Pillole di SpiritualiTà
Per le ferite d’amore non c’è medicina se non da parte di colui che ha causato la ferita. (San Giovanni della Croce)
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“Da te prese carne Dio e divenne Bambino Colui che è nostro Dio”
di P. Francesco Bamonte icms
Portando Gesù nel suo grembo, la Madonna portava in qualche modo racchiusa in sé la pienezza della divinità, quella grandezza e quella gloria che gli ampi confini dei cieli non possono contenere né cingere. Con il cuore pieno di gratitudine, di gioia e di amore ringraziava Dio di aver preso carne dalla sua carne, sangue dal suo sangue e lo adorava e lo custodiva nel suo grembo, considerando quel Bambino il dono più grande che mai creatura umana avesse ricevuto.
San Basilio, rivolgendosi alla Madonna, esclama: «In te si rallegra, o ricettacolo di grazia, ogni creatura, il coro degli Angeli e il genere umano. Tempio santificato e paradiso terrestre, gloria della Verginità. Da te prese carne Dio e divenne Bambino Colui che è nostro Dio, prima dei secoli. Egli fece del tuo grembo il suo trono e lo rese più vasto dei cieli».
Nonostante la Madonna sapesse chi fosse il Bambino che portava nel grembo, conservava una profondissima umiltà. Consapevole che quel dono inestimabile fatto a Lei era, per mezzo suo, un dono fatto a tutta l’umanità, lo ringraziava anche a nome di tutti gli uomini della terra.
La venerabile suor Maria di Gesù d’Agreda (1602-1665), nella celebre opera La mistica città di Dio, attribuisce alla Vergine queste parole: «Venite, avvicinatevi popoli tutti, lodate e magnificate il Signore che ha rinnovato le sue meraviglie. Venite senza timore perché tengo tra le mie mani, fatto Agnello, Colui che si chiama Leone; avvicinatevi per conseguire il riposo eterno, poiché io lo possiedo per tutti, vi sarà dato gratuitamente e ve lo comunicherò senza invidia».
Nel tempo della gravidanza, gratitudine, gioia e amore riempivano il cuore di Maria Santissima, insieme alla consapevolezza di portare in grembo la vittima divina. Ella conosceva le Sacre Scritture e ricordava quello che i Profeti dissero del Figlio di Dio, quando sarebbe venuto nel mondo. Per questo motivo, sin dal momento in cui pronunciò il suo «sì», si prese cura di Gesù con incomparabile amore, premura, riverenza e delicatezza.
«La sua unione con il Figlio nell'opera della Redenzione raggiunse il culmine sul Calvario, dove Gesù offrì se stesso quale vittima immacolata a Dio (Eb 9,14) e dove Maria stette presso la Croce (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata e offrendola anch'ella all'eterno Padre»[1].
Dal momento in cui la Vergine divenne la Madre di Dio fatto uomo, divenne anche Madre di tutto il Corpo mistico del Figlio, Capo e membra. Ella, pertanto, divenne anche Madre di tutta l’umanità e di ogni uomo, chiamato da Dio a giungere alla perfetta unione con lui, in Cristo.
Proprio perché il Figlio di Dio, facendosi carne, divenne anche Figlio di Maria, ogni uomo non solo diventa in Lui figlio di Dio, ma diventa in lui anche figlio della Vergine, come Gesù era ed è Figlio del Padre e della Vergine Santa. La Madonna, generando – per opera dello Spirito Santo – il Figlio, generò, in Lui, anche ciascuno di noi; e, nella misura in cui ogni uomo si apre alla sua azione materna, lasciando che Ella, nel suo ineffabile amore di madre, lo nutra, lo educhi e lo custodisca, le permette di imprimere in se stesso la fisionomia di Gesù, di portare nel suo cuore i sentimenti di Gesù, di riprodurre nella sua anima gli atteggiamenti di Gesù.
La devozione alla Madonna – che ha la sua massima espressione nella consacrazione a Lei e al suo Cuore immacolato -, se è da noi ben vissuta, permette a questa Madre di agire in profondità nella nostra vita e di operare in noi al massimo grado questa conformazione alla vita del Figlio, di arricchirci di tante e straordinarie grazie e di mettere in fuga, da noi e dagli altri, il Nemico del genere umano, il Maligno, che continuamente si ingegna per chiudere i cuori degli uomini alla grazia e all’amore misericordioso di Dio.
La Misericordia di Dio, che verrà elargita in misura sovrabbondante per mezzo del cuore della Madre della Misericordia, ci faccia, “abbondare nella speranza”, per poterla risvegliare in chi l’ha assopita e farla sorgere in chi non l’ha mai avuta.
La Madonna, Mater spei (Madre della speranza) et Mater veniae (Madre del perdono), ci accompagni incontro al Signore.
[1] Cfr. San Paolo VI, MARIALIS CULTUS, Esortazione apostolica, par. 20.
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