Pillole di SpiritualiTà
Cerchiamo di compiere il nostro dovere così come si presenta; questo è il segreto della vera fede e della pace. (B. John Henry Newman)
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II parte
Tratto dal sito “Opus Dei”
La forza di attrazione dell’umiltà
Per la persona umile, invece, confrontarsi con la gloria di Dio è causa di gioia, anzi, l’unico motivo di autentico giubilo. È vero che, nel mettersi davanti a Lui, scopre la propria manchevolezza e piccolezza, ma la sua condizione di creatura, lungi dall’essere occasione di tristezza o di sconforto, è sorgente di intimo gaudio. L’umiltà è una luce che fa scoprire all’uomo la grandezza della propria identità, quale essere personale capace di dialogare con il Creatore, e di accettare la dipendenza da Lui con completa libertà.
L’anima della persona umile prova la più grande pienezza interiore quando si rende conto che l’Essere assoluto è un Dio personale di magnificenza infinita, che ci ha creato, ci mantiene nell’esistenza e si rivela a noi con un volto umano in Gesù Cristo. Conoscere la generosità divina, la sua accondiscendenza con le sue creature, porta chi è umile a godere nella contemplazione della bellezza delle cose create, nelle quali scopre un riflesso dell’amore di Dio, e lo muove al desiderio di condividere con gli altri questo permanente stupore.
Anche di fronte alla chiamata di Dio, le reazioni del superbo e dell’umile sono molto diverse. Il superbo si nasconde dietro un atteggiamento di falsa modestia, adducendo di non avere meriti, perché non desidera rinunciare al mondo che si è autocostruito; la persona umile invece non si sofferma a pensare di essere poca cosa per raggiungere la santità. Le basta percepire l’invito a entrare in comunione con Dio per accettarlo con gioia, anche se gli provoca molta sorpresa.
Coloro che, come i santi, lottano per essere veramente umili, acquistano una personalità che attira gli altri. Con il loro comportamento abituale riescono a creare attorno a sé un’oasi di pace e di gioia, perché riconoscono il valore degli altri. Li stimano davvero e perciò, nella loro conversazione, nella vita di famiglia o nel rapporto con colleghi e amici, sanno perdonare e comprendere; li muove la voglia di aiutare e di convivere con tutti: sono capaci di riconoscere quanto devono a coloro che stanno loro accanto, senza pretendere né reclamare diritti. Accanto a loro, in definitiva, si palpa l’amore di Dio che ne ispira la vita: ci si ritrova in un clima di fiducia, non ci si sente giudicati, ma benvoluti.
Ricominciare a imparare a essere umili
La causa dell’ansia o del pessimismo che a volte ci prende, spesso non sta nella piccolezza umana o nello sforzo che dobbiamo fare di fronte a un determinato compito, bensì nel vedere le cose in una prospettiva troppo centrata sul proprio io. Perché gli uomini sono tristi?, si chiedeva S. Josemaría Escrivá. E rispondeva: Perché la vita sulla terra non si svolge come essi personalmente sperano, perché sorgono ostacoli che impediscono o rendono difficile la soddisfazione delle loro pretese.
Si può provare una certa sensazione di tristezza di fronte alle difficoltà proprie o altrui; di fronte ad alcuni difetti che si percepiscono con maggiore severità che nel passato, o che si credevano ormai superati; di fronte all’impossibilità di raggiungere obiettivi professionali o apostolici, perseguiti con interesse e con sforzo per molto tempo. Si può pure sperimentare la ribellione di non voler accettare alcuni avvenimenti o circostanze che infastidiscono e fanno soffrire. Bisogna sempre, ma in modo speciale in tali momenti (…) rinnovare il proposito di ricominciare a imparare a essere umili; chiedere al Signore l’umiltà, la sua umiltà, e ricorrere alla Madonna affinché ce l’insegni e ci dia forza. Questo è il senso delle parole del Signore: Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime: il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. L’anima innamorata impara ogni giorno a essere umile nell’orazione: "L’orazione" è l’umiltà dell’uomo che riconosce la sua profonda miseria e la grandezza di Dio, a cui si rivolge e che adora, in modo da attendersi tutto da Lui e nulla da se stesso. E la pace si recupera soltanto quando, invece di ragionare e riflettere nel nostro intimo su che cosa ci stia succedendo, cerchiamo di lasciare da parte le preoccupazioni e torniamo a Cristo.
Alma, calma. Queste parole, (…) sintetizzano tutto un programma di vita per cui l’anima, contando sulla grazia divina, affronta con slancio e prudenza qualsiasi difficoltà. Quando si vive così, si compiono le parole di San Josemarìa: Tutte le contrarietà che tante volte ci hanno fatto soffrire, non sono mai state motivo per farci perdere la gioia e la pace, perché abbiamo potuto comprovare che il Signore trae dolcezza – miele squisito - dalle rocce aride della difficoltà: de petra, melle saturavit eos (Ps 80, 17).
Nostra Madre Santa Maria ci rende presente la necessità di essere umili, per vivere vicini a Dio. Ella è modello di gioia, proprio perché lo è pure di umiltà: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
L'UMILTÀ, SORGENTE DI GIOIA
I parte
L'UMILTÀ, SORGENTE DI GIOIA
II parte
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