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LA GIOIA DI AFFIDARSI

Una regola di vita per i Giovani

Tratto dal “Maria di Fatima” n. n. 6 LUGLIO-AGOSTO

di padre Cesare Cuomo icms

La Giornata Mondiale della Gioventù ha offerto a tantissimi giovani, di tutti i continenti, l’opportunità di recarsi a Fatima. Già nel 2010, in occasione della “Giornata Mondiale”, che allora si svolse a Madrid, con Papa Benedetto XVI, moltissimi giovani, provenienti da ogni parte del mondo, passarono per Fatima.

 

UNA VALIDA E CONCRETA PROPOSTA

Nei diversi anni che ho trascorso presso il Santuario, non mi era mai capitato di vedere, tra gli altri, vari gruppi giovanili provenienti dal Continente americano del Nord e del Sud: statunitensi, canadesi, messicani, colombiani, brasiliani, argentini ecc.

In quegli anni, il Santuario aveva preparato, alla Cova da Iria, due sale per accogliere i giovani durante gli week-end dei mesi di luglio e agosto, e l’aveva chiamata, propriamente, “Casa do jovem”. Ogni settimana era presente una Comunità religiosa, che si rendeva disponibile per animare il soggiorno di questi giovani. Munita di testi e video, e di una Cappella allestita in stile giovanile, la Casa permise anche alla nostra Comunità di approcciare diversi giovani di varie nazionalità, per parlare loro di Dio e far conoscere il messaggio e la spiritualità di Fatima.

Del resto, se il contenuto di questo messaggio è valido per tutti, lo è in modo speciale proprio per i giovani. È per questo che, sin dall’apertura della nostra Comunità a Fatima, si è sentita l’esigenza di costruire una parte della nostra Casa perché fosse in grado di accogliere i giovani. Negli anni, di fatto, ne ha poi ospitati diversi, provenienti un po’ da tutto il Portogallo, dal Brasile e dall’Italia; ma, almeno in qualche circostanza, anche da altre parti del mondo.

 

FATIMA E IL MONDO GIOVANILE

Perché il messaggio di Fatima è così importante per i giovani? Principalmente perché richiama l’esistenza di Dio, mettendo in guardia dal materialismo che, negandola, finisce per negare anche la dignità e il rispetto dovuto a ogni essere umano. Essendo, questi, creato da Dio a sua immagine e somiglianza, dotato non solo di un corpo fisico,

ma anche di un’anima spirituale, ha un valore sacro e inviolabile. Se l’uomo non tiene conto di questa sua dimensione spirituale e si relaziona con se stesso e con gli altri riconoscendo unicamente la dimensione materiale dell’esistenza, apre di conseguenza lo spazio a disordini, ingiustizie, violenze e immoralità di ogni genere.

Il materialismo, negando tutte le verità della fede, tende a “tarpare le ali”, a ridurre le aspirazioni di grandezza e di bene che si possono sviluppare nel giovane solo quando prende coscienza della propria natura, non solo fisica ma anche spirituale.

Negando questa parte essenziale del suo essere, l’uomo - e il giovane in particolare, non può che restare fondamentalmente frustrato, come un’aquila, fatta per volare sulle alte cime, costretta invece a strisciare per terra perché’ le hanno legato le ali.

Questa visione errata della realtà, che nega il suo fondamento soprannaturale, si è purtroppo allargata, intaccando la cultura e la mentalità della società; e così accade che, chi viene al mondo ai nostri giorni, ne viene condizionato e l’assorbe già in seno alla propria famiglia. Poi, a mano a mano che cresce, ne viene sempre più compenetrato e condizionato, nella società in cui si trova a vivere.

 

UN CUORE FATTO PER AMARE

Uno degli ambiti, in cui il giovane vive più fortemente questo disagio, è quello della vita affettiva. Il giovane, in modo particolare, sente il bisogno di amare e essere amato, ma sapendo cogliere solo la dimensione materiale dell’esistenza – e quindi anche dell’amore – finisce per concepire l’affettività solo in termini fisici, emozionali e sentimentali, rimanendo incapace di coglierne il senso più bello ed elevato, con le necessarie conseguenze morali che ne derivano.

Nella sua “Sesta Memoria”, Lucia racconta che una delle sue sorelle era stata avvicinata da un giovane, che le aveva chiesto di fidanzarsi: ma, siccome già “parlava” con un altro, non sapeva quale fosse il migliore. Sua mamma disse: “Qual venga ad essere il migliore, nessuno lo sa. Quello che voi dovete scegliere è uno che sia buon cristiano, osservante dei suoi doveri, lavoratore, onesto e onorato. Se qualcuno volesse portarvi a commettere il peccato, a questi non porgete parole, girategli le spalle, perché questo è segno che non è onesto né casto e questi non vi offrirà mai un buon vivere. Vale più essere nubile che male sposata”. Il papà aggiunse: “Quando ho chiesto di fidanzarmi con la vostra mamma, la prima cosa che abbiamo combinato tra di noi è stato di conservare puro il fiore della castità fino al giorno del nostro matrimonio, per offrirla a Dio in cambio della sua benedizione e dei figli che Egli ci avrebbe voluto donare”.

 

INVINCIBILE DESIDERIO DI FELICITÀ

Ci si dovrebbe chiedere quanti giovani, oggi, sarebbero in grado di comprendere un discorso di questo tipo; ma, anche, quanti genitori del nostro tempo sarebbero capaci di fare questo richiamo ai loro figli. La mentalità oggi è cambiata; il peccato dilagante, che ha trovato nel materialismo denunciato dalla Madonna a Fatima il più prezioso degli alleati, ha confuso e devastato menti e cuori, per cui è diventato sempre più difficile, per i giovani, orientare al vero e al bene la propria vita.

A Fatima, però, la Madonna non solo ha denunciato il male, ma ha offerto anche il rimedio. In particolare, il suo riferimento al valore del sacrificio e della sofferenza sembra proprio indicare il “farmaco” in grado di curare le ferite provocate negli individui, e in modo speciale nei giovani, dagli errori di questo materialismo ateo.

Ogni uomo, ma soprattutto i giovani, sentono un forte desiderio di felicità, e il mondo cerca di far loro credere che la può ottenere solo nelle soddisfazioni materiali. La Vergine Maria, invece, ha indicato, come cammino per la felicità, l’esatto contrario: vale a dire la penitenza; e la vita dei Pastorelli, che hanno percorso con grande determinazione e gioia la via della santità, è la dimostrazione più chiara ed evidente della sua validità ed efficacia. In sostanza, la Madonna vuole ricordare – e questo vale particolarmente per i giovani – che si può essere felici solo amando Dio e il prossimo.

L’offerta di sacrifici, con l’accettazione delle sofferenze della vita come atto di riparazione per i peccati che offendono Dio e per la salvezza delle anime, è infatti la massima espressione di amore, in quanto, tale offerta, se sincera, non può essere macchiata da nessuna ombra di egoismo.

Come massima espressione di amore, è anche la fonte della massima e pura felicità che si può raggiungere in questo mondo, e la miglior preparazione per quella che Dio prepara per ognuno, in Paradiso.

 

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