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SANT’ELENA IMPERATRICE

“AUGUSTA DELL’IMPERO”

di Giovanni Sinacori

La santità della madre dell’imperatore Costantino, Sant’Elena, è riconosciuta da secoli, pur non essendo mai stata canonizzata “ufficialmente” da un Sommo Pontefice. Il suo culto, radicato nella tradizione e nella devozione, si è sviluppato nel corso del tempo: è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Le origini di Elena sono incerte, alcuni storici collocano la sua nascita a Roma, altri a Drepanum in Bitinia (una regione dell’attuale Turchia), attorno alla metà del terzo secolo. Tutti, comunque, sono concordi nell’indicare le sue umili origini plebee, che non le impedirono di dimostrare la propria modestia, delicatezza e intraprendenza. Sant’Ambrogio scrive che a Drepanum (che poi il figlio e imperatore Costantino rinominerà Helenopolis, in onore della propria madre) Elena esercitava l’ufficio di “stabularia”, cioè locandiera addetta alle stalle. Religiosamente era di origine pagana. Non si sa bene dove, ma è certo che incontrò Costanzo Cloro, un ufficiale dell’esercito romano (Tribuno di cavalleria), che sposò e seguì fedelmente. Nell’anno 280, a Naisso, in Serbia, diede alla luce il figlio Costantino.

Costanzo Cloro, intanto, cercava di realizzare la propria ambizione di potere e, grazie ad alcune vittorie ottenute contro gli invasori dell’Impero, ottenne le grazie e i favori dell’Imperatore Diocleziano, fino a diventare “CESARE”, nella gestione “Tetrartica” dell’Impero, governando la Gallia e la Britannia. Il costo di questa ascesa al potere fu il ripudio della moglie Elena e il matrimonio con Teodora, la figliastra dell'imperatore Massimiano, allo scopo di cementare, con un matrimonio dinastico, la sua elevazione a Cesare, da parte di Massimiano, all'interno della Tetrarchia.

Erano anni terribili per i cristiani, culminati con la promulgazione, nel 303 d.C., di un Editto che segna l'inizio della "Grande Persecuzione" contro di loro nell'Impero Romano. Questo editto, emanato da Diocleziano insieme ai suoi colleghi Massimiano e Galerio, mirava a sopprimere il cristianesimo, considerato una minaccia all'unità religiosa e politica dell'Impero. Sant’Elena era spettatrice di un evolversi degli eventi che non la interessava: pur tuttavia, la sua curiosità verso questo Dio, che Lei non conosceva, la spingeva a farsi molte domande. Non si spiegava che cosa spingesse questi “Cristiani” a farsi uccidere, pur di non ripudiare un Dio che non voleva sacrifici, che trasmetteva gioia e felicità a chi Lui pregava. La vicenda non ha riscontri storici certi, ma risulta chiaro che la conversione di sant’Elena avvenne con l’ascesa al titolo di Cesare del figlio Costantino, che successe al padre Costanzo Cloro. La conversione di Sant’Elena ebbe un effetto decisivo sul rapporto del figlio con la religione e con quel Dio, che gli Augusti volevano sopprimere, perché ritenuto “pericoloso”. Dopo la storica vittoria (attribuita a un intervento divino, che spinse Costantino a disegnare una croce bianca sugli scudi e sugli elmi dei soldati romani) “al Ponte Milvio”, ottenuta contro le legioni di Massenzio – il quale aveva usurpato il titolo di Imperatore – Costantino stesso fu proclamato unico Imperatore d’Occidente. Insieme a Licinio, Imperatore romano d’Oriente, proclamò l’Editto di Milano (Febbraio – Marzo 313 d.C.), che rendeva libero e praticabile il culto per il popolo nei confronti delle proprie divinità.

In questo breve racconto, che descrive il contesto storico nel quale si contestualizza la vita di Sant’Elena, si ha la certezza che l’Imperatore Costantino abbia elevato Elena, madre santa e devota, al titolo di “Augusta dell’Impero”, quindi di Imperatrice.

La determinazione di Elena la portò ad attraversare molte sfide, tra cui l’allontanamento decennale dell’amato figlio, dopo essere stata ripudiata dal marito e la scoperta della fede cristiana, che lentamente entrò nel suo cuore, facendone una fiera militante e preparandola al miracolo finale della sua vita: il ritrovamento della Santa Croce di Cristo.

Decisiva fu l’azione che esercitò per la conversione del figlio Imperatore e per la liberazione dei cristiani dalla persecuzione.

 Notevole e importante è l’opera svolta da Sant’Elena nel ruolo di Augusta, rivolto unicamente al miglioramento della condizione dei più deboli, degli ultimi e di coloro che amavano, senza alcun tornaconto, il Dio che rappresentava una rivoluzione culturale, religiosa e politica di valore immenso.

La “leggenda” narra che Sant’Elena chiese all’Imperatore Costantino poteri illimitati per la ricerca della Santa Croce del Calvario, perché spiegava che “solo con il ritrovamento del Legno Sacro, dell’Albero della Vita”, la dottrina di Cristo avrebbe abbracciato tutto il mondo. Naturalmente ebbe potere e risorse per una imponente campagna di ricerca in Terra Santa dove, dopo diverse peripezie, riuscì a trovare le tre croci della Crocifissione di Cristo e a individuare quella destinata a nostro Signore, grazie al miracolo della guarigione di un malato, che fu fatto poggiare al Sacro Legno.

Per la sua attività di ricerca, nei luoghi santi di testimonianze cristiane, Sant’Elena è definita anche “archeologa“: a Roma, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme (inserita nel cammino delle “sette chiese”, che anticamente i pellegrini percorrevano a piedi) sorge su un’area che gli storici definiscono abitazione dell’Imperatrice, che fece trasformare il grande atrio in una cappella per custodire le Sacre Reliquie della Croce e dei Chiodi (oggi detta: “Cappella delle Reliquie”), portati a Roma da Gerusalemme dalla Santa stessa. Inoltre, si indica la presenza di “suolo santo del monte Calvario”, anch’esso proveniente dagli scavi di Gerusalemme, sotto il pavimento della cappella di Sant’Elena, all’interno della basilica.

Anche nel Battistero del Laterano, dove sembra sia stato battezzato l’Imperatore in persona, dopo la sua conversione, alcuni affreschi rappresentano scene degli scavi di Sant’Elena sul monte Calvario.

Morta circa nel 328, la Santa fu riposta in un sarcofago, collocato nel mausoleo a lei dedicato, lungo la via Labicana a Roma. Si diffusero, poi, diversi racconti di “traslazioni”, che oggi inducono a pensare che le reliquie di Sant’Elena, molto contese per l’importanza e la storia del personaggio, siano presenti in diverse parti del mondo (fra cui, sicuramente, Venezia; la Francia e Roma).

Nei Musei Vaticani è possibile oggi ammirare il sarcofago originale di Sant’Elena, madre di Costantino il Grande e appunto, secondo la tradizione tramandata soprattutto dalla Leggenda Aurea, di Jacopo da Varazze, scopritrice della Vera Croce di Cristo e di altre insigni reliquie della Passione.

 

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