Pillole di SpiritualiTà
O Immacolata! “Madre, che ci conosci, rimani con i tuoi figli”. (San Giovanni Paolo II)
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di Marilena Pilati
Coloro che, come me, hanno ricevuto la Prima Comunione prima del Concilio, a sette anni di età, ricordano certamente il Catechismo con cui siamo stati preparati a ricevere la Santa Eucarestia: era formulato in semplici domande e risposte che imparavamo a memoria e che, in una forma agile ed essenziale, ci istruivano nella dottrina. Quel Catechismo è stato redatto su volere di Papa Pio X, Giuseppe Sarto, e da lui prese il nome: ebbe grande diffusione in tutto il mondo proprio grazie alla sua semplicità, che lo rendeva adatto per la catechesi di chi non aveva una grande istruzione.
Probabilmente, furono proprio le origini rurali e modeste da cui proveniva ad ispirargli la creazione di uno strumento simile. Infatti Giuseppe nacque nel 1835 a Riese (Treviso) in una famiglia numerosa e di umili origini. Sin da ragazzo dimostrò propensione allo studio e il desiderio di diventare sacerdote, e fu grazie all’interessamento dell’allora Patriarca di Venezia, suo compaesano, che poté frequentare gratuitamente il seminario. Fu ordinato sacerdote a 23 anni e iniziò la sua missione come cappellano in provincia di Padova; poi divenne parroco in un grosso borgo veneziano, dove era molto benvoluto, sia dai parrocchiani che dai confratelli, perché era infaticabile e aveva una straordinaria disponibilità nei confronti degli altri. In questo periodo iniziò la stesura del Catechismo, che formò generazioni di cattolici e si rivelò uno strumento formidabile per l’istruzione delle persone semplici. In seguito, il Vescovo di Treviso lo volle vicino e gli affidò incarichi importanti in Curia e nel seminario: qui si guadagnò l’affetto e l’apprezzamento di tutti grazie alla sua attenzione e amore per i poveri, la sua capacità di essere vicino alla gente, la sua umiltà. Non fu perciò una sorpresa la sua nomina a Vescovo di Mantova, nel 1884. Nel suo ministero di Pastore della Diocesi si distinse per la grande carità, la bonarietà ma, al tempo stesso, la fermezza e la capacità di risolvere i problemi in modo pratico. Nel 1893 Papa Leone XIII lo nominò cardinale e gli affidò la Sede Patriarcale di Venezia. Qui, sotto la sua guida, si ebbe una rinascita della Vita Religiosa, una grande attenzione per la formazione e la catechesi di adulti e bambini, che venivano preparati con cura a ricevere i Sacramenti. Affidò al musicista e sacerdote Lorenzo Perosi la riforma dei canti liturgici, affinché le celebrazioni acquistassero maggiore solennità. Fece anche tutto il possibile per migliorare le condizioni di vita degli operai.
Il 20 luglio 1903 morì il Sommo Pontefice Leone XIII e, di conseguenza, il Card. Giuseppe Sarto dovette recarsi a Roma per il Conclave. Il favorito all’elezione era l’allora Segretario di Stato, il Card. Rampolla del Tindaro che, per ragioni politiche, non era beneaccetto all’Imperatore d’Austria, il quale si avvalse di un antico diritto di veto concesso alle grandi monarchie cattoliche per escludere quel papabile a lui sgradito.
Così il 4 agosto, nonostante le suppliche rivolte ai suoi confratelli Cardinali a non votarlo, fu eletto proprio Giuseppe Sarto, che assunse il nome di Pio X e accettò con queste parole: “Poiché il calice non può passare, si compia la volontà di Dio”. È il primo Papa, dopo secoli, a provenire da una famiglia di umili origini e ad aver percorso tutte le tappe della carriera ecclesiastica, da cappellano a Vescovo di Roma. Lo possiamo accostare a Giovanni XXIII, anch’egli di origini umili e Patriarca di Venezia prima dell’elezione a Pontefice: mi ha colpito molto che proprio Papa Roncalli lo abbia citato più volte nei suoi discorsi e lo abbia nominato persino nel suo testamento. Evidentemente lo venerava e lo aveva preso come modello nella sua missione.
Pio X fu considerato un Papa innovatore e conservatore al tempo stesso. Uno dei suoi primi atti fu quello di eliminare il veto che consentiva ai governi di interferire con l’elezione del Papa. In seguito avviò la riforma della Curia Romana, preparò il Codice di Diritto Canonico, fissò nuove norme per il Conclave (in gran parte ancora in vigore), riorganizzò le Congregazioni Romane. Inoltre promosse la Comunione frequente degli adulti e la Comunione ai bambini, già a sette anni, con un’unica e semplice regola: che sapessero concepire la differenza tra il pane normale e il pane consacrato, il Corpo di Cristo.
Si preoccupò di salvaguardare il depositum fidei dal modernismo, ma allo stesso tempo inaugurò un nuovo modo vivere il papato: vicino alla gente, introducendo le udienze pubbliche in Vaticano.
Morì il 20 agosto 1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale che, con tutte le sue forze, aveva cercato di evitare, prevedendone l’orrore e la sofferenza. Venne proclamato beato nel 1951 e canonizzato nel 1954, ma la gente già lo considerava un santo quando era ancora in vita.
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