Pillole di SpiritualiTà
Per le ferite d’amore non c’è medicina se non da parte di colui che ha causato la ferita. (San Giovanni della Croce)
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di Deborah Cabiddu
Nella località di Is Molas, a poca distanza dal centro abitato di Pula, sorge un bellissimo Santuario intitolato alla Madonna della Consolazione. Il Santuario, visibile dalla strada che fiancheggia le rinomate coste del Sud Sardegna, accoglie durante tutto l’anno i numerosissimi pellegrini che visitano la tomba di Fra Nazareno, scomparso nel 1992 in fama di santità e per il quale è in corso il processo di beatificazione.
Fra Nazareno, al secolo Giovanni Zucca, nasce a Pula, in provincia di Cagliari, il 21 gennaio 1911 da Giuseppe Zucca, proprietario di terreni ed animali, e Faustina Pibiri. Avviato sin da piccolo ai lavori nei campi, cresce senza risparmiarsi: lavora instancabilmente per tutta la settimana e aspetta la domenica per riposarsi e dedicare il suo tempo alla caccia, dimostrando di essere un abile tiratore. Diventato maggiorenne parte per il servizio di leva e al suo ritorno si fidanza con una sua coetanea. Nel 1935 viene richiamato alle armi per la Guerra d’Etiopia e parte in Africa dove, dopo aver preso parte a tutte le operazioni di guerra del suo reggimento, viene congedato e avvia una fiorente attività di ristoro. In seguito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) si arruola come sergente, ma viene fatto prigioniero per cinque anni. Liberato, torna in Sardegna profondamente provato, nel corpo e nello spirito. Gradualmente, dopo essere entrato in un grande travaglio spirituale, matura il desiderio di consacrarsi a Dio e abbracciare la vita religiosa. La svolta avviene nel 1950 quando decide di andare ad incontrare Padre Pio da Pietrelcina, per chiedergli consiglio.
Arrivato in Convento, riesce ad avvicinare Padre Pio, ma questi lo tratta duramente e in tono burbero lo manda via. Profondamente scosso da quanto avvenuto, piange tutta la notte, ma non si scoraggia. L’indomani, bisognoso di risposte circa i suoi dubbi e aspirazioni, si ripresenta nuovamente da Padre Pio e stavolta questi lo accoglie “affabilmente come fossero vecchi amici”. Dopo qualche giorno, Giovanni gli apre il cuore: “Vorrei farmi frate … rimanere con lei in questo convento” ma Padre Pio gli risponde: “Il tuo posto è tra i figli di San Francesco, non qui però, ma in Sardegna; vai tranquillo, io non ti lascerò mai solo!”.
Nel 1951 Giovanni, a 39 anni, fa richiesta scritta di entrare come fratello laico nell’ordine dei Frati Cappuccini della Sardegna. Ammesso al noviziato nel convento di Sanluri, riceve l’abito dei Cappuccini, assumendo il nome di Fra Nazareno. Il 29 novembre 1955 emette la professione dei Voti perpetui.
Uomo di preghiera, che eleva al cielo “sgranando” frequentemente la corona del Rosario, gli vengono assegnati molti incarichi: cuoco, giardiniere, portinaio e questuante, che svolge sempre con umiltà, destando ottime impressioni, in chiunque lo incontra, per le sue capacità di ascoltare, consolare, ammonire e guarire.
Dal 1986 si stabilisce in modo permanente in una casetta di campagna, presso il bivio di Is Molas a Pula. È proprio vicino a quella casetta che nascerà in seguito il Santuario dedicato alla Madonna della Consolazione, voluto da Fra Nazareno, che in questo progetto sarà aiutato da tanti fidati amici, tra i quali Giovanni Caria e Giovanni Maria Tamponi.
La fama della sua santità presto si diffonde ovunque, tanto che accorrono a lui numerosissime persone da tutta la Sardegna e anche dalla Penisola: lui accoglie, ascolta, prega, aiuta “nell’esercizio di doni soprannaturali quali quello della profezia, della lettura dei cuori, delle guarigioni, della lotta spirituale contro le potenze maligne”.
Il Ministero dell’Ascolto diventa una missione, che lui stesso riconosce come affidatagli da Dio, un carisma che anche i suoi Superiori approvano e sostengono cercando di metterlo nelle condizioni di esercitarlo nel migliore dei modi.
La sua Vita religiosa è fatta di povertà, sacrifici e penitenze, che offre incessantemente a Dio per i suoi “poverelli”. La sua giornata si svolge nella semplicità: sveglia prestissimo, preghiera fino all’ascolto della Santa Messa, accoglienza della gente, preparazione del pranzo. A detta dei suoi commensali cucinava benissimo per i suoi ospiti, ma lui non mangiava quasi nulla se non una brodaglia con qualche fetta di pane. Di sera saltava la cena e si dedicava alle faccende domestiche o alla lettura delle lettere dei bisognosi. Poi riprendeva la preghiera e la notte dormiva solo per qualche ora.
