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IL CANTO DELLA QUOTIDIANITÀ

L’Assunta eleva al cielo la nostra umanità

di p. Mario Piatti icms

MARIA DI FATIMA - n°6, Luglio-Agosto 2021
EDITORIALE 

 

Il terzo Prefazio del Tempo Pasquale afferma che Gesù: «… continua a offrirsi per noi e intercede come nostro avvocato: sacrificato sulla croce più non muore e con i segni della passione vive immortale». Le stigmate, impresse nel Corpo del Signore, sono le vestigia della sua autentica regalità. Il Maestro ha portato in Cielo le ferite che hanno piagato il suo Corpo: segni di sofferenza e di umiliazione, che divengono ora luminosi segni di Salvezza e di Gloria, fonti inesauste di grazie, di perdono e di pace.

Maria Santissima, associata in tutto al disegno di salvezza del Figlio, gode eternamente - nella pienezza del suo essere - della visione di Dio. Anche quel Cuore Immacolato, elevato al Cielo, ha portato in sé i segni della sua materna Passione. Ai piedi della Croce si è unita, in modo unico, all’offerta del Signore Gesù, divenendo prima corredentrice di salvezza.

Quel Cuore, a Fatima, è apparso ai Pastorelli circondato di spine, a significare questa compenetrazione di gaudio eterno e di dolore, di beatitudine e di sofferta partecipazione alle nostre pene, ai nostri dolori, come espiazione per le nostre colpe. Anch’Ella ha inciso, nella sua umanità, elevata in Cielo al termine del suo percorso terreno, il dolore infinito che ha trapassato in terra la sua anima, come le aveva profetizzato nel Tempio di Gerusalemme il santo vegliardo Simeone.

Da Betlemme, a Nazaret, a Gerusalemme, al Calvario: tutto ciò che quel Cuore purissimo ha attraversato è divenuto un Tesoro di Grazia, eternamente associato a Cristo Signore, che regna sovrano “con i segni della Passione”.

Maria Santissima ha assunto in Cielo il profumo e la fragranza della vita nascosta di Nazaret, il valore altissimo della nostra quotidianità, del lavoro come partecipazione attiva alla creazione. Attraverso di Lei, per la Redenzione operata da Cristo Signore, tutto quello che facciamo diventa importante, acquista un significato nuovo: la banale realtà domestica viene improvvisamente elevata alle altezze del Cielo, si “imparenta” con la vita dei Santi, diventa moneta preziosa, tesoro di meriti e di grazie che ritroveremo al termine della nostra vita. Nulla va più disprezzato, nel quadro apparentemente monotono e ripetitivo della nostra vita.

Nessun frammento di vita va più sprecato: perfino i nostri peccati, le nostre infedeltà divengono motivo di offerta: ti dono, Signore, la mia stessa miseria: santificala Tu, con la tua misericordia! Nessun cuore ci è stato messo accanto “per caso”: tutti rientriamo in un disegno, che solo vagamente percepiamo quaggiù e di cui con stupore scopriremo un giorno la bellezza, l’ampiezza, il respiro soprannaturale.

L’Assunta è il canto della nostra quotidianità, apparentemente inutile e priva di interesse agli occhi del mondo, ma raccolta con tenerezza e benedetta dal Cuore di Dio.

Ella ha assunto in Cielo il mistero stesso della sua divina Maternità, nella quale si rinnovano, misticamente, la grazia e il miracolo del concepimento di ogni uomo: ognuno di noi è come una scintilla viva della Sapienza e dell’Amore eterno del Creatore, deposto nel grembo di una madre, quale tesoro da accogliere e da custodire con trepidazione.

Maria Santissima vive eternamente nella gloria del Paradiso con il suo Cuore Immacolato e Addolorato, nel quale ogni uomo può trovare conforto, rifugio, consolazione. Vive in Cielo con le ferite inferte alla sua anima dalla indifferenza degli uomini, dai peccati che ogni istante offendono la maestà e la bontà di Dio e continuano a trafiggere la sua delicatissima anima. Quelle profonde ferite sono luce di Grazia e di consolazione, luminosa via per un cammino autentico di conversione e di santità.

L’Assunta non smette mai di pregare, di implorare per tutti misericordia e perdono; continua a chiedere al Padre, per noi suoi figli, la forza di ripartire, di ricominciare; la luce per rileggere l’esistenza secondo la Verità, che viene da Dio.

 

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