Tratto dalla Rivista “Maria di Fatima” n. luglio-agosto 2025
di Francesco Morfu
L’affascinante vita di questi tre bambini rende evidente una verità fondamentale ed inconfutabile: la vera gioia è Gesù; e NESSUNA situazione può impedire all’uomo di vivere nella vera gioia. Questo si può dire anche in altre parole: NESSUNA situazione può impedire all’uomo di vivere la vita insieme a Gesù, sempre alla sua presenza.
La storia dei fratelli Rosaria, Giastin e Cosimo è davvero un dono che l’infinita Misericordia di Dio ha fatto al mondo intero, un dono che manifesta l’amore e la cura provvidente che Dio ha per noi suoi figli.
UNA TERRIBILE DIAGNOSI
Questa storia è resa possibile anche grazie all’amore grande dei genitori – Carolina e Giuseppe – verso Dio e verso i propri figli; ma, soprattutto, dall’amore immenso e confidenziale che intercorreva tra Dio e questi splendidi bambini.
La prima dei tre figli a venire al mondo è Rosaria, una bimba con due occhi grandi che sembravano trapassarti l’anima. Tutto procedeva bene, Rosaria cresceva e portava tanta gioia in casa Gravina. Ma solo qualche tempo dopo, circa a 12 mesi dalla nascita, tutto crollò. Il medico diagnosticò a Rosaria una malattia rara: “Amiotrofia spinale di tipo Werding Hofmann”; e inoltre aggiunse: “La bambina non vivrà più di 14 mesi”.
Invece, inspiegabilmente, riuscì a raggiungere i 15 anni, tanto da far dire a un medico: “solo un grande amore ed una dedizione totale possono fare questi miracoli”.
Dopo Rosaria nascono gli altri due fratellini: prima Giastin e dopo qualche anno Cosimo. Anche loro colpiti dalla stessa patologia genetica.
I medici erano stati chiari: “questa malattia colpisce un figlio su 4 e se colpisce il gene femminile non colpisce quello maschile”. Ma, inspiegabilmente, si sbagliarono in tutto. Anche Giastin e Cosimo vissero miracolosamente alcuni anni su questa terra: Giastin 16 e Cosimo 14.
GESÙ, IL LORO GRANDE AMICO
Tutti e tre hanno vissuto una vita straordinaria, la sofferenza della malattia non ha mai spento la loro grande gioia. Avevano un rapporto bellissimo con Dio: gli parlavano in modo semplice e confidenziale. Vivevano sempre alla presenza di Gesù, con Lui si divertivano un mondo e potevano fare di tutto e di più, come, ad esempio: … raccontare le barzellette!
Giastin era dispiaciuta di vedere Gesù soffrire in croce e gli faceva compagnia, raccontandogli quanto vissuto quotidianamente. Insieme a sua sorella Rosaria, gli raccontava barzellette e fatti divertenti per distrarlo da tutti i dolori che normalmente la gente riversa su di Lui. Così facendo, erano sicure che Gesù sarebbe sempre andato a trovarle per divertirsi! Rispetto a Giastin, Rosaria coltivò nel tempo una relazione più intima e profonda con “Papà Dio”, che voleva consolare per il dolore della perdita del Figlio Gesù, ricorrendo sempre al gioco e alla simpatia.
LA “PARTITA DEL CUORE”
La mamma Carolina racconta: «Nella nuova casa la loro cameretta si affacciava su un campetto da calcio e lì iniziarono le richieste di Cosimo: “Mamma, quando fa caldo mi porti a giocare a pallone?”…”Sì Cosimo”… “E mi metti in piedi per tirare un calcio al pallone?”… “Si Cosimo”.
