Pillole di SpiritualiTà
La tua preghiera è un discorso con Dio; quando leggi, Dio parla con te; quando preghi, tu parli con Dio. (Sant'Agostino)
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Meditando i misteri gloriosi consoliamo il Cuore Immacolato di Maria
MISTERI GLORIOSI
PRIMO MISTERO: Gesù risorge da morte
“Ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti… essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò... dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno»” (Lc 24,4-7). Bisognava che Gesù fosse consegnato in mano ai peccatori e crocifisso, ma bisognava anche che risuscitasse il terzo giorno. È necessario che Gesù risorga per dare certezza alla nostra fede, per dare respiro alla nostra speranza, per dare perseveranza alla nostra carità. Gesù conosce il nostro spirito pronto, ma ha fatto anche Lui esperienza della debolezza della nostra carne quando è crocefissa. Ecco perché, quando la Croce fa capolino nella nostra vita, quando la morte sembra deludere ogni nostra attesa e speranza, dobbiamo anche noi ricordarci che bisognava che Lui risuscitasse il terzo giorno. E, se Lui è risuscitato, significa che la morte non ha più potere, neanche su di noi, se non per tre giorni. “Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione... Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù... liberati dal peccato e fatti servi di Dio… voi avete la vita eterna come destino. Perché il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore” (Rm 6,5-23). È ciò in cui non ha mai smesso di credere Maria SS.ma, in quel lungo Sabato Santo; è ciò per cui Lei non ha mai avuto bisogno di andare al sepolcro, in quella mattina di Risurrezione.
SECONDO MISTERO: Gesù ascende al Cielo
“Gesù disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto»... Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo” (Lc 24,50-52). Gesù sale al Cielo, ma non abbandona i Suoi apostoli. La Sua salita al Cielo non è una fuga dal mondo, ma l'inizio di una Sua presenza in mezzo a loro e in loro molto più profonda. Egli, infatti, promette loro il dono dello Spirito Santo perché essi possano diventare testimoni del Suo Amore e della Sua Redenzione a tutti i popoli. E Gesù sarà conosciuto e amato proprio grazie alla testimonianza di chi Lo ha conosciuto ed ha vissuto per tre anni al Suo fianco. È la vita dei discepoli di Cristo, infatti, che testimonia la Verità dell’amore di Dio per ognuno di noi, la bontà e misericordia di questo Amore che salva, la bellezza di una esistenza vissuta con Cristo, per Cristo, in Cristo. Ma Gesù sale al Cielo anche per prepararci lì un posto: ognuno di noi ha un posto non solo in Paradiso, ma, soprattutto, un posto nel Cuore di Dio, un posto che nessun altro può occupare. Quanto siamo amati da Dio se anche Gesù, nell’ultima Cena, così ha pregato il Padre per ognuno di noi: “Padre, per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola... Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu... li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io... io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” (Gv 17,1-25).
TERZO MISTERO: Lo Spirito Santo discende su Maria SS.ma e gli apostoli riuniti in preghiera nel Cenacolo
“Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (At 1,14). Maria SS.ma, nel Cenacolo, implora il dono dello Spirito Santo anche per Sé. “All'intervento misterioso dello Spirito Ella doveva la Sua divina maternità, che faceva di Lei la via d'ingresso del Salvatore nel mondo. Ai piedi della croce, Maria era stata investita di una nuova maternità, quella nei confronti dei discepoli di Gesù. Proprio questa missione esigeva un rinnovato dono dello Spirito. La Vergine Lo desiderava, quindi, in vista della fecondità della Sua maternità spirituale nella Chiesa, della quale Ella era stata chiamata ad essere modello e Madre. Come nell'Incarnazione lo Spirito aveva formato nel Suo grembo verginale il corpo fisico di Cristo, così ora l'effusione dello Spirito conduce Maria ad esercitare la Sua maternità spirituale in modo singolare, attraverso la Sua presenza intessuta di carità e la Sua testimonianza di fede. Nella Chiesa nascente, Ella consegna ai discepoli, quale inestimabile tesoro, i Suoi ricordi sull'Incarnazione, sull'infanzia, sulla vita nascosta e sulla missione di Gesù, contribuendo a farLo conoscere e a rafforzare la fede dei credenti. È lecito supporre che, anche dopo la Pentecoste, Ella abbia continuato a vivere un'esistenza nascosta e discreta, ma vigile ed efficace sulla Chiesa nascente. Illuminata e condotta dallo Spirito, ha esercitato un influsso profondo sulla comunità dei discepoli del Signore” (s. Giovanni Paolo II, 28/5/1997). Ricorriamo, allora, anche noi, all’intercessione di Maria SS.ma perché ci aiuti a vivere in pienezza il Sacramento della Confermazione, facendo fruttificare tutti i doni dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto.
