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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 11 luglio 2021 - ANNO B

La Parola di Dio commentata ogni settimana dai Servi e dalle Serve del Cuore Immacolato di Maria

 

Vangelo

 Prese a mandarli.

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-13)

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.


Parola del Signore

 

Spunti di riflessione

 

Il piano della Salvezza, presentato oggi dalla seconda lettura (Ef 1, 3-14), può servire come punto di partenza per la meditazione sul Vangelo proposto in questa domenica.

San Paolo risale alla chiamata eterna dei credenti alla salvezza, benedetti in Cristo e in Lui “scelti prima della creazione del mondo” (Ef 1, 4), predestinati da Dio “a essere per Lui figli adottivi” (Ef 1, 5). Questo grandioso disegno di misericordia si attua mediante Gesù Cristo: è il suo Sangue che redime gli uomini dal peccato e conferisce ad essi la ricchezza della sua grazia.  A noi viene richiesto di collaborare con la fede e l’impegno personale “per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità” (Ef 1, 4).

Nessuno può pensare che la chiamata alla salvezza, alla santità si esaurisca nell’attendere solo al proprio bene personale: questa non sarebbe più santità cristiana, la quale si realizza nella carità di Cristo, che ha dato la vita per la redenzione dell’umanità intera. Ogni cristiano, seguendo la propria vocazione, è tenuto a trasmettere agli altri il Vangelo della Salvezza e questo lo farà pienamente felice nella misura in cui saprà seguire Gesù, nella dimenticanza di sé e nell’accoglienza perseverante delle prove e anche della sofferenza. Così fecero coloro che Cristo chiamò e che gli furono fedeli fino alla morte, che per tutti fu un vero martirio d’amore, anche se non tutti morirono martiri.

Gli Apostoli, scelti dal Signore tra l’umile gente del popolo, sono stati fatti partecipi della sua missione e della sua autorità. “In quel tempo, Gesù chiamò a Sé i Dodici e prese a mandarli a due a due” (Mc 6, 7), dando ad essi l’incarico di predicare la conversione, di scacciare i demòni e di guarire gli infermi. Da loro Gesù esige un comportamento molto semplice e disinteressato: “E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche” (Mc 6, 8-9). In questa lista non vi è nulla che non sia strettamente necessario e non vi è l’ombra di una minima cura per il proprio sostentamento, ma è tutto un invito ad affidarsi invece alla provvidenza del Padre Celeste. Sarà Lui a occuparsi dei suoi missionari, mediante l’ospitalità, offerta da anime generose nei luoghi visitati.

Collaboratori di Colui che è venuto a evangelizzare i poveri, gli apostoli di tutti i tempi devono, come Lui, andare per le vie del mondo “poveri tra i poveri”, ricchi soltanto della vocazione ricevuta, della grazia e dello Spirito di Cristo (cfr. “Intimità divina” di p. Gabriele di S. M. Maddalena ocd).

Anche noi siamo stati chiamati: abbiamo percepito la chiamata a far parte del Movimento della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria attraverso circostanze e persone di cui il Signore e la Madonna si sono serviti, per farsi riconoscere presenti nella nostra vita.

Ciò che Loro ci chiedono si può riassumere nelle parole che l’Angelo del Portogallo disse ai tre Pastorelli, nell’estate del 1916: “I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo orazioni e sacrifici”. Essere consacrati nella Famiglia del Cuore Immacolato di Maria significa, quindi, entrare nel dinamismo di una donazione continua di sé a Dio e, per amor suo, agli altri. Solo affidandoci al Cuore Immacolato di Maria potremo realizzare pienamente questa donazione, perché la Santa Vergine - dedicandosi totalmente alla Persona e all’Opera del Figlio - non ha mai perduto niente di ciò che era e di ciò che aveva. Ella ci può guidare, meglio di qualunque altro, a consacrare tutta la nostra vita a Cristo Gesù.

Lei, che è stata la più perfetta discepola del Suo Figlio, Maestro e Signore, sia la nostra Maestra nel dire il nostro “sì” incondizionato al progetto di Dio su di noi.

 

 

 

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