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Le DONNE nel Vangelo

La chiamata della donna cristiana

di Caterina Pusterla

L’8 marzo è la ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna, comunemente chiamata anche “Festa della Donna”. In molti pensano che l’origine di questa ricorrenza sia da attribuire ad un tragico episodio accaduto negli Stati Uniti nel 1857, quando alcune operaie, chiuse in fabbrica dal padrone per evitare che partecipassero ad uno sciopero, morirono a causa di un incendio. In realtà, questa versione della storia pare essere una leggenda, nata nel secondo dopoguerra, ispirata ad un drammatico incendio nel quale persero la vita parecchi lavoratori, per la maggior parte donne.

La nascita di una giornata dedicata alla riflessione sulla donna è collocata nel 1909 negli Stati Uniti ed è da attribuire al Partito Socialista americano. Per il tradizionale simbolo di questa festa, ovvero la mimosa, bisogna aspettare fino al 1946, quando alcune donne, impegnate nell’organizzazione delle celebrazioni a Roma, scelsero un fiore economico e di stagione.

Cosa c’entra questa festa con l’essere cristiani?

Spesso noi cristiani siamo accusati di essere retrogradi e maschilisti e qualche volta finiamo per credere anche noi a queste infondate insinuazioni. A tal proposito, non dobbiamo dimenticarci tre punti nodali della vita di Gesù: il primo miracolo di Gesù, Gesù in croce, Gesù Risorto.

Gesù si rivela alle nozze di Cana e compie il primo miracolo (Gv 2, 1-12)

Nel Vangelo di Giovanni, che descrive la rivelazione di Gesù attraverso il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino, appare subito di fondamentale importanza l’intercessione di Maria, ovvero la “Donna” per eccellenza. Alle parole della Madonna: ‹‹Non hanno più vino››, Gesù risponde: ‹‹Donna, che vuoi da me? L’ora mia non è ancora giunta››. Sembra che Gesù sia convinto di non rivelarsi al mondo proprio in quel momento e in quel modo, ma bastano le semplici e delicate - ma sicure - parole della Madonna rivolte ai servi (‹‹Fate tutto quel che vi dirà››) per far sì che Gesù si riveli lì e in quel modo.

È quindi grazie ad una donna, o meglio alla “Donna”, che Gesù dà inizio alla Sua vita pubblica.

Gesù viene crocifisso (Gv 19, 17-27)

Gesù, come descritto nelle Quindici Orazioni di Santa Brigida, è ‹‹innalzato sulla Croce per guarire le nostre piaghe con le Sue››. Nel culmine della Sua carità e misericordia, Gesù è abbandonato dai Suoi discepoli. Le uniche persone pronte a stargli vicino sono Maria Santissima, l’amato e giovane Giovanni ed alcune donne.

Nel Vangelo di Giovanni troviamo scritto: ‹‹accanto alla croce stavano alcune donne››… bellissima la parola ‹‹accanto››! Quante volte, nelle nostre difficoltà e nei nostri dolori, avere una persona accanto a noi e alle nostre sofferenze ci aiuta ad affrontare meglio la prova, ci rende capaci di vivere i dolori in modo diverso.

Gesù inchiodato alla croce, con ‹‹terribili tormenti del Corpo e dello Spirito›› (cit. Preghiere di Santa Brigida), ha accanto a sé alcune donne… non uomini forti e impavidi, ma donne!

Gesù è risorto e appare a Maria Maddalena (Gv 20, 1-18)

‹‹Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall’ingresso››. Non trovando il corpo di Gesù, dopo essere corsa ad avvisare Pietro e Giovanni, Maria di Màgdala rimane a piangere vicino alla tomba. Maria è lì da sola, tra le sue lacrime, e proprio lì il Risorto appare. Gesù non appare in modo trionfale ad una moltitudine di persone ma, come è descritto nel Vangelo di Marco, ‹‹dopo essere risuscitato, la mattina presto Gesù apparve prima a Maria Maddalena (quella donna dalla quale aveva cacciato i sette spiriti maligni)››.

Gesù Risorto sceglie quindi di apparire innanzitutto ad una donna: Maria Maddalena è la prima ad avere l’incontro con il Risorto.

Ecco quindi i tre episodi che potremmo definire come le tre “chiavi di volta” della vita di Gesù… ed in tutti e tre la presenza di almeno una donna è costante. Non è dunque difficile notare l’importanza della figura femminile all’interno della religione cristiana.

Ma, una donna cristiana a cosa è chiamata? 

Indipendentemente dalla propria vocazione, noi donne cristiane siamo chiamate a:

  1. chiedere costantemente aiuto alla Madonna nella nostra quotidianità. Come è avvenuto alle nozze di Cana di Galilea, anche nella nostra vita Gesù desidera rivelarsi partendo dalle piccole cose e la nostra Mamma del Cielo è sempre pronta ad intercedere per noi e a ricordarci: ‹‹Qualsiasi cosa vi dica, fatela››;
  2. stare ‹‹accanto alla croce›› come lo sono state le donne. Ciò significa stare accanto a Gesù in croce, ma anche a qualsiasi altra croce di qualsiasi altra persona. Siamo chiamate ad una maternità spirituale che va oltre la rigida definizione umana. Sia da sposate, da nubili o da Religiose siamo chiamate a nutrire il nostro cuore di madri e rimanere accanto a tutti quei cuori carichi di croci;
  3. rimanere, come ‹‹Maria era rimasta a piangere vicino alla tomba››. Anche quando non capiamo nulla e ci sembra di aver perso tutto, siamo chiamate alla fedeltà al Vero Amore, ovvero a Gesù Cristo. Quella fedeltà e quell’amore che possono essere accompagnati dalle lacrime, ma che ci permettono di preparare il nostro cuore all’incontro con Gesù Risorto.

 

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