Pillole di SpiritualiTà
Confessiamo senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza. (Sant'Agostino)
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di P. Andrea Mistrorigo icms
Per comprendere il ruolo di San Giuseppe nel piano della salvezza ci serviamo di un esempio preso dalla natura: se osserviamo la pianta del pomodoro, vediamo ch’essa per crescere ha sì bisogno della terra ove mettere radice, ma ha necessità poi di un sostegno ove appoggiarsi per protendersi eretta verso il sole da cui riceverà luce e calore.
Questo esempio vale per ogni uomo che nasce nel mondo: ogni bimbo, per formare progressivamente e strutturare in modo equilibrato e stabile il suo sé e la sua identità, ha bisogno tanto di una mamma (la terra ove, racchiuso per nove mesi, trae la vita germinale) come di un papà (il sostegno che ne dovrà orientare la crescita indirizzandola verso la piena maturità). Queste due figure sono “il sacramento” della maternità e della paternità di Dio attraverso le quali il bambino cresce e si sviluppa in modo armonico nella sua direzione naturale, in un processo che porta e predispone il soggetto ad accogliere i doni della grazia divina.
Anche Gesù, per ricevere e perfezionare la sua natura umana, ha avuto bisogno tanto di una mamma, come di un papà. Dice Suor Lucia negli Appelli del Messaggio di Fatima:
Dal cuore della madre i figli ricevono la vita naturale, il primo nutrimento, il sangue germinale, il battito del cuore, come se la madre fosse la catena di un orologio che muove due pendoli. Guardando la dipendenza del figlioletto nei primi tempi della gestazione nel seno materno, potremmo quasi dire che il cuore della madre è il cuore del figlio. E lo stesso possiamo dire di Maria, quando ha portato nel suo seno il Figlio dell’Eterno Padre (Appello alla devozione al Cuore Immacolato di Maria).
Vediamo qui che il ruolo della Madonna nella generazione del Verbo Incarnato è essenziale.
Sappiamo che Cristo fu generato senza concorso di uomo, ma non volle crescere senza l’aiuto di un uomo che gli fosse padre: San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l'esercizio della sua paternità (Esortazione apostolica Redemptor Custos del Santo Padre Giovanni Paolo II). Ascoltiamo bene su questo punto ciò che afferma San Bernardino da Siena:
Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l'uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità, dopo di lei, deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza (Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote).
In questo passaggio, San Bernardino si sofferma sul fatto che Gesù fu introdotto nell’umana società in modo ordinato e onesto grazie al padre putativo; la presenza di San Giuseppe, però, è di grande importanza non solo per questo motivo, ma anche perché si pone al servizio di quella strutturazione interiore ordinata e sana dell’umanità di Gesù. Cristo non si è assoggettato alle leggi della crescita umana nella sola tappa della sua gestazione e svezzamento; no, Egli si è assoggettato a tutte le tappe dello sviluppo, come ce lo attesta il Vangelo: “E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2, 52). Commenta san Leone Magno: L’infanzia di Gesù si sviluppò con il crescere dell’età nella piena maturità dell’uomo. Il Cuore castissimo di san Giuseppe è il mezzo di cui Dio si è servito per nutrire, consolidare e strutturare la piena fioritura umana di Cristo: su questo cuore Gesù ha riposato, fra le sue braccia ha trovato sicurezza e calore, sulle sue labbra ha trovato parole di affetto e di insegnamento, dalle sue mani ha appreso la nobile arte del falegname: Gesù ha visto la tenerezza di Dio in Giuseppe (Lettera apostolica Patris corde del Santo Padre Francesco).
Come il Cuore di San Giuseppe così il cuore di ogni papà è chiamato ad essere il sacramento (ossia la presenza invisibile ma reale) della paternità di Dio, tanto da fare sperimentare al cuore dei figli la tenerezza ed insieme l’autorevolezza del Cuore di Dio. È questa l’esperienza che fecero tanto Maria come Gesù: in Giuseppe essi trovarono sicurezza, affetto e integrità morale perché cuore casto, tutto unito a Dio come il raggio di luce è unito al sole. La Madonna poteva ben ripetere: “Giuseppe mio casto sposo, dei nostri Cuori sei tu dolce riposo”. Ogni padre ami questo grande patrono, lo imiti nelle virtù cristiane, perché la propria famiglia possa vedere in lui un riflesso del Cuore di San Giuseppe e trovare nel suo abbraccio rifugio e riposo.
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Confessiamo senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza. (Sant'Agostino)