QUARTO MISTERO: Maria SS.ma è assunta in Cielo in anima e corpo
“Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1,46-47). L’Assunzione al Cielo è la Pasqua di Maria SS.ma. Prima dei Redenti, perché Madre del Signore, Ella partecipa in pienezza ai frutti della Redenzione, quindi anche alla vittoria del Figlio sulla morte. “Colei che nel parto aveva conservato illesa la Sua verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il Suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel Suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei Tabernacoli divini. Doveva contemplare il Suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, Lei che Lo aveva visto sulla croce. Lei che fu preservata dal dolore quando Lo diede alla luce, fu trapassata dalla spada del dolore quando Lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio” (s. G. Damasceno). Maria SS.ma gode, in Cielo, la beatitudine eterna promessa da Gesù a coloro che avrebbero ascoltato la Parola di Dio e l’avrebbero messa in pratica. La Sua anima magnifica senza fine il Signore e il Suo spirito esulta per sempre in Dio Suo Salvatore. E tutte le generazioni La possono chiamare beata, perché con l’Assunzione al Cielo in anima e corpo, Dio conferma la santità della vita di Maria SS.ma. Lei è la Serva del Signore che ha accolto nel Suo grembo la Parola di Dio che si faceva Carne. Sotto la Croce, Ella è diventata Madre di tutti coloro che, grazie a questa Parola incarnata, sarebbero potuti diventare fratelli, sorelle e madri di Gesù, compiendo, come Lei, la Volontà di Dio. Ecco perché, alla soglia del Paradiso, è tutta la SS. Trinità ad accogliere Maria SS.ma in Cielo e a farLa sedere nella gloria accanto al Figlio. Umile in terra, ora regna in Cielo sugli Angeli e sui Santi. Affidandosi a Lei e guardando alla Sua vita, anche ognuno di noi può nutrire la ferma speranza di raggiungere quel Cielo, dove Dio ci aspetta per godere in eterno del Suo Amore.
QUINTO MISTERO: Maria SS.ma è incoronata Regina del Cielo e della terra
“L'angelo le disse: «Ecco, concepirai un figlio... verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine»” (Lc 1,30-33). “Maria SS.ma è «Madre del Signore»: ne segue che è Regina, avendo dato la vita a un Figlio che, anche come Uomo, è Re e Signore di tutte le cose. Cristo è nostro Re non solo perché Figlio di Dio ma anche perché nostro Redentore. Nel compimento dell'opera di Redenzione, Maria SS.ma fu certo strettamente associata a Cristo, perché Ella, «affranta dal dolore, se ne stava in piedi presso la croce del Signore nostro Gesù Cristo». Procurino tutti di avvicinarsi ora con maggior fiducia di prima, quanti ricorrono allo scettro di grazia e di misericordia della Regina e Madre nostra, per chiedere soccorso nelle avversità, luce nelle tenebre, conforto nel dolore e nel pianto, e, ciò che conta più di tutto, si sforzino di liberarsi dalla schiavitù del peccato, per poter presentare un ossequio immutabile, penetrato dalla devozione di figli, al trono regale di sì grande Madre. La pia corona del Rosario sia nelle mani di tutti per riunire insieme, nelle chiese, nelle case, negli ospedali, nelle carceri, a cantare le Sue glorie. Sia in sommo onore il nome di Maria, più dolce del nettare, più prezioso di qualunque gemma; nessuno osi pronunciare empie bestemmie, contro questo Nome; neppure si osi mancare in qualche modo di rispetto ad esso. Tutti si sforzino di imitare, con vigile e diligente cura, nei propri costumi e nella propria anima, le grandi virtù della Regina Celeste e nostra Madre amantissima. Nessuno si reputi figlio di Maria, degno di essere accolto sotto la Sua potentissima tutela, se sull'esempio di Lei non si dimostrerà mite, giusto e casto, contribuendo con amore alla vera fraternità.
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