Pillole di SpiritualiTà
Chi guarda Maria, chi cerca di imitarla, cammina speditamente nella via della santità. (San Luigi Grignion de Montfort)
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Attraverso le rivelazioni di Santa Margherita, proviamo a comprendere il grande valore di questa devozione
di p. Enzo Vitale icms
Esattamente 19 giorni dopo Pentecoste, il venerdì successivo alla domenica del Corpus Domini, la Chiesa celebra la Solennità del Sacro Cuore di Gesù.
La celebrazione del Sacro Cuore, come capita anche per altre feste liturgiche (si pensi alla Festa della Divina Misericordia celebrata la domenica in Albis, prima domenica dopo Pasqua) è stata istituita per espressa richiesta del Signore Gesù che, parlando a una sua sposa, la santa suora Margherita Maria Alacoque, il 16 giugno 1675, chiese uno slancio spirituale nei confronti del Suo Cuore: «È per questo che ti domando che il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo Sacramento sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, facendo ad esso riparazione d’onore mediante onorevole ammenda, comunicandosi in quel giorno per riparare le indegnità che esso ha ricevuto mentre veniva esposto sugli altari; e ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per diffondere con abbondanza gli influssi del suo divino amore su quanti gli renderanno questo onore». Solo, però, a partire dal 1856 la Chiesa universale ha iniziato a celebrare il culto al Sacro Cuore.
Per santa Margherita non fu facile far accettare quanto il suo amato Sposo le riferisse. Ma, il Signore, ben comprendendo quanto fosse pesante per lei riuscire a portare avanti tale missione, le provvide un aiuto fondamentale per la diffusione della devozione al suo Sacro Cuore.
«Io ti manderò un mio servo fedele e amico perfetto» disse Gesù a santa Margherita, riferendosi al padre -futuro santo- Claudio de la Colombiere, che diverrà confessore e guida spirituale della Santa. Il giovane nuovo Religioso, superiore della vicina comunità dei Gesuiti, fu incaricato di accompagnare nella confessione le suore del monastero a cui apparteneva Margherita. Sappiamo, però, che la scelta fu mirata. Fu infatti inviato dai superiori proprio perché ritenuto la persona più adatta a districare il mistero di quanto avveniva nell’animo della giovane suora. Il rapporto tra i due Religiosi divenne così bello che la stessa Margherita annoterà nel suo diario che, durante la celebrazione di una Messa, le apparve il Sacro Cuore come una fornace ardente, in cui erano immersi il proprio cuore e quello del padre Claudio. In quel momento sentì queste parole: «È così che il mio amore puro unisce questi tre cuori per sempre. Questa unione è destinata alla gloria del mio Sacro Cuore. Voglio che tu scopra i suoi tesori, lui farà conoscere il suo prezzo e utilità. A tale scopo, siate come fratello e sorella, condividendo ugualmente i beni spirituali».
Le rivelazioni di santa Margherita non ebbero una immediata accettazione da parte della Chiesa ma, grazie all’opera del padre de La Colombiere, sacerdote preparato oltre che santo, si diffuse con forza e decisione fino ai giorni nostri.
La devozione al Cuore di Cristo, tra mistici e santi, è precedente alle rivelazioni di Paray-Le-Monial, nelle quali si presenta con tutta la sua profondità e importanza. Un altro grande zelatore del Sacro Cuore, tanto per fare un nome, è stato S. Giovanni Eudes, contemporaneo di Margherita.
Ciò nonostante, tale devozione fu assai osteggiata, dentro e fuori della Chiesa Cattolica: basti pensare che l’allora Sacra Congregazione dei Riti fu costretta a precisare che la devozione è rivolta al vero Cuore di carne di Cristo (“…lo adorano come Cuore di Gesù, cioè Cuore della Persona del Verbo, al quale è inseparabilmente unito come l’esangue Corpo di Cristo…”) e non al Cuore inteso in senso metaforico (Pio VI, Bolla Auctorem fidei, 28 agosto 1794).
L’importanza delle rivelazioni di Santa Margherita sta nel fatto che ci aiutano a comprendere quanta “carnalità” ci sia nella devozione al Sacro Cuore. Leggiamo sempre quanto lei ci condivide: «Una volta, davanti al santo Sacramento, con un po’ di tempo a disposizione, perché le mie incombenze me ne lasciavano assai poco, mi ritrovai tutta investita da questa presenza divina, così forte che mi dimenticai di me stessa e del luogo dov’ero. Allora mi abbandonai a questo divino Spirito, consegnando il mio cuore alla forza del suo amore. Lui mi fece riposare a lungo sul suo petto divino e lì mi fece scoprire le meraviglie del suo amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore, che mi aveva sempre tenuto nascosti». Appoggiata al petto del Redentore, si sentì rivolgere queste parole: «Il mio Cuore Divino è così appassionatamente innamorato [degli uomini] che non riesce più a contenere in sé le fiamme della sua ardente carità. Deve effonderle attraverso di te e manifestarsi per arricchirli con i suoi preziosi tesori, che contengono tutte le grazie di cui hanno bisogno per essere salvati dalla perdizione”.
Queste affermazioni sono importanti per aiutarci a superare la tentazione di considerare la devozione al Sacro Cuore come qualcosa di astratto, cadendo quindi nello stesso errore commesso in passato dai Giansenisti (evidente prova che per le eresie cambiano i tempi, ma si ripetono sempre gli stessi errori).
Della devozione al Sacro Cuore, la Chiesa pone anche attenzione alle promesse che Gesù ha fatto a santa Margherita, qualora si corrisponda alle Sue richieste: «Io Ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia del pentimento finale; quindi essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Santi Sacramenti e il mio Cuore in quell’ora estrema sarà il loro rifugio più sicuro”.
Riassumiamo, di seguito, le promesse fatte a Santa Margherita:
Ebbene, quando leggo di rivelazioni private che la Chiesa riconosce come vere, il pensiero che sempre si impone alla mia mente è: “Cristo davvero ci vuole tutti in Paradiso… e non sa più cosa inventarsi!”.
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