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MERCOLEDÌ DELLE CENERI

La Quaresima: tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto

di Stefano Battezzati

Il Mercoledì delle ceneri è il giorno d’inizio del periodo quaresimale, così come confermato dal Concilio Vaticano II, riprendendo una tradizione consolidata da secoli.

Essendo l’inizio, questo giorno intende indicarci come entrare, come “vestirci”, come predisporci, come affrontare il cammino quaresimale: un cammino, cioè, di autentica conversione.

Bisogna risalire al IV secolo, quando si cominciò a parlare di Quadragesima. I fedeli si sottoponevano a un periodo di penitenza che durava, appunto, quaranta giorni e che iniziava con l’imposizione delle ceneri (per richiamare la caducità della vita terrena) e con l’utilizzo di un sacco, che fungeva da abito (come segno di rinuncia al lusso e alla mondanità, sottolineando il senso cristiano della povertà). Iniziava così un percorso, che portava il popolo di Dio a ricevere l’assoluzione dei propri peccati la mattina del Giovedì Santo. I passi dei fedeli erano accompagnati da assidua preghiera, che deve sempre trovare un posto privilegiato in questo profondo e fruttifero cammino.

«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero: «Ricordati uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai». Queste parole compaiono in Genesi 3,19 allorché Dio, dopo il peccato originale, cacciando Adamo dal giardino dell’Eden, lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte: «Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».

Questa frase veniva recitata il giorno delle Ceneri, quando il sacerdote imponeva ai fedeli le ceneri, ottenute bruciando i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno precedente. Dopo la riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II, si è introdotta anche la locuzione: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15), che esprime, oltre a quello penitenziale, l’aspetto positivo della Quaresima, che è tempo di conversione, preghiera assidua e ritorno a Dio.

Questa frase trae origine anche da una particolare usanza, tipica dell'antica Roma: quando un generale rientrava nell’Urbe, dopo un trionfo bellico, e sfilando nelle strade raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla, correva il rischio di essere sopraffatto dalla superbia e dalle manie di grandezza. Per evitare che ciò accadesse, qualcuno alle sue spalle gli pronunciava la frase: «Respice post te. Hominem te memento» ("Guarda dietro a te. Ricordati che sei un uomo").

Digiuno, astinenza, sacrificio: come sono lontani dal mondo di oggi questi concetti! Eppure sono dimensioni basilari, fondamentali per la crescita di ogni persona, perché favoriscono la padronanza di sé e, quindi, una vera maturità, consapevolezza, forza e determinazione.

È proprio con il dominio di sé che si raggiungono i risultati: se ci si lascia vincere dalle passioni, allora tutto crolla, tutto si sgretola! Le storie di tutti i Santi, di tanti uomini illustri – e anche di tanti sportivi! – è costellata di rinunce, di sacrifici. Come sempre, si deve cominciare da piccole rinunce, come, appunto, quelle suggerite dal digiuno.

Un monaco del IV secolo, Evagrio Pontico, scriveva che la “gola” è la chiave, è il principio di tutte le passioni: se saprai vincere l’ingordigia, allora saprai vincere anche tutte le altre passioni! Sarà per questo che Gesù, prima di iniziare il periodo della sua vita pubblica, digiunò per 40 giorni nel deserto, proprio per insegnarci la virtù della temperanza, principio del necessario dominio sulle nostre passioni?

Quello che ci deve ricordare il Mercoledì delle Ceneri è proprio la caducità della nostra esistenza, come molte volte la Madonna stessa ci ha rammentato. E mai come quest’anno, tra pandemia e guerra, questo richiamo diventa attualità: non sembra più un concetto astratto, da accantonare, da rimandare continuamente.

Quante discussioni politiche, imprenditoriali, economiche, non tengono minimamente conto di questo aspetto, ma sono dettate piuttosto dal comune denominatore dell’egoismo, sia personale che comunitario…

Forse, prima di ogni discussione, di ogni decisione, bisognerebbe salutarsi e iniziare il dialogo con la famosa espressione dei Monaci Trappisti: Memento mori, cioè: Ricordati che devi morire. Quante decisioni più giuste, più vere, più “belle” si prenderebbero!

Prepariamoci bene, quindi, a questa Quaresima. Solo se vivremo con questo spirito di umiltà, di semplicità – spogliandoci di tutto quello che ci appesantisce, ci opprime e ci tiene legati a questa terra – vivendo distaccati dalle vanità, allora godremo finalmente con Cristo la gioia della Risurrezione, sentiremo viva la Pasqua, la nostra vita sarà riempita dall’amore di Dio!

Il Santo Padre, quest’anno, ha voluto che il Mercoledì delle Ceneri fosse per tutta la Chiesa una giornata di digiuno e di preghiera a favore della PACE. Il Padre Celeste ascolti questa universale supplica, che sgorga oggi – di fronte alla tragedia della Guerra – dal cuore di tanta gente.

 

 

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