La sua specialissima relazione con Dio è oggetto delle numerose testimonianze che continuano ad affiorare dalla memoria dei suoi devoti, che ricordano i brevi ma intensi colloqui, in seguito ai quali gli ammalati ritornavano a casa “risanati”, i dubbiosi rinsaldati nella fede, i disperati ricolmati di speranza e i peccatori decisi a cambiare vita.
Fra Nazareno si accollava tutti i loro mali, li “assorbiva” nel vero senso della parola e riusciva a liberarsi da tutte queste sofferenze solo attraverso la preghiera. Frequentemente veniva richiesta la sua presenza anche in ospedale o nelle abitazioni, al capezzale di qualche morente che lui non disdegnava di visitare e confortare.
Era devotissimo alla Madonna, fece frequenti pellegrinaggi a Lourdes e anche un pellegrinaggio a Fatima dove, come testimonia il suo confratello Fra Lorenzo, che lo assistette nelle sue infermità e condivise con lui vari momenti di preghiera, “quando era libero dalle Cerimonie Ufficiali sostava ordinariamente in preghiera nella Cappella dell’Apparizione”. Non si separava mai dalla Corona del Rosario che era di semplice fattura e pregava giorno e notte tenendolo con entrambe le mani. Fece un viaggio anche in Terra Santa e si recò in tante occasioni a San Giovanni Rotondo. Era molto legato a Padre Pio e fu presente anche ai suoi funerali, vegliando il suo corpo giorno e notte, fino al momento della sua sepoltura.
Padre Roberto Sardu, vice postulatore della causa di beatificazione di Fran Nazareno, ricorda che, quando Fra Nazareno andava a San Giovanni Rotondo, si recava a pregare sotto una pianta di fichi che la nipote di Padre Pio aveva innaffiato con l’acqua usata per lavare i panni intrisi di sangue del Santo. Quei fichi erano prodigiosi e spesso Fra Nazareno li coglieva per portarli agli ammalati, molti dei quali guarivano.
Riuscì anche ad avere uno dei guanti di Padre Pio che era solito posare sopra i malati, invocando la sua intercessione.
Sempre a San Giovanni Rotondo Fra Nazareno era solito portare pacchi di caramelle all’arancia e al limone, che faceva benedire da Padre Pio e poi distribuiva ai malati. Come diceva Giovanni Caria “la caramella era un mezzo per invitare le persone a pregare e ringraziare Dio, faceva uscire le persone con le caramelle e raccomandava di dire un’Ave Maria alla Madonna mangiandone una e diceva loro di farlo in chiesa, così era sicuro che ci andavano”.
Questa consuetudine è diventata una tradizione che gli è valsa l’appellativo di “Santo delle caramelle” e tutt’oggi i cappuccini, suoi confratelli, distribuiscono ai pellegrini in visita al Santuario le caramelle benedette nella sua celletta.
Gli ultimi anni della sua vita sono costellati di tante sofferenze fisiche. Nel 1990 gli viene asportato lo stomaco per un tumore maligno e per lui inizia una lunga convalescenza. Uscito dalla clinica vi rientra dopo qualche tempo per subire un ulteriore intervento, che lo porterà a compiere i suoi ultimi passi lungo la via del Calvario. Umile e sempre vigile, con le mani strette intorno al Rosario e al Crocifisso che aveva preso nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, si conforma pienamente a Cristo divenendo “l’uomo dei dolori”. Chi gli è stato vicino in questi momenti riferisce la sua eroicità nel sopportare la sofferenza, finché il 29 febbraio 1992 il suo cuore cessa di battere. La notizia si diffonde con grande rapidità e un fiume di gente si riversa nel Convento di viale Fra Ignazio, dove la salma viene esposta.
Oggi Fra Nazareno riposa nel Santuario della Madonna della Consolazione di Is Molas a Pula, in una tomba di recente ideazione che è stata realizzata per accogliere le sue spoglie mortali dopo la fase di ricognizione dei suoi resti, conclusasi nel febbraio del 2022.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Sergio Onnis, Il servo di Dio Fra Nazareno da Pula, Editrice Velar, Gorle BG 2004
Italo Urru, Fra Nazareno, così l’ho vissuto, AM&D, Cagliari 1996
Giovanni Maria Tamponi, Fra Nazareno, Editrice Velar, Gorle 2000
Fr. Jean-Marcel Rossini, Un fedele figlio di San Francesco, Il servo di Dio fra Nazareno da Pula, Frate Minore Cappuccino, Edizioni Voce Serafica della Sardegna
MARIA DI FATIMA, MENSILE DELLA FAMIGLIA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, ANNO XX N.9 DICEMBRE 2018
https://www.franazarenodapula.it/
https://franazareno.it/index.html
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