Pillole di SpiritualiTà
Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire, e sarete la sua lode, se vivrete bene. (Sant'Agostino)
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Un rapporto importante, tutto da riscoprire
di Mariolina Ceriotti Migliarese
Inquieta, nel mondo di oggi, la disinvoltura con cui le ragazzine espongono il proprio corpo: sui social, con il fenomeno del sexting o dei filmati su instagram e tick tock, ma anche nella vita, con la scelta di abbigliamenti sempre più succinti e di atteggiamenti sempre più provocanti. Sembra di sentire dietro a questa modalità un forte bisogno di essere viste e desiderate, di uscire dall’anonimato, di essere protagoniste. Ma si legge tra le righe anche una sfida importante al maschio, una provocazione solo in parte consapevole: farsi desiderare dà la sensazione di avere un potere particolare nei confronti del maschile, un potere che fa sentire forti, importanti e invulnerabili.
L’illusione di sentirsi desiderata
Con sempre maggiore frequenza le ragazze concedono sesso, ritenendolo ormai un modo “naturale” per avere in cambio la considerazione del maschio e la sensazione di essere importanti e forse anche un po’ amate; vivono il desiderio sessuale dell’uomo come una conferma della propria bellezza e del proprio potere seduttivo, e insieme come un punto debole sul quale far leva per ottenere in cambio un posto importante nella sua vita. Spesso lo scambio sessuale avviene in un modo che non comporta per la ragazza alcun piacere sul piano fisico, soddisfacendo il piacere maschile senza alcun rischio secondario di gravidanze e nell’illusione di evitare malattie sessualmente trasmissibili. Ciò che una ragazza ne ricava è solo la fragile illusione di una valorizzazione narcisistica, che lascia insaturi i bisogni più profondi; fare di se stesse un oggetto sessuale, anche se lo si vive come una libera scelta, non aiuta certo una ragazza a stare bene e ad avere stima di sé. Ma perché siamo arrivati a questo punto? Dove sono finiti gli adulti, che dovrebbero guidare e proteggere?
S.O.S. genitori
Oggi fare i genitori è un ruolo tutto da inventare: un ruolo che inizia con la nascita di un figlio e che dovremo continuare ad inventare per tutta la vita.
Per “inventare” il proprio modo di essere genitore ciascuno di noi pesca da due diverse fonti: una fonte esterna, fortemente condizionata dai modelli culturali del tempo in cui vive, e una fonte interna, legata alla propria esperienza personale di figli. Forse abbiamo la fortuna di essere stati voluti, amati e stimati dai nostri genitori o forse, al contrario, pensiamo di avere ricevuto poca attenzione e poco amore; forse ci sentiamo anche confusi e schiacciati da un clima culturale che ci fa sentire molto insicuri nel nostro compito. Comunque sia, l’arrivo di un figlio è un forte invito a interrogarci, e a prendere una posizione personale sulle questioni importanti, per cercare di fare tutto ciò che possiamo per il loro bene.
Figlie belle, ma sfrontate e vulnerabili
Pensando alle figlie femmine, la maggior parte dei papà tende a interpretare il proprio ruolo soprattutto in maniera indiretta, un po’ come una buona “spalla” del lavoro educativo più diretto della madre: l’alterità del femminile, infatti, mette spesso in difficoltà i padri, soprattutto a partire dalla preadolescenza, quando si trovano spiazzati dalla sensibilità talvolta eccessiva delle loro bambine, dalla mutevolezza del loro umore, dalla imprevedibilità delle loro reazioni.
Non è facile per i papà capire qual è la loro parte nei confronti delle figlie, che appaiono loro così belle, ma oggi anche così sfrontate, vulnerabili ed esigenti.
Eppure, mai come oggi le giovani donne hanno bisogno dei loro papà, del loro amore e della loro presenza, della loro fiducia e della loro protezione.
Stimata in quanto donna
Per la bambina, il padre è il primo rappresentante del mondo maschile e il suo modo di essere le trasmette, in positivo o in negativo, una prima immagine dell’identità del maschio e di ciò che può aspettarsi dal mondo maschile. Ma il padre è anche colui dal quale la figlia si aspetta di conoscere qual è, dal punto di vista maschile, il valore del suo essere donna, per poter costruire con gli uomini relazioni buone, all’insegna dell’affetto, del rispetto e della reciproca stima.
Per imparare a tutelare se stessa e a fare scelte libere in campo affettivo, la bambina ha bisogno di sentire che il suo papà la vede davvero, che tiene a lei e che riconosce il suo valore, non solo come persona, ma proprio in quanto donna; ha bisogno di essere stimata da un padre del quale ha stima, e che le insegna il rispetto di se stessa attraverso il rispetto che dimostra a lei e alle donne, a partire dalla madre. Ha bisogno di un padre che le dà tempo per fare cose insieme e per condividere con lei esperienze che potrà ricordare.
Lo sguardo del padre
Il padre deve dunque in primo luogo interrogare se stesso: deve chiedersi che immagine del maschile sta passando alla propria figlia con i suoi comportamenti, ma anche cosa pensa delle donne, come le considera, qual è la sua idea del femminile, e dunque quale tipo di donna vorrebbe che la sua bambina potesse diventare.
Lo sguardo del padre è cruciale per la crescita di una donna
uno sguardo che la vede intera e le fa sentire il valore che le riconosce, ma anche uno sguardo che la protegge e che è capace, se necessario, di difenderla senza timore, eventualmente anche da se stessa. Il papà deve saper dire parole di stima e di affetto, ma deve anche saper dare delle regole e porre dei limiti: non per moralismo, e non perché considera la figlia una persona poco capace e poco autonoma, ma solo perché tiene davvero a lei e non vuole che si faccia del male. Deve avere parole affettuose e rispettose, ma chiare, e non parole preoccupate dal “politicamente corretto”, perché il bene della figlia sta anche nella sua capacità di prendere posizione sul bene e sul male, a sua difesa.
In conclusione…
Una donna che è stata davvero amata e rispettata dal proprio padre non ha bisogno di affannarsi per dimostrare a se stessa e agli altri di avere un valore; non ha bisogno di lottare contro il mondo maschile, né di cercare di comperarne l’amore attraverso il sesso.
Una donna amata in modo buono dal proprio padre interiorizza la capacità di proteggersi, e sa così evitare le trappole insidiose di cui oggi è pieno il mondo.
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