua prima apparizione, è risuonata nelle orecchie e nei cuori dei tanti bambini, ragazzi, animatori ed educatori nel corso di tutto l’Oratorio estivo.

Non possiamo non citare il commovente ed edificante racconto di quell’evento così come ce lo ha descritto Suor Lucia nel bellissimo libro delle sue “Memorie”: “Giocavamo da qualche minuto, quando un forte vento scosse gli alberi e ci fece alzare gli occhi per vedere cosa succedeva, dato che la giornata era serena. Vedemmo allora, al di sopra dell'oliveto, incamminarsi verso di noi la tal figura di cui ho già parlato. A mano a mano che s'avvicinava, ne scoprivamo le fattezze: un giovane di 14-15 anni, più bianco della neve, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo, e d'una grande bellezza. Arrivando presso di noi, disse: Non abbiate paura! Sono l'Angelo della Pace. Pregate con me. E, inginocchiandosi per terra, piegò la testa fino a toccare il suolo, e ci fece ripetere tre volte queste parole: Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo! Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano, e non Vi amano. Poi, alzandosi, disse: Pregate cosi. I Cuori di Gesù e di Maria stanno attenti alla voce delle vostre suppliche. Le sue parole restarono talmente impresse nella nostra mente che mai più le dimenticammo. E da quel giorno passavamo lungo tempo, cosi prostrati, ripetendole, certe volte, fino a cader di stanchezza ...”

Gli "oratoriani" che hanno rivissuto l’incredibile esperienza di questo messaggio, in questa piccola comunità dell’altopiano carsico triestino, sono stati sessantuno per un totale di centootto presenze.

Il borgo, dedicato al proto vescovo di Capodistria, San Nazario, fu edificato per alloggiare i profughi istriani “scacciati” dalle loro terre dal feroce nazionalismo ed ateismo dei “comunisti titini” negli anni del secondo dopoguerra. Quasi a voler esorcizzare quei tristi trascorsi, in queste settimane, le voci dei bambini e dei ragazzi divisi in due fasce d'età, 5-7 e 8-13, sono risuonate gioiose e festose dalle otto del mattino e fin verso le sedici. Tutti abbiamo vissuto l’esperienza dell’oratorio in un clima di fede, di semplicità e di spensieratezza.

Quest’anno sono stato più che validamente aiutato in primis dal neo ordinato sacerdote e confratello, P. Tullio Trapani, e poi da ben otto “eroici” educatori-animatori, coadiuvati quest’anno da ben quattordici adolescenti avviati, in vari modi e tempi, a diventare aiutanti animatori e da due+due tanto “osannate” cuoche.

Non posso tralasciare di dire che un po’ da varie regioni d’Italia: Sicilia-Toscana-Veneto, validissimi laici, giovani e adulti, consacrati nel Movimento della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, hanno dato, come anche gli anni scorsi, manforte “missionario” all’Oratorio estivo.

Tutti hanno dato il meglio di sé per nutrire gli spiriti e i corpi dei nostri ragazzi affamati non solo di giochi e di cibo ma anche e tanto di … Dio. Il Cuore Immacolato della nostra Mamma celeste e l’Angelo della Pace non ci hanno lasciato un istante nell’accoglierci, nel guidarci e nell’insegnarci a “non aver paura” di percorrere la via del Cielo che inizia proprio qui in terra.


Lo svolgimento delle giornate iniziava con la recita delle preghiere del mattino cui seguiva il fatidico alzabandiera accompagnato dall’inno mariano, “Stella più bella” cantato “sottovoce” dai più grandi e a “squarciagola” dai più piccoli; poi, in cerchio, un’introduzione alla giornata con ammonimento-esortazione e con il ripasso degli “immortali” inni degli Oratori degli anni passati che ormai sono ben cinque. Dopo l’assegnazione dei punti della giornata precedente ricominciavano gli appassionanti giochi a squadre intermezzati dal pensierino spirituale. Prima e dopo pranzo non si poteva facilmente sottrarsi agli “indigesti” turni di servizio per apparecchiare e sparecchiare. Il pranzo era consumato sempre con appetito e in allegria disponendo i tavoli allo stile … “imperiale”. Dopo il tempo libero e ricreativo del dopo pranzo, nel primo pomeriggio, sia i piccoli sia i ragazzi erano guidati a partecipare agli appassionanti e partecipatissimi laboratori di teatrino, di danza artistica, di salti acrobatici, di pittura, di cucito, di Das pongo per fabbricare rosari e altri oggetti ricordo e di confezionamento dei profumatissimi e decorati sacchetti di lavanda in onore di San Nazario.


Da rilevare il clima di familiarità e amicizia instauratosi anche con i genitori e i nonni degli oratoriani, che, stupiti e meravigliati, hanno assistito numerosi agli spettacolini preparati per loro a ogni fine turno. Oltre a questi spettacolini non possiamo non evidenziare la divertente e mirabile performance serale del sempre più eccezionale Clown Barabba e della sua compagna Petit.

Così come non possiamo non rievocare le forti emozioni provocate in noi dalla testimonianza non prevista, non programmata ma veramente provvidenziale (vedi il connubio Sicilia-Veneto) di Carlo Mocellin, marito della Serva di Dio Maria Cristina Cella (Cinisello Balsamo, Milano, 18 agosto 1969 – Carpanè, Vicenza, 22 ottobre 1995). La sua sentita testimonianza, resa durante l’ultima serata dell’Oratorio, ci ha trasmesso e insegnato tante cose e in particolare che il patto d’amore coniugale, suggellato in Cristo, travalica il tempo e lo spazio e s’immerge nell’eterno oggi di Dio. Con meraviglia e stupore abbiamo, inoltre, scoperto che l’ottima formazione umana, morale e spirituale della Serva di Dio Maria Cristina era dovuta tanto alla sua attiva partecipazione, sia come oratoriana sia come educatrice, poi, alla vita dell’Oratorio di Cinisello Balsamo.


Penso che tutti noi che abbiamo partecipato a questa quinta edizione dell’Oratorio estivo stiamo sempre più comprendendo, nonostante le difficoltà e qualche “tempesta” … estiva, a non avere paura di ripercorrere l’arduo, affascinante e attraente sentiero già percorso dai piccoli pastorelli di Fatima. Che il Signore benedica, facendo maturare e fiorire, quanto seminato “sotto e attorno” alla “Tenda di Maria” che quest’anno ci ha ospitato per la prima volta. Lì il suo Cuore Immacolato è stato ancora una volta il nostro rifugio e la via che ci ha condotto a incontrare, insieme, il nostro buon Dio.


P. Lorenzo Pardi icms

 

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