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VERGINE MADRE

La DONNA che fece nascere la CHIESA e si chiamò MA-DONNA

di Mariastella Vanella    

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

     termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura

     nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò

di farsi sua fattura…

     «In Lei gli opposti coincidono; e ciò che apparentemente è contraddittorio trova collocazione»

Poeti, musicisti, artisti hanno celebrato, onorato e omaggiato la Madre di Nostro Signore; fiumi di inchiostro sono stati versati per scrivere poesie, poemi, libri su questa Donna, semplice nel suo essere speciale. Madre coraggiosa a oltranza, Maria è l’opera d’arte di Dio, il capolavoro meglio riuscito, la creatura che più Gli assomiglia, senza per questo essere Dio.

Una volta, pensavo che la Madonna "togliesse spazio" a Cristo: invece, al contrario, Ella ci aiuta a "prendere posto" accanto a Lui. La mia formazione cattolica è stata esclusivamente “postconciliare”, nel senso “limitante” e parziale con cui è talora inteso il termine; per molto tempo, ho vissuto il culto mariano con superficialità, dando alla Vergine Maria un’importanza solo marginale. La mia tiepidezza, nei confronti di Maria Santissima, non era disinteresse e sottovalutazione ma – lo dico col senno e la maturità di adesso – subii sulla mia pelle il cosiddetto “cristocentrismo”, che adombrava il ruolo e l’immagine della Madonna, capace della più tenera delle carezze, di quel tocco di Grazia che Lei, Mediatrice di tutte le Grazie, ci ottiene ed elargisce magistralmente, che tutto lenisce come balsamo prezioso. Lei è la mia Signora che merita di essere amata, come vuole del resto Gesù stesso per primo.

La giovane Miriam ha accettato con docilità la missione di diventare madre in modo inaspettato, fecondata dallo Spirito Santo: «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo».  La grandezza di Maria sta qui, nell’essere umile. Nel canto del Magnificat manifesta il suo stupore per lo sguardo che Dio volge all’umiltà della Sua serva. Anche lei è una “piccola”, nelle mani di Dio; e, riconoscendosi tale, prega il Padre, aspetta che Dio prenda in mano le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole. Lei attende pregando! Quando l’arcangelo Gabriele Le porta l’annuncio a Nazareth, Maria è in preghiera. Il Suo “ECCOMI” segue e precede tanti altri “eccomi”, tante altre obbedienze fiduciose, tante altre disponibilità alla volontà di Dio. Maria accompagna in preghiera tutta la vita di Gesù, fino alla Morte e alla Risurrezione. Maria prega con i discepoli che hanno vissuto lo scandalo della Croce; prega con Pietro, che ha ceduto alla paura. Maria prega con Giovanni, il prediletto. Prega con gli uomini e le donne che formeranno la Chiesa. La Chiesa è nata sotto una buona stella: è nata nel nome della Madre! Maria è Madre della Chiesa e ci invita a pregare seguendo il Suo esempio. E quale preghiera più completa, dedicata a Maria e a Suo Figlio, del Santo Rosario, che la Vergine a Fatima ha chiesto ai Pastorelli di recitare ogni giorno? Ha invitato a recitarlo tutti i giorni, con vera gioia devozionale – anche quando si è stanchi – come gioiosa penitenza verso la Regina, nei momenti più bui, per non sentirsi soli; e anche nei momenti più gioiosi, per esprimere a pieni polmoni la propria gratitudine.

Il cuore che palpita per Maria Santissima, palpiterà per Gesù, perché la Santa Madre a Lui ci conduce e ci insegna ad amarLo sempre di più.  La preghiera è “consegna”: significa affidare se stessi e le persone più care in mani più grandi, che consideriamo affidabili. Ricorda un po' quel gesto con cui gli adulti, in genere, proteggono i bambini: li prendono per mano, perché non si sentano soli, perché non vaghino, solitari, alla scoperta del mondo... I “grandi” sanno che, solo così, i bambini possono essere accompagnati nella loro crescita. La preghiera è affidarsi e fidarsi; ma, per poterci fidare di Lui, dobbiamo credere non solo che Egli possa fare la cosa migliore per noi, ma anche che Egli la farà nel momento migliore. Egli è il Dio delle mille possibilità: nonostante i nostri innumerevoli difetti, continua a darci l’opportunità di migliorare, si fida di noi molto di più di quanto noi ci fidiamo di Lui; di certo, MAI ci deluderà. Egli è il nostro amorevole Padre e la Beata Vergine è Colei che riesce a intercedere presso il Padre stesso.

Ci sono giornate nelle quali il papà non basta, oppure desta un po’ di timore. Sono quelli i giorni nei quali si va dalla mamma, le si parla sottovoce, le si chiede una cortesia: «Quando vedi che papà è meno nervoso, gli potresti dire tu questa cosa, per favore mamma?» La mamma sa come parlare al papà, perché il papà accoglie le richieste di una mamma, soprattutto se c'è di mezzo il destino di un figlio. Lei, la Ma-donna, è la più grande espressione di carità, che si manifesta donando amore in modo gratuito, insegnando a perdonare, invitando all’ascolto docile della Parola di Dio, affinché il nostro sguardo possa comprendere davvero chi è quel prossimo, di cui dobbiamo vivere la vicinanza. Occorre prendere consapevolezza di essere presenti a chi ci sta intorno, di riuscire a cogliere, nel silenzio, quel bisogno di sentirsi guardati come ci guarda Dio, anche solo per un istante. Magari, Lui è proprio lì, accanto a noi: e non ce ne siamo accorti!

Spesso, ci è chiesto meno di quanto fu chiesto al Samaritano, della Parabola: ci è richiesta un’opera buona, una testimonianza. Un’opera, è il contesto, nel quale si favorisce la testimonianza. Io vivo l’Opera di Birgi, nel Marsalese: qui si viene non per “arrampicarsi”, né per guadagnare soldi; no, ma per seguire le tracce di Maria, per dare testimonianza di Maria, per seminare testimonianza: nel silenzio, senza spiegazioni; con i gesti, con le opere. Impieghiamo le nostre energie perché la nostra Opera continui a essere un’Opera di testimonianza, una casa di testimonianza, per la gente che si avvicina, che ne sente parlare; una testimonianza di carità, come ci insegna la Madre di Nostro Signore e Mamma nostra. Con la consapevolezza che una mamma, anche se lascia la mano dei suoi bambini, tiene sempre per mano i loro cuori. Ovunque.

Sul calare del mese a Lei dedicato, rivolgiamole un saluto, un inchino, una preghiera, fosse solo per dirLe GRAZIE, prendendo in prestito una frase di un grande uomo, San Pio da Pietrelcina:

     "Ti saluto, o Maria. Saluta Gesù da parte mia"

 

 

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