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MARIA "segno di sicura speranza e consolazione"

di Sr. M. Leonarda Innocente icms

«O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo, ti senti piuttosto sballottare tra procelle e tempeste che camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dai flutti. Se insorgono i venti delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se, turbato dal pensiero della gravità delle tue colpe, confuso dal deplorevole stato della tua coscienza, atterrito dalla severità del giudizio, tu stia per farti dominare dalla tristezza e cadere nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo Lei, non devierai; invocandola, non dispererai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a Lei, non cadrai. Se l’avrai come protettrice, non avrai di che temere; sotto la Sua guida ti sarà lieve ogni fatica, e avendola propizia, perverrai facilmente alla tua Patria beata.» (San Bernardo di Chiaravalle)

Davvero molti Santi ci testimoniano, con la loro vita e con i loro scritti, come la nostra Mamma Celeste sia per ciascuno di noi “segno di sicura speranza e consolazione”. Questa espressione, tratta dai documenti conciliari, sottolinea ancora una volta come Maria – avendo ottenuto, in modo speciale, i benefici della grazia operata dal Redentore ed essendo cosi preservata dal peccato originale e dai suoi effetti – è la prima discepola di Cristo, non solo in terra, ma anche nella Patria Celeste. Lei è veramente fonte di consolazione e segno di speranza, poiché ci dà la certezza che ciò che il Signore ci chiede è possibile: guardando a chi ha già raggiunto con successo il traguardo, si ha più forza per proseguire nel cammino burrascoso di questo mondo.

Ella non è semplicemente una prefigurazione, ma è già un reale anticipo di ciò che avverrà ad ogni credente; Lei è la prima creatura ad essere stata riscattata completamente dal giogo del peccato. Questo è anche fonte di grande consolazione, poiché il momento della morte, e l'interrogativo su ciò che ci aspetta al di là di essa, è fonte di non poca preoccupazione nel cammino di ogni giorno; la certezza della piena trasfigurazione in Dio è invece in grado di dare un supremo conforto a coloro che lottano per potervi giungere. Maria è la conferma del nostro conforto.

Di Maria non si smetterebbe mai di parlare, non si smetterebbe mai di contemplare tutta la bellezza che Dio ha voluto riversare in Lei, nel Suo Cuore Immacolato. Come dicevano i Santi: "De Maria nunquam satis", vale a dire che l’anima non è mai sazia di Maria, non è mai abbastanza appagata di conoscerla, di ascoltare ciò che si dice di lei, di meditare le Sue parole ed il Suo esempio.

Anche i Pastorelli di Fatima rimasero affascinati dalla Sua bellezza e dal Suo splendore, tanto da desiderare non solo di poterla rivedere, ma di stare con Lei per sempre in Paradiso, anche se questo comportava dover lasciare i loro affetti, la loro vita sulla terra. Già dalla prima apparizione, dopo averle chiesto da dove venisse, le domandarono se anche loro sarebbero andati in Cielo. Si tratta di una bellezza ineffabile, che non si può descrivere compiutamente, ma che riempie il cuore in modo unico, senza che rimanga altro spazio per qualsivoglia desiderio. Ma a questo siamo chiamati anche noi: guardandoci, Dio vede già questa bellezza, vede già la santità che ci attende – così come, guardando Zaccheo, Gesù aveva già visto la sua meravigliosa conversione –.

Non solo Maria è per noi pegno di speranza e di consolazione future, ma è anche guida, sostegno, via che ci conduce ad esse. Il Suo Cuore, la sua vita, ci indicano dove porre i nostri passi, come incedere, quali virtù preferire, come orientare tutta la nostra vita verso Dio, per ricevere da Lui la forza e la luce di cui abbiamo bisogno. Tutti coloro che si sono soffermati a contemplare il mirabile esempio di Maria hanno trovato ristoro per la loro vita, ognuno nella propria vocazione. Poiché Lei, nella semplicità e nel silenzio della quotidianità, in una vita che agli occhi dei contemporanei era apparentemente “normale”, nella gioia come nel dolore, seppe raggiungere un così alto grado di santità da seminare stupore in qualunque cuore l’avvicini. Davvero è, per la Chiesa tutta, un modello e una guida. Ella, a buon diritto, è Colei che nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e più vicino a noi” (Lumen gentium, 24).

 

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