Questo tutti i giorni e così dissi a Giuseppe che quella casa non era adatta a noi, perché il bambino soffriva troppo nel vedere gli altri bambini giocare e lui non poteva. Così decidemmo quella sera di trovare un’altra abitazione. Ma la mattina, quando Cosimo si sveglia, mi dice: “Mamma tutto a posto” Io chiesi cos’era ‘tutto a posto’ e Cosimo: “Mamma non c’è bisogno che mi porti fuori a giocare a calcetto, io e Pippo (Pippo è l’angelo custode di Cosimo) ci siamo fatti una squadra. Noi stiamo in quella degli angeli, poi c’è quella dei Santi e sono più fortunati: hanno Gesù come portiere e Lui con un dito para, non possiamo mai fare goal!” Io ancora non avevo capito cosa stesse succedendo e ridendo gli dico: “Cosimo, mettete Gesù come arbitro!” Lui: “Sì mamma!”. Così, trascorsa la giornata, era contento di andare a dormire e al mattino disse: “Mamma la tua idea non è stata buona per niente”. Chiesi cosa fosse successo e lui: “Gesù non può arbitrare nessuna partita!” Io chiesi: “Perché?” Cosimo rispose: “Non dà nemmeno un fallo, dice sempre: perdona, perdona…”» …e tanto altro. Il libro “Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina. I tre vulcani della gioia” è pieno zeppo di aneddoti belli, edificanti e anche divertenti.
MA SIETE NORMALI, VOI SULLA TERRA?
Oltre a divertirsi con Gesù, questi tre bimbi avevano anche un amore folle per Lui. Ricevere Gesù Eucaristia era per loro il dono più grande di tutti. Nonostante fossero solo bambini, avevano compreso fino in fondo il tesoro inestimabile dell’Eucaristia. E questo ce lo testimonia un altro bell’aneddoto, raccontato da mamma Carolina: «Una mattina, dopo aver pregato con Cosimo, gli dico: “Cosimo se io vedessi Gesù morirei!” e lui si porta la mano in fronte e dice: “ma che dici mamma!” e io: “sì, se io vedo Gesù muoio!” e lui: “mamma, tu non muori, perché tu lo mangi e non muori! mangiare è più che vedere, Lui entra dentro di te!”»
Rosaria, Giastin e Cosimo non avevano affatto paura della morte: anzi, tutto il contrario! La mamma Carolina racconta: «Mia mamma chiese a Giastin cosa stesse facendo e lei rispose: “Sto disegnando la mia lapide”. Mia mamma si fece il segno della croce e disse spaventata: “Ma Giastin, perché, non ti senti bene?” E lei: “No nonna, sto benissimo, non ti spaventare, non sto morendo” e scoppiò a ridere; continuò dicendo: “Certo nonna, la gente è strana: quando nasciamo tutti a dire ‘auguri, auguri’, eppure questa vita finirà; invece, quando moriamo, tutti a dire ‘condoglianze’. Ma siete normali voi sulla terra? Gesù per noi ha acquisito la vita che non finisce mai, io già ora vi dico che voglio le campane a festa e non quel don don triste e tutti dovranno dire auguri a mamma e papà e si dovranno vestire a festa, perché io vivrò per sempre e non morirò più».
VIVERE CON GESÙ L’ATTIMO FUGGENTE
Rosaria, Giastin e Cosimo organizzarono fino ai minimi dettagli il giorno della loro salita al Cielo, facendo a Gesù tante richieste per quel giorno “speciale” e tutte si avverarono.
Nel libro è scritto che Cosimo, prima di morire, fece una richiesta particolare a Gesù che riguardava la sua squadra del cuore: l’Inter. Anche questa si realizzò e sono sicuro che farà rimanere sbalorditi i lettori tifosi.
Concludo ponendo questa domanda: Per quale motivo questi bambini erano così felici di vivere? La risposta è semplice: Perché hanno vissuto tutta la loro vita insieme a Gesù, momento per momento.
Questo spinge anche a noi a imitarli, a cercare di vivere ogni attimo della nostra giornata in compagnia di Gesù, coltivando un rapporto confidenziale di vera amicizia con lui.