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LUCE AMICA, DOLCISSIMO RIFLESSO DI SPERANZA

Apri la tua casa a Maria

di padre Mario Piatti icms

Maria, la fanciulla di Nazareth, la Madre di Cristo – dice il Vangelo – raggiunse in fretta una città di Giuda. Ben conosciamo questo episodio, detto della “Visitazione”: è l’incontro tra due Madri, che glorificano il Signore per la sua bontà e la sua misericordia.

Lo stupore di Elisabetta percorre ogni epoca, accompagna la sofferta storia dell’umanità, per approdare finalmente al nostro tempo, per riaffacciarsi ancora ai nostri cuori.

“A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”. Come mai quel Cuore non ha smesso di visitarci, non si è ancora arreso di fronte alle ricorrenti ferite dell’anima, al rinnegamento dei suoi figli e ai frequenti tradimenti inferti a Gesù, ma ha continuato a soccorrerci, premurosamente, a difenderci e a perseguitarci con il suo infinito Amore?

L’anima della Vergine è amoroso e doloroso intreccio di Cielo e di lacrime, di Gloria celeste e di pianto. Totalmente consacrata alla Persona e all’opera del Figlio, pienamente immersa nel mistero trinitario, la Vergine Maria, come Gesù – Servo obbediente – , ben conosce il patire e non può che venirci in soccorso, offrendoci sempre nuove occasioni e nuove opportunità di perdono, di ravvedimento, di conversione e di grazia.

Tra le amare pieghe della storia, lungo le vie tormentate di ogni generazione, rifulge una luce amica, un dolcissimo riflesso di speranza, un raggio di sole che attraversa l’ombra e le tenebre che gravano su questo nostro povero mondo, indicando una via di salvezza e di redenzione.

Fin dalle origini, fin dai primi passi della Chiesa, la Madre di Cristo ha manifestato la sua fedeltà e la sua predilezione per il piccolo gregge del Figlio: ne ha seguito con viva apprensione la crescita e la diffusione in tutte le regioni della Terra.

E non ci ha lasciati soli: è intervenuta sempre, per riportarci sui sentieri del Vangelo e per riconsegnare il nostro destino a Gesù.

Il suo cammino prosegue ancora, senza soste, anche in questa indecifrabile epoca. Lei passa, avverte, richiama, conforta: proprio come una “mamma” buona, colma di tanto affetto per i suoi figli.

Dall’ormai lontano 1917 – dagli “eventi di Fatima”– lo scenario del mondo non è molto migliorato: anzi, sembra che il fronte del male avanzi progressivamente, che guadagni sempre più terreno e che non dia tregua. I conflitti, che insanguinano il nostro straziato pianeta, non sono che l’espressione virulenta ed esteriore di un disagio più profondo, di una frattura lacerante e dolorosa che, dal peccato di Adamo e dall’orribile colpa di Caino, si è riprodotta nel cuore dell’uomo, generando una catena infinita di incomprensione, di odio, di rabbia, di violenza e di morte.

Dinanzi alle costanti e preoccupanti “patologie dello spirito”, alle malattie dell’anima che devastano la nostra coscienza – oggi come non mai – sottraendoci all’unico nostro vero bene, il rimedio efficace non risiede in un farmaco speciale, in qualche “ritrovato” della scienza o in un elisir miracoloso, in qualche misterioso talismano che permetta di risolvere ogni problema e ci restituisca per sempre la pace.

La medicina giusta è il ricorso incessante e fiducioso a un Cuore di Madre: tenerissimo, capace di commuoversi per i nostri drammi, di comprendere le nostre mancanze, di incoraggiarci ma anche di ammonirci, perché ritorniamo ad abbracciare la vera Fede, a ripercorrere ancora i passi di un’autentica vita cristiana, con i suoi impegni e i suoi appuntamenti, nell’ascolto attento della Parola che salva e in una assidua frequentazione dei Sacramenti, dentro la cornice amabile di una carità concreta, sincera e fraterna.

Apri la tua casa a Maria, spalancale il cuore! Ella non attende che un nostro minimo cenno, un nostro semplice invito per riportare la luce della Grazia, in noi e nei nostri cari. Ognuno di noi può dire, a ragione: ho una Madre che mi ama, che trepida per il mio destino, che prega e intercede per me e per le mie intenzioni.

Apri la porta del cuore a Colei che conosce e non desidera altro se non il nostro vero bene.

 

 

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