Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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di Samuele Volpi
“In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte “spostati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile” (Mt 17:20).
Così scriveva Marco nel suo Vangelo. Allora, curioso di verificare l’attendibilità della Scrittura e memore della fantastica esperienza dell’anno passato, ho deciso di far parte, per il secondo anno consecutivo, alla “spedizione” verso la conquista delle montagne in Trentino, più precisamente a Soraga, guidata da Padre Davide Gilioli, Padre Andrea Gori, P. Andrea Matteucci e P. Andrea Ruggin. Il programma? Sempre il solito, tre escursioni di difficoltà graduale, alternate da momenti di gioco, ma soprattutto di riflessione e di preghiera.
L’esperienza dell’anno passato fu bellissima, innovativa e mi mostrò un nuovo modo di vivere e di interpretare la vita. Tuttavia, più grande è il premio più è difficile il percorso per guadagnarselo e, quindi, si continua a cadere e rialzarsi non è sempre così semplice e scontato. Però l’approccio pedagogico di Dio è graduale, come “Professore” non ti dà mai tutto insieme ma volta per volta, perché per abitare nella casa che ci ha preparato nell’alto dei cieli bisogna che essa si poggi su fondamenta solide costruite da noi, mattone dopo mattone.
Quindi il rischio di cascare nella noia e nella superbia di chi ha già vissuto tutta l’esperienza c’era, ma c’era anche il “Professore” pronto a riprendermi e mantenere alta la concentrazione e, subito, individuai il mio tema personale che mi avrebbe accompagnato durante la settimana: la ricerca della felicità.
Questo perché, anche se l’anno scorso avevo scoperto un “nuovo modo di vivere”, rimaneva comunque il problema di come affrontare la vita quotidiana, una volta tornato a casa. La nostra cultura è cambiata. Al mondo d’oggi siamo circondati dal male, ci siamo “desensibilizzati” e non ci accorgiamo del male e del peccato, neanche quando ce l’abbiamo sotto gli occhi. Perciò i giovani si rifugiano in momenti o brevi attimi di apparente felicità, che sembra ti facciano decollare verso il cielo, tanto da arrivare quasi a toccarlo con un dito… quasi, perché poi cadi e non hai nulla a cui aggrapparti e più sali più ti fai male quando atterri.
L’aspetto più bello e affascinante dell’esperienza che ho fatto quest’anno in montagna è il legame che c’è tra tutte le attività che vengono svolte. Infatti il “Professore” parla sempre, siamo noi che dobbiamo ascoltarlo e, in questa settimana, ha parlato attraverso i Padri, che hanno organizzato le attività apparentemente senza un nesso con i momenti di preghiera e di riflessione, ma che, in realtà, hanno colto gli aspetti più importanti di ciò che si è vissuto e li hanno spiegati attraverso il vangelo, riflettendoli nella vita di ciascun ragazzo.
Ogni parola detta dai Padri ha nutrito la mia anima affamata di verità e di bene ed è in quel momento che mi è stata mostrata l’esistenza di una via alternativa al peccato. Ho compreso che ognuno di noi è amato e che, se vogliamo essere felici, dobbiamo imparare a dire di no a chi non cura la nostra anima con il loro stesso amore e con l’Amore di Dio. Dobbiamo riuscire a seguire la nostra strada, per trovare la vocazione pensata per ciascuno di noi, consapevoli che Lui, per noi, vuole solo il meglio.
Non sempre questo percorso verso la felicità è così facile; anzi quando si sceglie il bene la strada è sempre in salita, come quando si parte per l’escursione verso la cima, spinti dall’entusiasmo che, però, con il passare del tempo, si può spegnere, sostituito dalla fatica e dallo sconforto di non vedere l’arrivo. Tuttavia si continua, mossi dalla fede dell’esistenza del rifugio e dalla consapevolezza che se qualcuno di più Grande ha scelto questo percorso, vuol dire che si è in grado di portarlo a termine.
Alla fine le montagne le ho solo visitate e non le ho viste spostarsi, ma il “Professore” in generosità non lo batte nessuno e, difatti, ha spostato da dentro di me qualcosa di più grande e pesante delle montagne: la presenza del peccato e mi ha donato gli strumenti per essere felice… ora mi aspettano i “compiti” a casa!
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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