Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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LA PERSONA AL CENTRO DELL' INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
di p. Raffaele Montano, icms
“A Frodo allora parve di sentire, distintamente ma da lontano, voci del passato:
Ma per pietà, perché Bilbo non ha trafitto quell’ignobile creatura quando ne ha avuto l’occasione?
Pietà? È stata la Pietà a fermargli la mano. La Pietà e la Misericordia: non colpire senza necessità.
Non provo nessuna pietà per Gollum. Merita di morire.
Lo merita eccome! Molti tra i vivi meritano di morire. E alcuni tra i morti meriterebbero di vivere. Tu puoi ridargli la vita? E allora non affrettarti a emettere sentenze capitali in nome della giustizia, perché temi per la tua incolumità. Neppure i saggi riescono a vedere tutti i risvolti.
“Benissimo,” rispose a voce alta, abbassando la spada. “Ma ho ancora paura. Eppure, come vedi, non toccherò questa creatura. Ora che lo vedo, provo pietà per lui” (Il Signore degli Anelli, J. R. R. Tolkien).
Comportamento o atteggiamento ispirato a un senso di paziente e benevola umanità (mitezza significato, Google).
Nel suo capolavoro Il Signore degli anelli, Tolkien non si è risparmiato nel narrare guerre, battaglie e distruzioni. Ma esse in fondo, che nella saga non sono mai fine a se stesse, sono state raccontate per rivelarci la natura umana. Leggendole comprendiamo che sono il frutto dell’egoismo e del potere disordinato che cercano di dominare tutta la Terra di Mezzo, per soggiogarla poi ai propri voleri.
Il fondatore del Fantasy moderno, che si arruolò durante la Grande Guerra, ci sta spiegando ciò che troppo spesso sentiamo attraverso il giornalismo televisivo o della carta stampata, oppure nello scrolling infinito di uno schermo di uno smartphone.
Cioè, l’aver dimenticato l’essenziale: la persona al centro dell’informazione e della comunicazione.
Per questo mi piace la definizione che dà l’Oxford Languages della mitezza, ripresa da Google, soffermandosi su un concetto non raramente annebbiato dagli operatori della comunicazione globale: “umanità”.
Ciò che Frodo aveva a disposizione era una cosa molta semplice: uccidere un nemico, e avere così la strada spianata per la distruzione dell’Anello.
Due volontà: quella del bene e quella del male. Frodo e Gollum. Ma lui sceglie saggiamente.
Con troppa facilità e semplicismo si etichettano le persone che abbiamo di fronte e che non la pensano come noi. La tentazione è quella di non argomentare, e quindi dialogare, ma frettolosamente ergersi al di sopra di tutto e di tutti, armando quindi la nostra presunzione.
Tirare su muri è sempre stata la tentazione del genere umano. Distruggere quelli altrui la logica conseguenza di presumere di avere ragione.
Un esempio in ambito comunicativo è quando si etichetta come atteggiamento di “ingerenza” persone che semplicemente esprimono le proprie opinioni. Papa Francesco nel 2016 ha affermato che “nelle nostre società, la polarizzazione e l’esclusione sono l’unico modo possibile per risolvere i conflitti”.
Come dice il poeta: “la tua verità? No, la Verità e vieni con me a cercarla”.
La mitezza cerca sempre il dialogo sincero perché mette al centro la persona, e non tanto le mie supposizioni. Insieme si riesce ad intravedere il bene.
E solo allora fluisce in modo scorrevole l’argomentare, ridonando così l’autentico orientamento alla missione propria della comunicazione: il bene autentico di ogni uomo e donna.
È l’auspicio di questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni, che celebreremo il 24 gennaio 2025: che porti con sé la Speranza che possa rinnovare i nostri cuori e le nostre menti: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Lettera ai Romani, San Paolo).
Cosa rinnovare?
Iniziare a dire di sì all’autentica critica “da dentro”, cioè partire da valori in comune e imparare a superare la tentazione che ci siano solo due modi di vedere le cose.
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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