Pillole di SpiritualiTà
Comprendi per credere, e credi per comprendere. Comprendi la mia parola, affinché tu possa credere; credi alla parola di Dio per poterla comprendere. (Sant'Agostino)
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di Marina Zaccagnini
Il 26 settembre del 1181 (o del 1182, è incerto l’anno esatto della nascita) ad Assisi nasce Giovanni, secondogenito di Pietro di Bernardone, ricco mercante laniero, e di Pica, ricca e forse nobile provenzale.
Il padre, assente al Battesimo, volle che fosse chiamato Francesco, in riferimento ai panni pregiati importati dalla Francia. Sarà il nome del più amato povero della storia, “il povero che arricchì il mondo”.
Il 18 luglio del 1193 ad Assisi nasce Chiara, da Favarone e Ortolana, di famiglia aristocratica. A circa dodici anni Chiara sente parlare per la prima volta di Francesco e delle sue “follie”. Dalla madre, Chiara impara a visitare i poveri di Assisi e i lebbrosi. Con Francesco, Chiara fonderà “le Povere Dame”, le sue prime compagne, che più tardi saranno chiamate “clarisse”.
Nel 1198, a soli 38 anni, sale al soglio pontificio Lotario, Papa Innocenzo III. Francesco si recherà a Roma, da lui, per chiedere l’approvazione della sua “Protoregola”. Sia lui che il nipote Ugolino – che sarà Papa Gregorio IX – saranno benevoli con Francesco e favoriranno il fiorire dell’ordine francescano. Ugolino, da Vescovo, fece approvare la “Regola bollata” e, da Papa, canonizzò Francesco, il 16 luglio 1228.
È tempo di Crociate e c’è guerra anche tra Perugia e Assisi. Francesco non se ne rende ancora conto, ma cominciano le crisi che lo porteranno presto a cambiare vita. Ai suoi compagni gaudenti parla “di una nobilissima dama”, “la più bella di tutte”, che gli ha rubato il cuore. Nessuno capisce, neanche lui che si sta facendo strada nel suo cuore “Madonna Povertà”. Francesco, armato dal padre come il più ricco dei cavalieri, partecipa alla battaglia per difendere Assisi dai perugini che, però, hanno la meglio e fanno molti prigionieri, tra cui il nostro Francesco. Resterà in prigione per un anno, in cattive condizioni di salute. Sarà liberato dietro riscatto, pagato dal padre, ma resterà ammalato e senza sapere cosa fare.
Nel 1204 comincia la sua conversione, dopo un altro fallito tentativo cavalleresco. Un sogno lo chiama di nuovo ad Assisi “per servire il Re del cielo e non quelli della terra”. Convoca gli amici per una cena e annuncia il suo “matrimonio con Madonna Povertà”. Da ora, molti lo prenderanno per pazzo.
A San Damiano, chiesetta diroccata, un Crocifisso ligneo gli parla: è la voce di Cristo che gli dice “Francesco va’ e ripara la mia casa, che, come vedi, è in rovina”.
Come farà sempre, Francesco prende alla lettera l’invito e si mette a restaurare con le sue mani la chiesetta. Per i materiali necessari, sottrae anche stoffe di gran valore al padre e le vende.
Il contrasto con il padre finirà pubblicamente, davanti al Vescovo di Assisi. Francesco toglie i suoi abiti e li riconsegna al padre. Il Vescovo lo fa ricoprire con una veste di fortuna e con un mantello. Francesco va… i suoi primi compagni sono: Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani, seguiti poi da molti altri.
Nel 1209 sono già 12 i compagni di Francesco e insieme si recano a Roma, da Innocenzo III, che approva a voce la “Protoregola”, a cui seguiranno “la Regola non bollata” e infine “la Regola bollata”.
Dopo un primo soggiorno a Rivotorto (frazione di Assisi), la piccola compagnia si stabilisce a S. Maria della Porziuncola, chiesetta ottenuta prima in custodia dai Benedettini del Subasio e poi donata definitivamente alla primitiva Comunità francescana.
L’Ordine dei Minori è ormai nato, “complice” un sogno di Innocenzo III, che vede Francesco sostenere la Basilica Lateranense, che sta crollando.
Entra nell’Ordine Leone, figura preminente. Per Francesco sarà consigliere, confessore, infermiere, scrivano e confidente prediletto. Francesco lo chiamerà “pecorella di Dio”.
Molto conosciuta la Benedizione di Francesco a Frate Leone: “Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo Volto e abbia misericordia di te. Volga a te il suo sguardo e ti dia pace”.
