MENU

NEWS

L'UMILTÀ, SORGENTE DI GIOIA

II parte

Tratto dal sito “Opus Dei

 

La forza di attrazione dell’umiltà

Per la persona umile, invece, confrontarsi con la gloria di Dio è causa di gioia, anzi, l’unico motivo di autentico giubilo. È vero che, nel mettersi davanti a Lui, scopre la propria manchevolezza e piccolezza, ma la sua condizione di creatura, lungi dall’essere occasione di tristezza o di sconforto, è sorgente di intimo gaudio. L’umiltà è una luce che fa scoprire all’uomo la grandezza della propria identità, quale essere personale capace di dialogare con il Creatore, e di accettare la dipendenza da Lui con completa libertà.

L’anima della persona umile prova la più grande pienezza interiore quando si rende conto che l’Essere assoluto è un Dio personale di magnificenza infinita, che ci ha creato, ci mantiene nell’esistenza e si rivela a noi con un volto umano in Gesù Cristo. Conoscere la generosità divina, la sua accondiscendenza con le sue creature, porta chi è umile a godere nella contemplazione della bellezza delle cose create, nelle quali scopre un riflesso dell’amore di Dio, e lo muove al desiderio di condividere con gli altri questo permanente stupore.

Anche di fronte alla chiamata di Dio, le reazioni del superbo e dell’umile sono molto diverse. Il superbo si nasconde dietro un atteggiamento di falsa modestia, adducendo di non avere meriti, perché non desidera rinunciare al mondo che si è autocostruito; la persona umile invece non si sofferma a pensare di essere poca cosa per raggiungere la santità. Le basta percepire l’invito a entrare in comunione con Dio per accettarlo con gioia, anche se gli provoca molta sorpresa.

Coloro che, come i santi, lottano per essere veramente umili, acquistano una personalità che attira gli altri. Con il loro comportamento abituale riescono a creare attorno a sé un’oasi di pace e di gioia, perché riconoscono il valore degli altri. Li stimano davvero e perciò, nella loro conversazione, nella vita di famiglia o nel rapporto con colleghi e amici, sanno perdonare e comprendere; li muove la voglia di aiutare e di convivere con tutti: sono capaci di riconoscere quanto devono a coloro che stanno loro accanto, senza pretendere né reclamare diritti. Accanto a loro, in definitiva, si palpa l’amore di Dio che ne ispira la vita: ci si ritrova in un clima di fiducia, non ci si sente giudicati, ma benvoluti.

 

Ricominciare a imparare a essere umili

La causa dell’ansia o del pessimismo che a volte ci prende, spesso non sta nella piccolezza umana o nello sforzo che dobbiamo fare di fronte a un determinato compito, bensì nel vedere le cose in una prospettiva troppo centrata sul proprio io. Perché gli uomini sono tristi?, si chiedeva S. Josemaría Escrivá. E rispondeva: Perché la vita sulla terra non si svolge come essi personalmente sperano, perché sorgono ostacoli che impediscono o rendono difficile la soddisfazione delle loro pretese.

Si può provare una certa sensazione di tristezza di fronte alle difficoltà proprie o altrui; di fronte ad alcuni difetti che si percepiscono con maggiore severità che nel passato, o che si credevano ormai superati; di fronte all’impossibilità di raggiungere obiettivi professionali o apostolici, perseguiti con interesse e con sforzo per molto tempo. Si può pure sperimentare la ribellione di non voler accettare alcuni avvenimenti o circostanze che infastidiscono e fanno soffrire. Bisogna sempre, ma in modo speciale in tali momenti (…) rinnovare il proposito di ricominciare a imparare a essere umili; chiedere al Signore l’umiltà, la sua umiltà, e ricorrere alla Madonna affinché ce l’insegni e ci dia forza. Questo è il senso delle parole del Signore: Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime: il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. L’anima innamorata impara ogni giorno a essere umile nell’orazione: "L’orazione" è l’umiltà dell’uomo che riconosce la sua profonda miseria e la grandezza di Dio, a cui si rivolge e che adora, in modo da attendersi tutto da Lui e nulla da se stesso. E la pace si recupera soltanto quando, invece di ragionare e riflettere nel nostro intimo su che cosa ci stia succedendo, cerchiamo di lasciare da parte le preoccupazioni e torniamo a Cristo.

 

Alma, calma. Queste parole, (…) sintetizzano tutto un programma di vita per cui l’anima, contando sulla grazia divina, affronta con slancio e prudenza qualsiasi difficoltà. Quando si vive così, si compiono le parole di San Josemarìa: Tutte le contrarietà che tante volte ci hanno fatto soffrire, non sono mai state motivo per farci perdere la gioia e la pace, perché abbiamo potuto comprovare che il Signore trae dolcezza – miele squisito - dalle rocce aride della difficoltà: de petra, melle saturavit eos (Ps 80, 17).

Nostra Madre Santa Maria ci rende presente la necessità di essere umili, per vivere vicini a Dio. Ella è modello di gioia, proprio perché lo è pure di umiltà: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

 

 

in Evidenza

"TI RENDO GRAZIE SIGNORE..."
Venticinquesimo aniversario di professione semplice

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 21 SETTEMBRE 2025 - ANNO C
"Non potete servire Dio e la ricchezza"

CALENDARIO EVENTI

Prossimi eventi

ADORAZIONE EUCARISTICA
Preghiamo per le vocazioni

PRIMO VENERDÌ DEL MESE
Voglio abbandonarmi nel Cuore di Gesù

DONA ORA

Con una piccola donazione puoi riaccendere la speranza di uomini, donne e bambini in Brasile e, anche in Italia...

Dona alla fondazione

La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria

ABBONATI ALLA RIVISTA |

NEWSLETTER

La newsletter è uno strumento per rimanere sempre in contatto con noi e per essere sempre aggiornati sulle principali attività della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria. Iscrivendoti riceverai gratuitamente notizie brevi, links ad articoli.

Pillole di SpiritualiTà

Cerchiamo di compiere il nostro dovere così come si presenta; questo è il segreto della vera fede e della pace. (B. John Henry Newman)