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PENSANDO AL NUOVO ANNO…

di p. Andrea Mistrorigo icms

Guardando allo scenario che si apre col nuovo anno, siamo tentati di domandarci: ma che speranza c’è per il futuro? Guerre, drammi familiari, disagi economici e altro ancora… Il male incalza e sembra prevaricare, lasciando il cuore di molti sgomento, preda dell’angoscia e dello scoraggiamento. Dove aggrapparci, per non scivolare inesorabilmente o nel baratro della paralisi e della disperazione, oppure nel cinico rifugio dell’indifferenza e del menefreghismo? Unica speranza che ci salva da tutto questo è la parola di Dio, la quale ci assicura che laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia (Rm 5,20).

Veramente, se ci fermiamo a pensare, non una ma molte sono le grazie che dalla mano provvidente dell’Altissimo ogni giorno continuamente riceviamo: la bellezza e lo splendore del sole che ogni giorno nasce irradiando i suoi raggi benefici; il fiore che si dischiude a questo dolce calore; la bellezza della natura che nei suoi meravigliosi paesaggi ci incanta e ci invita a mirare la mano sapiente di sì grande Artista, che è il Dio Altissimo:

«Laudato sii, mi' Signore, cum tutte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo quale è iorno et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione»

(Cantico delle creature di San Francesco)

Se Dio ha fatto tutto bene, perché allora permette le guerre e altri mali? Per un duplice fine: perché i cattivi si convertano e diventino buoni; perché i buoni si perfezionino e diventino migliori. L’esperienza ci racconta di tante persone che, proprio grazie alla sofferenza, si sono convertite e da cattive si sono fatte buone e da buone si sono fatte sante. E chi da cattivo si è fatto ancora più cattivo e da buono si è raffreddato, a causa della sofferenza? Dio provvede la medicina, ma lascia alla libertà dell’uomo di accoglierla come una provvidenza, oppure rifiutarla accusando Dio del male di cui l’uomo stesso è causa. Non Dio, ma l’uomo è artefice di guerre e di prevaricazioni: Dio permette il male perché da esso sa trarre il bene.

Qui in Toscana, presso il Santuario Madre della Divina Provvidenza, si venera un’antica effige della Madonna, la quale intervenne concretamente a trasformare una situazione di disagio e di sofferenza in un miracolo di grazia e di gratitudine a Dio. Si racconta che nei primi giorni di aprile del 1668 Bartolomea Ghini, una pastorella muta dalla nascita, fosse particolarmente triste per la propria povertà e, portando il gregge al pascolo, fu colta da disperazione, tanto che pianse a dirotto. A quel punto le apparve una bella Signora, che le chiese il motivo di tanta tristezza. Quando Bartolomea rispose, la Signora la rassicurò, dicendole di andare a casa poiché lì avrebbe trovato la dispensa piena di pane, l’oliera piena d’olio e la cantina piena di vino. A quel punto Bartolomea si rese conto di aver parlato – lei, che era muta dalla nascita! – e scappò a casa, chiamando a squarciagola i genitori, anch’essi stupefatti di sentire la figlia parlare e di trovare la dispensa piena. Tutti i paesani vollero quindi andare nel pascolo dove questa diceva di aver visto la misteriosa Signora, ma trovarono soltanto un cumulo di rovi. A questo punto, con falci e roncole, estirparono le piante, per scoprire che nascondevano una edicola, con l’immagine che, secondo la testimonianza di Bartolomea, ritraeva proprio la Signora che lei stessa aveva incontrato. Nel taglio dei rovi, l’affresco fu graffiato da una roncola e il segno è tuttora visibile sul volto della Vergine. Da allora si decise di venerare la Madonna con il titolo di Madre della Divina Provvidenza. Presso questa immagine fu un accorrere crescente di pellegrini, mentre si moltiplicavano le grazie e i miracoli.

Ecco, attraverso questo esempio abbiamo visto come Dio, da una situazione di male e di sofferenza, ha poi tratto benefici materiali e soprattutto spirituali, per tanti e tanti afflitti, anime semplici, bisognose di conforto e di fiducia. Non lasciamoci, dunque, scoraggiare dal male e non accusiamo Dio delle nostre colpe: impariamo piuttosto a pregare e ad attaccarci con fiducia a Maria Santissima. Lei, che sa rovesciare in bene anche le sofferenze e i drammi peggiori della vita, sappia in questo nuovo anno ridestare, in tutti, la fiamma viva della fede e della confidenza in Dio.

 

 

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