Il 12 marzo del 1212, nella notte seguente alla Domenica delle Palme, nella Porziuncola in S. Maria degli Angeli, Francesco e i suoi frati accolgono Chiara e la consacrano al servizio di Dio. Chiara subirà molti attacchi da parte dei parenti, ma vincerà la sua battaglia. Placata l’ira familiare, si stabilirà, con le sue “povere dame”, in San Damiano.
Francesco e Chiara vivranno una vita evangelica, medesima povertà di mezzi e strutture, senza difesa né mezzi di sostentamento.
Chiara è la testimone e l’erede più fedele dello spirito e della vocazione di Francesco, reale fondatrice, con Francesco, non solo del ramo femminile (Clarisse) ma di tutta la famiglia francescana (Minori, Clarisse, Terz’Ordine).
Nello stesso anno, Francesco torna a Roma da Innocenzo III: intende chiedere il permesso di recarsi in Terra Santa, per predicarvi il Vangelo. Ha il permesso, ma il viaggio non va a buon fine.
Francesco inizia le sue lunghissime “quaresime” di digiuno, penitenza e preghiera e canta: “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”.
Riceve in dono il Monte della Verna e, nel 1219, parte di nuovo per la terra Santa e a Damietta si incontra pacificamente con il Sultano d’Egitto Melek-el-Kamel. Francesco è gravemente malato agli occhi.
Nel 1220, in Marocco, vengono uccisi i primi 5 martiri francescani.
Due diversissimi cristiani, Francesco e l’imperatore Federico II, si recano entrambi dal Sultano, non per combattere, ma per negoziare la pace. Per contrasti interni – e non solo – Francesco rinuncia al governo dell’Ordine, che passa a Pietro Cattani. Il 24 e 25 dicembre, a Greccio, nella valle reatina, Francesco, diacono, rievoca il presepe di Betlemme. Alla consacrazione, tutti vedono nella mangiatoia un Bambino celestiale, Memoria Eucaristica del Natale del Signore.
Il 17 settembre del 1224 Francesco è già gravemente malato. Alla Verna, da un Serafino alato, riceve le Stimmate della Passione di Gesù come “sigillo” di conformazione a Cristo crocifisso, sigillo anche di amicizia personale e profonda con il suo Amato Signore. È macerato il corpo, ma ingigantito lo spirito. Vane e dolorose le cure. Il 3 ottobre 1226, dopo il tramonto, Francesco muore in Santa Maria degli Angeli, vicino alla tanto amata Porziuncola. Nella Basilica Inferiore di Assisi, accanto a lui, riposano gli amici più fedeli: Leone, Masseo, Ruffino, Angelo e “frate Jacopa” (dei Settesoli, che con tanta devozione lo ha assistito).
***
Francesco salì tanto in alto, agli occhi dei contemporanei, da essere chiamato “l’altro Cristo”. Egli è amato dai cattolici, ma anche dai non credenti.
La sua immagine come “minore” e “ultimo” (come egli si proclamò e volle restare) si accompagna alla sua statura religiosa e storica, che è quella di un gigante, che dopo otto secoli ci trasmette ancora speranza.
È figura universale. Uomo innamorato di Dio e della creazione, del suo Signore Gesù Cristo, di Maria Santissima e di tutti gli uomini.
Ogni passo del suo cammino sulla terra è stato rivolto al cielo. Una bellissima rivoluzione interiore fece del piccolo Francesco di Bernardone il grande San Francesco.
Egli non si è mai ritenuto degno di accedere al Sacerdozio, è rimasto semplice frate e poi Diacono. La sua vicenda umana e spirituale è un dono divino alla Chiesa e al mondo.
Tutti i luoghi francescani sono immersi in un incanto senza tempo. Per chi vuole approfondire la conoscenza di Francesco, ci sono le “Fonti Francescane”, che raccolgono di lui storia, letteratura e scritti.
Suoi sono: Il Cantico delle creature, Il Saluto alla Beata Vergine Maria, Le lodi a Dio Altissimo, L’Ufficio della Passione del Signore e tanto altro.
Innumerevoli, nei secoli, i Santi e le Sante francescani, dopo la “prima pianticella”, Chiara.
Il nostro Santo, il 18 giugno 1939, fu proclamato, da Papa Pio XII, Patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena.
Come Francesco, siamo chiamati tutti a far risplendere con la nostra vita l’Amore del Signore.
Pace e bene a tutti!
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 09 febbraio 2025 - ANNO C -
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