Pillole di SpiritualiTà
Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire, e sarete la sua lode, se vivrete bene. (Sant'Agostino)
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La Passione del Signore
Vangelo
La passione del Signore.
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco (Mc 14,1-15,47)
Spunti di riflessione
Ci troviamo nell’ultima domenica di Quaresima, tempo propizio per mortificazioni e preghiera. È la domenica delle Palme, giorno in cui celebriamo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto con delle foglie di palma che simboleggiano onore e vittoria, giorno che darà inizio alla Settimana Santa.
Il Vangelo di oggi ci invita a riflettere sulla sofferenza di Gesù per noi. Il Signore entra in Gerusalemme su un asinello, simbolo di umiltà, acclamato da tutti, onorato e accolto e saranno poi molte di quelle stesse persone che lo tradiranno. Gesù, nell’entrare in Gerusalemme, sente e percepisce quello a cui sta andando incontro, le sofferenze che lo attendono. Tuttavia, Egli volontariamente abbraccia la Croce, nonostante gli uccisori fossimo noi e con la Sua misericordia ci ha salvato. La sofferenza è il mezzo di cui Dio si è servito per redimerci, assumendo su di Sé tutti i nostri peccati. La nostra sofferenza, a Lui offerta, è quindi gradita, perché ci rende più simili a Lui e, plasmandoci al Suo cuore divino, può essere uno strumento di salvezza, perché ci permette di “aiutare” Cristo nella Sua missione, non dimenticando mai a quale prezzo siamo stati salvati.
Durante la giornata possiamo compiere atti di mortificazioni da offrire a Dio, rinunciando così alla comodità e alla nostra volontà: Gesù li accetta e li usa per il bene nostro e degli altri, aumentando nel nostro cuore il desiderio di salvare le anime e convertire i peccatori.
In questo passo del Vangelo ripercorriamo tutta la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, dall’Ultima Cena alla sepoltura. Nella notte del Giovedì Santo, Gesù si dona definitivamente ai suoi, offendo il Suo Corpo e il Suo Sangue. Il sacrificio era stato compiuto, mancava solo l’atto conclusivo, che sarebbe avvenuto nelle ore seguenti, rendendo visibile ciò che era avvenuto quella sera.
Il Vangelo di Marco si focalizza sul tradimento di Pietro. Questi, durante l’Ultima Cena, si sente pronto a difendere Cristo in ogni situazione, anche a costo della morte. Si sente forte, incapace di sbagliare, ardente di amore per Gesù. In un impeto di audacia, promette al Signore quello che sente, però, come ci insegna S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein): “Siamo in grado di mantenere le promesse fatte in uno stato di grazia, anche davanti al Crocifisso?”. Pietro rimane sconvolto da quella situazione, dall’arresto di Gesù, ha paura, non si aspettava un fatto così sconvolgente e, vedendo quello che stavano facendo a Gesù, non riesce a dire la verità e tradisce Cristo per timore che avrebbero fatto a lui la stessa cosa.
In questa situazione possiamo trovarci anche noi, che di fronte al mondo ci vergogniamo di Gesù e della nostra fede e non la mostriamo in pubblico, considerandola “roba antica”, di altri tempi. Possiamo rinnegare Gesù con le parole, ma anche con le opere, non comportandoci come Egli vuole, non operando la carità. Dinanzi alle difficoltà e controversie possiamo scoraggiarci, perdere la fede e chiedere incessantemente il perché di tutto questo. Gesù, però, ha sofferto obbedendo ciecamente al Padre senza chiedersi il senso. Nel mezzo delle grida della folla, Egli rimane in silenzio, consegnandosi al Padre.
Gesù sulla croce soffre l’apparente abbandono del Padre, uno dei momenti più duri, si sente solo. Quante volte causiamo dolori a Gesù vivendo come se Lui non esistesse, non pensando mai a quello che ha fatto. Egli ci chiama ogni giorno e ci invita a guardare le Sue piaghe e i Suoi chiodi, per mezzo dei quali siamo stati guariti, perché nella Sua Passione Cristo porta su di sé tutta l’umanità. Come possiamo allora consolarLo? Basta poco, soffermarci durante la giornata a meditare la Sua vita, la Sua Passione, facciamoGli compagnia rimanendo uniti a Lui spiritualmente, anche attraverso la recita delle giaculatorie e visitandoLo nel Tabernacolo quando possibile.
Seguire Gesù significa accettare la croce che Egli ci dà; significa affidarsi e fidarsi di Lui sempre, anche quando tutto sembra non avere senso perché “Chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38).
Chiediamo in questa Settimana Santa a Maria Santissima, considerando lo strazio del Suo Cuore, la grazia di portare con gioia la croce di Cristo, aiutando anche i nostri fratelli, come il Cireneo fece con Gesù. SentiamoLo sempre vicino nei momenti difficili e il nostro cuore sarà colmato di gioia vera e domandiamoci se anche noi siamo disposti a percorrere con Gesù la via dell’amore.
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