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“RESTA CON NOI, SIGNORE, PERCHÉ SI FA SERA”

In cammino, verso la nostra Emmaus

di Sr. Elisabetta Marzotto icms

Signore, quante volte mi riconosco nel compagno di viaggio di Cleopa, quante volte anch’io mi ritrovo a camminare con lui per tornare alla mia Emmaus… perché mi sembra di non riuscire più a vederTi, a sentirTi, a toccarTi… in mezzo a tante situazioni nelle quali anch’io sento che si fa sera nel mio cuore e la mia fede, già piccola e debole, inizia a vacillare...

Quante volte, poi, quando Tu provi a farTi vicino, a parlare con me, anch’io non Ti riconosco e, quasi offeso, come i due di Emmaus, ho la sfrontatezza di dirTi: “Solo Tu sei così forestiero… non in Gerusalemme, ma a me? Proprio Tu, che dovresti conoscermi, non capisci che questa cosa mi fa così male, che quella situazione mi fa così penare e che ho tutto il diritto – e, forse, quasi il dovere – di lamentarmi con Te e con gli altri, per essere compatito e giustificato?” Tu, la Tua pietra l’hai rotolata via, dalla Tua Croce Ti sei lasciato schiodare, dal Tuo sepolcro sei risorto e stai girando il mondo per raggiungere e incontrare i Tuoi…

E, quando i due di Emmaus parlano della Tua Passione e Morte, sembra quasi che Tu abbia già dimenticato tutto il dolore che hai sofferto e offerto per noi, “come una donna che… quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. E io, invece, sono ancora qui, chiuso nel mio “sepolcro”, perché mi è più facile, non mi costringe a mettermi in discussione e a uscirne fuori, per vivere davvero da risorto. Leggo, ogni domenica, le Sacre Scritture ma, poi, le metto nel cassetto, perché, dai, Signore, lo sai che non c’entrano niente con tutto quello che ho da fare nel resto della settimana: la vita è tutta un’altra storia!

Ti ricevo nell’Eucaristia, ma, poi, non Ti lascio incarnare nella mia vita, non Ti lascio sanare le mie relazioni, non Ti lascio trasformare le mie azioni con la Tua carità…

Ti prego, Signore, scuoti il mio cuore; ribalta la mia vita, come quando hai rovesciato i tavoli dei mercanti nel Tempio; ripeti anche a me il rimprovero, forte ma pieno di Amore, che hai fatto a quei due: “Stolti e lenti di cuore…!” perché anch’io, come loro, sono stolto e lento di cuore… E mi fa bene il Tuo rimprovero, perché mi riporta al nocciolo della questione… Sì, davvero stolto il mio cuore, perché ha di-stolto il suo sguardo dal Tuo e si è ripiegato su se stesso; ha smarrito la sua strada perché si è allontanato da Te, che sei la Via, la Verità, la Vita... È davvero lento il mio cuore perché non ha voluto credere all’onnipotenza del Tuo Amore e alla promessa della Tua Risurrezione nella mia vita! E ora fatica a cogliere la Tua presenza e il Tuo Amore di Padre; non si decide a rispondere ai Tuoi inviti ad amarTi, a seguirTi, a donarsi agli altri, senza calcoli né pretese, come hai fatto Tu.

E io, non riconoscendo la mia colpa, attribuisco a Te la causa della mia delusione; anch’io, come i due di Emmaus, Ti rimprovero, perché Ti accuso di esserti allontanato da me… perché le Tue vie non sono mai le mie vie… e non riesco mai a convincerTi che io, e non Tu, so qual è la cosa giusta per me! Noi speravamo che fosse Lui a liberare Israele… Anch’io Signore, avevo sperato, proprio perché credevo in Te, proprio perché avevo assolto a tutti i Tuoi precetti, che Tu, in premio, avresti liberato la mia vita da tutte le difficoltà, da tutte le croci delle quali può essere disseminata, che Tu avresti ascoltato le mie richieste... Ma non ho ancora capito che non è questo il cento per uno che Tu prometti a chi Ti segue. È la Tua Croce, Signore, che mi riporta coi piedi per terra, è quel Tuo Amore ostinato per noi – che non si ferma neanche davanti ai più amari tradimenti – che mi dice che bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze! Per Te, per come sei fatto Tu, era quasi scontato offrire la Tua vita su quella Croce pur di riaprirmi le porte del Tuo Paradiso, pur di farmi capire quanto mi ami e quanto sono davvero prezioso ai Tuoi occhi!

E allora, anch’io, Signore, voglio rinnovarTi questo invito: “Resta con me, Signore, perché si fa sera…” Ma Tu sei sempre con me, Signore, sono io che tante volte non sono con Te… Allora, cambiamo prospettiva! “Aiutami, Signore! Non permettere che io abbia di nuovo a perderTi, a smarrirTi, a volgere il mio sguardo altrove…” RicordaMi, Signore, che solo inginocchiandomi davanti a Te e ascoltando la Tua Parola, posso riconoscere la Tua presenza anche nella notte più buia; solo lasciandomi perdonare da Te, posso ritrovare la Tua grazia anche dopo il peccato più umiliante, uscire dal sepolcro anche dopo la morte più atroce; solo nutrendomi di Te nell’Eucaristia, posso saziare la mia fame e sete di Te!

 

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