MENU

NEWS

SANT’IGNAZIO DI LOYOLA e gli Esercizi Spirituali

di Sr. Elisabetta Marzotto icms

Roma, 31 luglio 1556: muore santamente a Roma, padre Ignazio di Loyola, dopo una vita intensa condotta al servizio del Re dei Cieli, come Lui ama chiamare il suo Signore Gesù.

Nato nel 1491, in una Spagna ancora profondamente cattolica e votata alla diffusione della fede, Iñigo Lopez è un cavaliere dal carattere deciso e razionale, ama le gesta eroiche e le imprese temerarie, ma è, allo stesso tempo, profondamente sensibile e capace di tenerezza e di attenzione verso gli altri.

Il 20 maggio 1521, durante l’assedio di Pamplona, Iñigo è ferito gravemente ad una gamba. Operato per ben due volte, deve affrontare una lunga convalescenza, durante la quale chiede di poter leggere le gesta eroiche e le imprese di cavalieri coraggiosi come lui. Ma gli unici libri che gli vengono consegnati sono la Vita Christi del certosino Ludolfo di Sassonia e una traduzione della Legenda aurea sulla vita dei santi di Jacopo da Varazze.

Rimane folgorato dalla persona di Gesù e di chi Lo ha seguito. Ma inizia, anche, a prestare attenzione, a discernere i moti dell’anima, le passioni buone e meno buone che si agitano nel suo cuore. La notte della vigilia dell’Annunciazione del 1522, nell’Abbazia dei benedettini a Montserrat, depone spada e pugnale sull’altare della Madonna, regala i suoi abiti ad un povero e si veste da pellegrino.

Dopo questa sua veglia d’armi parte per Manresa, dove trascorrerà un anno di preghiera, digiuni e penitenza, che lo irrobustiranno nello spirito, ma lo proveranno anche tanto nel fisico. Sarà sulle rive del fiume Cardoner che Ignazio, questo il suo nuovo nome, riceverà una grande illuminazione, riportata nell’introduzione dei suoi Esercizi spirituali: “l'uomo è creato per lodare, riverire, adorare e servire Dio nostro Signore e salvare così la propria anima e le altre cose sulla faccia della terra sono create per l'uomo e per aiutarlo a perseguire il fine per cui è creato. Da ciò consegue che l'uomo in tanto deve avvalersene in quanto lo aiutano nel suo fine, ed in tanto deve allontanarsene in quanto gli siano di impedimento nello stesso. È perciò necessario renderci liberi rispetto a tutte le cose create, in tutto quello che è lasciato al nostro libero arbitrio e non gli è proibito; in modo che, da parte nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati”.

Gli Esercizi spirituali sono frutto di tutto il percorso spirituale fatto dal giovane Ignazio e sono stati composti fra il 1522 ed il 1535. Egli offre questa esperienza di ritiro e di preghiera a chi desidera trovare Dio in tutte le cose e far sì che, nella sua vita e in ogni sua scelta, trionfi, su tutto, la maggior gloria di Dio e non l'uomo. Ignazio ci insegna come imparare ad amare Dio e le creature in Lui, facendo in modo che l’affettività e la volontà si muovano solo nella direzione data dalla Volontà di Dio. Come? Lo stesso Ignazio così li definisce: “con il nome di «Esercizi spirituali» s’intende ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare, di pregare oralmente e mentalmente e di altre attività spirituale… Perché come il passeggiare, il camminare, il correre sono esercizi fisici, così si dicono Esercizi Spirituali ogni modo di preparare e disporre l'anima a togliere tutti gli affetti disordinati e, dopo averli tolti, a cercare e trovare la volontà di Dio nella disposizione della propria vita, per la salvezza della propria anima.

Il fine degli Esercizi è doppio: “vincere se stessi e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna propensione che sia disordinata”. Per Ignazio, uomo di contemplazione ma anche di azione, l’amore e le opere sono un tutt’uno. Perché l’amore si manifesta attraverso le opere, e le opere portano ad una continua purificazione che accresce l’amore. L’agire umano, condotto secondo la Volontà di Dio ogni volta desiderata e cercata, diventa il modo per crescere nella fedeltà alle mozioni dello Spirito. “Mirar è la parola spagnola che Ignazio usa di preferenza. Guardare il presente, e nel presente percepire il futuro possibile: guardare, ma con la sfumatura che l’etimologia della parola propone e che riempie lo sguardo di una «ammirazione» controllata. Guardare, per lui, è percepire quello che si presenta, ma è anche riflettere, valutare, lasciarsi interrogare; è, ancor più, pregare. Guardare il reale senza paura, ma anche senza illusione: guardarlo come lo guarda Dio, ma anche, e nello stesso tempo, come lo guardano gli uomini” (Maurice Giuliani).

E così, ogni istante della nostra vita vissuto con questa attenzione alla presenza di Dio e alla Sua Volontà su di noi, diventa bello perché pieno dell’Amore di Dio riconosciuto e accolto come grazia e acquista un valore che è eterno, perché speso per la gloria Sua e il bene delle anime. Quanto è importante, allora, soprattutto in questo tempo di vacanza e di riposo, approfittare per vivere anche solo qualche giorno di Esercizi spirituali, per imparare a mirare la nostra vita con gli occhi di Dio, per discernere quello che Dio ci chiede qui e ora, per far sì che sentimenti e volontà siano sempre più indirizzati ad amare davvero Dio e le creature in Lui!

 

in Evidenza

CALENDARIO EVENTI

Prossimi eventi

ADORAZIONE EUCARISTICA
Preghiamo per le vocazioni

PRIMO VENERDÌ DEL MESE
Voglio abbandonarmi nel Cuore di Gesù

DONA ORA

Con una piccola donazione puoi riaccendere la speranza di uomini, donne e bambini in Brasile e, anche in Italia...

Dona alla fondazione

La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria

ABBONATI ALLA RIVISTA |

NEWSLETTER

La newsletter è uno strumento per rimanere sempre in contatto con noi e per essere sempre aggiornati sulle principali attività della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria. Iscrivendoti riceverai gratuitamente notizie brevi, links ad articoli.

Pillole di SpiritualiTà

Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire, e sarete la sua lode, se vivrete bene. (Sant'Agostino)