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PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

“Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!»”

di padre Antonio Criscuolo icms

Il 21 novembre la Chiesa celebra la dedicazione che Maria Santissima fece a Dio di sé stessa, fin dall’infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua immacolata concezione. In questo giorno ci viene additata Colei che, concepita senza peccato originale, fin dalla sua più tenera età si è data tutta a Dio, dedicandosi interamente al servizio dell’Altissimo e al suo progetto di Salvezza.

Nella celebre Opera della Venerabile Maria di Gesù d’Agreda, la Mistica di Dio afferma:

“Compiuti i tre anni stabiliti dal Signore, Gioacchino e Anna portarono nel tempio quell’Arca vera e viva, di cui l’Arca dell’Alleanza era una figura. E così la celestiale Bambina trovava nel tempio colui che già portava nel cuore. Questo umile e piccolo seguito di creature terrene procedeva senza alcuna ostentazione visibile, ma accompagnato da numerosi angeli, discesi dal cielo a celebrare questa festa, oltre ai custodi della Regina bambina. L’Arca dell’Antica Alleanza fu portata con pubblica venerazione, con culto solenne di musiche, danze, sacrifici, con il giubilo dei Re e di tutto il popolo d’Israele, come riferiscono i libri dei Re, di Samuele e delle Cronache. Invece la nostra Arca mistica e vera, Maria Santissima, benché fosse la più ricca, stimabile e degna di venerazione tra le creature, non fu portata al tempio con tanto solenne apparato, né con sì pubblica ostentazione… Dio volle che tutta la gloria e la maestà di questa processione fosse invisibile e divina…”.

Dio vuole insegnarci a ricercare sempre e solo la sua Gloria e la sua Volontà. Al contempo, svela a ciascuno di noi la grandezza e la bellezza di Maria, che ha rapito il suo cuore per la sua umiltà e semplicità. La sua purezza immacolata, risplendente di grazia, la rende capace di aderire al bene che Dio le propone, a tutto quello che a Lui piace.

Quante volte, invece, dobbiamo ammettere purtroppo che noi ci curiamo in modo eccessivo e siamo molto legati e condizionati dalle lodi, dagli onori, da vane compiacenze o riconoscimenti puramente umani.

La Presentazione della Vergine Maria ci insegna che la vita cristiana è una risposta all’amore di Dio con la nostra offerta di ogni giorno. Solo in questa donazione troviamo la vera pace e la vera gioia, quella profonda e duratura, che consiste nel cercare di piacere sempre a Dio, in tutto.

La nostra Mamma Celeste, con la sua intera esistenza, ci invita a vivere in comunione con Cristo, ad amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le forze. È questa la nostra vocazione! Quando, nella prima apparizione di Fatima, il 13 maggio 1917, nostra Signora si rivolse ai tre Pastorelli con quelle parole: “Volete offrirvi a Dio…” è come se li stesse invitando a camminare sulle sue orme, imitando e guardando Lei, per donarsi sempre di più, per amore di Dio e dei fratelli.  

In questo modo, per mezzo della grazia e sostenuti dalla sua intercessione, ogni cristiano è chiamato a conseguire una purezza immacolata, una libertà piena, simili a quelle di Maria, per poter dare una risposta generosa al dono di Dio.

La piena corrispondenza alla grazia ricevuta ci farà trovare nuova grazia e questa ci renderà capaci di una risposta sempre più grande.

La celebrazione liturgica della Presentazione dà risalto, come abbiamo visto, alla prima donazione totale che la Vergine Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore. Sono i chiamati allo stato religioso, oppure alla consacrazione a Dio nel mondo e - sotto un certo aspetto - anche i chiamati al sacerdozio. Per essi l’esempio di Maria acquista un’importanza tutta particolare. La Vergine li invita a seguirla in una via di generosità, di dedizione, di consacrazione verginale a Dio, sommamente amato.

La risposta alla vocazione esige, come punto di partenza, il distacco dai nostri averi e da sé stessi e soprattutto il distacco del cuore. Chi si appartiene, chi è attaccato a sé e alle cose proprie, sarà incapace di donarsi interamente. Il suo dono sarà parziale, misurato sugli interessi personali e quindi sempre esposto all’infedeltà, a naufragare nella mediocrità, a riprendersi quel poco che ha dato. È bene saperlo, per non illudersi che sia sufficiente darsi a Dio una volta per tutte. Il proprio dono deve essere vissuto ora per ora e con generosità sempre crescente. Se ciò richiede un continuo superamento di sé, non siamo soli a combattere: Maria Santissima è sempre pronta a sostenerci. Lei, che ha trovato grazia presso l’Altissimo, si vale di tale privilegio per ottenere grazia a quanti la invocano.

Auguriamo a ogni persona consacrata di vivere ciò che San Giovanni Paolo II, nell’esortazione apostolica post-sinodale “Vita consecrata”, ribadisce: e cioè “che (ogni persona consacrata) è chiamata con Giovanni a prendere con sé Maria Santissima (cfr Gv 19, 27), amandola e imitandola con la radicalità propria della sua vocazione e sperimentandone, di rimando, una speciale tenerezza materna. La Vergine le comunica quell'amore che le consente di offrire ogni giorno la vita per Cristo, cooperando con Lui alla salvezza del mondo. Per questo il rapporto filiale con Maria costituisce la via privilegiata per la fedeltà alla vocazione ricevuta e un aiuto efficacissimo per progredire in essa e viverla in pienezza”.

 

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