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Il Miracolo Eucaristico di COLLE VAL D’ELSA - LIVORNO

L’Eucarestia: presenza viva di Cristo, l’amore di Dio sulla terra!

di Sr. M. Rita Colombo icms

Il miracolo avvenne il 5 aprile 1976 nella cappella dell’ospedale San Lorenzo di Colle Val d’Elsa (Siena), durante la celebrazione della santa Messa, a cui partecipavano le Suore che prestavano il servizio di assistenza e carità in ospedale fin dal 1925.

Questa la relazione che fece il cappellano dell’ospedale, Don Veris Consumi, protagonista del prodigio:

«Il giorno 5 aprile 1976 - nella Cappella dell’Ospedale di Colle Val d'Elsa, di cui sono Cappellano - mentre comunicavo le Suore, mi cadde dalle mani un’Ostia consacrata che raccolsi subito e misi nel vasetto della purificazione, dentro al tabernacolo. Dopo 3 giorni, parte dell’Ostia si era trasformata in un coagulo di sangue. Aspirai con la siringa un pezzetto del coagulo di sangue per farlo analizzare. I risultati dell’analisi confermarono che il campione risultava essere vero sangue mescolato ad acqua.

Dissi tutto a S.E. Mons. Castellano e a Monsignor Pacini, Vicario Generale. Monsignor Arcivescovo Castellano mi consigliò di prendere il coagulo con un cucchiaino e di metterlo su una carta bianca assorbente dentro una teca. L'acqua, che era unita al coagulo, si prosciugò ma il coagulo di sangue rimase impresso nella carta. Feci analizzare di nuovo l'acqua nella quale era contenuto il coagulo ed in questa, io stesso, vidi tracce di sangue che si manifestarono quando il chimico versò nella provetta il reattivo.

Sono veramente impressionato e penso alla mia poca fede, al mio poco amore per Lui che si è manifestato presente sotto le apparenze del pane. Anche Monsignor Arcivescovo il giovedì Santo mi disse: “Nostro Signore si vuol manifestare!”. Confesso con schiettezza che la prima analisi che feci fare, dalla quale risultò l'accertamento positivo, mise nel mio animo un vero entusiasmo unito ad una profonda gioia. Le Suore che erano al corrente dell'accaduto erano veramente impressionate. Abbiamo sentito il profumo soave che emanava dal tabernacolo dove io ho posto l'ampolla con l'acqua e la goccia di sangue ed abbiamo sentito anche l'odore acre di una piaga».

Ulteriori particolari specificano che la particola caduta e riposta nel tabernacolo, dopo essere rimasta tre giorni nell’acqua, continuava a galleggiare e non si era ancora sciolta. Il quarto giorno (era Giovedì Santo), don Veris notò che la particola era scesa sul fondo del contenitore e che a galla era apparso un coagulo di sangue, che risultò essere vero sangue umano.

Il coagulo di sangue, assieme all'Ostia miracolosa, in seguito appoggiati su una carta assorbente, sono conservati in un prezioso reliquiario, che si trova presso la cappella delle Suore Piccole Missionarie del Sacro Cuore in via Ozanam ad Antignano-Livorno, le stesse che avevano assistito al Miracolo del 1976.

L’Istituto livornese è stato fondato nel 1922 da madre Clotilde Gigli.

Nel 1976 la Madre Generale, all’epoca suor Nazarena Vecchina, grazie a un accordo con l’arcivescovo di Siena, Mario Ismaele Castellano, ottenne, infatti, di poter portare la reliquia a Livorno, sede dell’Istituto, qualora le Suore avessero interrotto il loro servizio all’ospedale San Lorenzo di Colle. Cessata tale presenza, nel 1990 la reliquia fu portata ad Antignano.

Un particolare toccante è il soave odore che si sprigiona ogni anno dal tabernacolo nella ricorrenza del giorno del rinvenimento del Miracolo.

Ogni 5 del mese viene esposta al pubblico la reliquia e si può partecipare alla Santa Messa, che viene celebrata nella cappella delle Suore in riparazione degli oltraggi, delle mancanze di fede, delle indifferenze che vengono fatte contro il Santissimo Sacramento.

L’evento narrato richiama ciascuno a esprimere un maggior amore verso l’Eucaristia. Abitualmente ai Miracoli eucaristici sono legati fatti gravi: quali l’oltraggio, il sacrilegio o l’incredulità. In questo caso, invece, la particola cadde inavvertitamente a terra, ma leggiamo nel resoconto di don Veris che subito egli pensò al suo poco amore e alla sua poca fede nei confronti dell’Eucaristia.

Siamo chiamati, perciò, a interrogarci in prima persona circa la profondità e l’autenticità del nostro rapporto con il Signore, presente nel Santissimo Sacramento; a crescere nel desiderio di incontrarci con Cristo, ricordando che la Riparazione -richiesta esplicitamente a Fatima- riguarda anche la mancanza di vera devozione e la scarsa attenzione che l’uomo presta al Signore, vivo nel Mistero Eucaristico.

 

 

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