Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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di Noemi Zerilli
Antonietta Meo, chiamata dai suoi familiari e dai suoi amici “Nennolina”, nasce a Roma, il 15 dicembre 1930, in un ambiente impregnato da importanti principi morali e religiosi: la famiglia di Antonietta, infatti, recita ogni giorno il Santo Rosario e partecipa quotidianamente alla Messa. È ultima di quattro fratelli, due dei quali non hanno visto la luce. Antonietta è una bambina allegra e vivace, alla quale piace molto giocare e stare con i suoi compagni di classe.
Una mattina, mentre gioca nel cortile della scuola, inciampa e cade, poiché la gamba non è più in grado di reggerla. I medici all’inizio non comprendono il suo male; in seguito, dopo aver effettuato una diagnosi, si scopre la malattia: “osteosarcoma”, un tumore osseo che la porterà fino all’amputazione della gamba. Nonostante la lunga agonia e le innumerevoli sofferenze che questa bambina dovette sopportare, Nennolina affronta il calvario della malattia con una serenità e con una forza disarmanti, continuando a sorridere e a svolgere le attività quotidiane della sua vita, lasciando tutti sorpresi e meravigliati.
Antonietta dimostra una maturità straordinaria per l’età che ha; ogni sera prende l’abitudine di scrivere una lettera che pone dinanzi al Crocifisso, con ai piedi Gesù Bambino. In queste “letterine” si riesce a cogliere e a comprendere quanto ella amasse la Madonna e quanto desiderasse imitarla: «Cara Madonnina, tu sei tanto buona, prendi il mio cuore e portalo a Gesù». Pur essendo una bambina molto piccola, comprende quanto la Madonna abbia sofferto per suo Figlio e scrive: «Caro Gesù… Tu che hai sofferto tanto sulla croce, io voglio fare tanti fioretti e voglio restare sempre sul Calvario vicino a Te e alla Tua Mammina»; e ancora: «Caro Gesù io ti ringrazio perché mi hai mandato questa malattia, perché è un mezzo per arrivare in Paradiso».
Leggendo la storia di Antonietta Meo si possono rintracciare delle similitudini con la piccola Giacinta Marto. Infatti, come Antonietta Meo, anche la vita della piccola Giacinta si è contraddistinta per le numerose penitenze e sacrifici, offrendo le proprie sofferenze per consolare Cristo e la Madonna, per salvare le anime e per raggiungere il Paradiso.
La vita di queste due bambine, oltre ad offrire copiosi spunti di riflessione, insegna una grande lezione di vita, che tutti noi dovremmo prendere come esempio, soprattutto in un tempo liturgico così importante, come quello della Quaresima. Guardando loro, possiamo anche noi comprendere l’importanza del sacrificio e della rinuncia, donando le sofferenze per la salvezza dei peccatori e anche per quella della nostra anima, affinché anche solo un nostro piccolo gesto possa consolare e rendere felici Gesù e la Madonna.
Un altro insegnamento possiamo trarre da questa storia: imparare a vedere il dolore, la malattia e la morte non come una punizione che Dio vuole infliggerci, ma come un Bene maggiore, la strada per raggiungere la santità.
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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