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“Camminate come figli della luce” – I parte

Cristo vuole entrare nella nostra vita senza condizioni, e lo sforzo richiesto al cristiano è lasciarlo fare: “Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”

di Natalia Mancini

“Accendi la luce, che non ci vedo!”

Quante volte abbiamo detto questa frase entrando in una stanza buia, all’interno della quale non eravamo capaci di muoverci perché mancavano i punti di riferimento, temendo di inciampare o di urtare ostacoli invisibili...

Perché, in fondo, possiamo avere tutte le abilità che vogliamo, ma senza vedere dove mettiamo i piedi è difficile fare qualsiasi cosa.

Mentre riflettevo su questo, ho realizzato che molto spesso cerchiamo Dio principalmente nelle difficoltà, perché abbiamo bisogno di sapere che Lui c’è, che ci guida, che ci protegge.

E ho pensato che essere credenti è più facile se abbiamo dei problemi, se non sappiamo come affrontarli, se c’è la necessità e la speranza che ci arrivi un aiuto dall’alto. In questi casi ci ritroviamo a pregare spesso, con l’affanno nel cuore, a implorare affinché possiamo essere ascoltati ed esauditi.

In quei momenti, in cui siamo nella prova, ci aggrappiamo e ci affidiamo totalmente e ciecamente a quella che chiamiamo forse impropriamente “fede”; e che, probabilmente, è più un tentativo estremo di avere un’assistenza soprannaturale per affrontare quello che materialmente non sappiamo risolvere con le nostre forze.

Cosa succede, invece, quando la nostra vita fila liscia, quando siamo nella nostra “comfort zone”, quando le cose del mondo ci accontentano, ci bastano e ci appagano?

Diciamoci la verità: non sempre ci ricordiamo di Lui se il nostro cammino è illuminato dalla “luce artificiale” del mondo...

Sono tutte quelle situazioni in cui non solo non cerchiamo la luce vera, ma anzi, quella luce quasi ci infastidisce e non vogliamo che entri, perché comporta un impegno, la responsabilità, a volte anche l’obbligo, di fare delle cose.

Sicuramente vi sarà capitato di voler dormire, perché state tanto bene nel vostro letto, e qualcuno (per esempio mia madre quando ero giovane!) vi apre le imposte della finestra per farvi alzare.

Ecco, quanto rifuggite quella luce che entra prepotente a darvi la sveglia, a farvi iniziare controvoglia una giornata?

Così ho immaginato la difficoltà di far entrare Cristo nella vita, quando la sua luce non la cerchiamo, perché ci sembra di non averne bisogno, quando siamo contenti della nostra vita, della salute, della famiglia, del lavoro...

Questa è la parte difficile: lasciar passare Cristo che risorge nella nostra vita costantemente, anche quando “stiamo bene” e pensiamo che, in fondo, non abbiamo nessun peccato importante da confessare e passano mesi o anni prima di accostarci a questo sacramento; magari ci assolviamo da soli, dicendoci che non succede nulla se saltiamo una Messa, se non ci ricordiamo di recitare almeno una preghiera, se non esercitiamo la carità cristiana.

Se siamo in montagna e ci allontaniamo da un sentiero assolato per camminare un po’ nel piacere dell’ombra va bene, a patto che non perdiamo di vista la strada segnata, cercandola costantemente sui sassi e sugli alberi che ci circondano, altrimenti ci si smarrisce. E se poi diventa pure buio, allora sì che quella luce – che avevamo lasciato per stare un po’ riparati – la cercheremo disperati.

Cristo vuole entrare nella nostra vita senza condizioni, e lo sforzo richiesto al Cristiano è lasciarlo fare: “Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12)

Gesù quando opera i miracoli narrati nel Vangelo, risveglia, guarisce e fa camminare le persone che lo incontrano. Lo stesso fa con i cristiani che sono addormentati o paralizzati nella loro vita terrena e non guardano oltre, dando loro la possibilità di rialzarsi, fare una scelta e intraprendere un cammino.

Attraverso la consapevolezza di questa scelta e dell’impegno che ne consegue, avviene la trasformazione che la Grazia opera: la luce della Resurrezione passa per un sentiero che è accettazione, umiltà e sacrificio, ma ci ricompensa e ci gratifica già nella nostra vita terrena, con la speranza di tendere a quella eterna.

Continua...

 

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