Pillole di SpiritualiTà
Per l’anima si tratta non di conoscere qualcosa di Dio, ma di avere in sé Dio. (San Gregorio di Nissa)
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"Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita"
Vangelo
“Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21, 5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Spunti di riflessione
La parola di Gesù è vita e illumina il cuore del credente. Se gli permettiamo di calarsi nel nostro spirito, ci rivela il senso profondo anche delle pagine più “enigmatiche” del Vangelo.
Di interpretazione non facile, nonostante i molti dettagli forniti da Gesù stesso in questo discorso ai discepoli, il Vangelo di questa domenica ci offre una fotografia di tempi ed eventi nei quali il nostro mondo passa, è passato e passerà. Difatti, terremoti, carestie, pestilenze (o pandemia …) si susseguono di luogo in luogo ormai da decenni, anzi, da secoli. A queste catastrofi naturali possiamo aggiungere alluvioni, incendi, maremoti, per non parlare delle innumerevoli guerre e guerriglie che insanguinano ogni parte della terra.
Notiamo, però, come tutto questo sia preceduto, nel discorso di Gesù, da una guerra ancora più mirata verso i suoi seguaci, scatenata dagli avversari di ogni tempo della Chiesa: avversari politici, religiosi e persino provenienti dalla propria cerchia familiare. Il Signore esorta i suoi amici a prepararsi con un’unica arma: la Sua Parola, la Sua sapienza, la quale verrà data loro al momento opportuno, di modo che nessuno vi potrà resistere “né controbattere”. Tuttavia, la vittoria non sarà come umanamente ci aspetteremmo, dato che il Maestro stesso avverte: “uccideranno alcuni di voi”.
L’attesa è ciò che caratterizza la vita del credente da quando Gesù, asceso al cielo, ha promesso di tornare allo stesso modo con cui era stato visto andare via. Ogni giorno e ogni momento il cuore deve restare vigile e desto per riconoscerlo e accoglierlo: ma non basta. Occorre, pure, spirito di discernimento, perché in molti si presentano nel suo nome, per sfruttare il sentimento religioso che c’è in ogni uomo, e per trascinarlo, con l’inganno, altrove, lontano da Dio.
Proprio da questo Gesù mette seriamente in guardia: molti, infatti, si lasciano ingannare per l’ansia dell’attesa, ma anche per un’insaziabile curiosità, riguardo a eventi futuri. L’uomo è incline ad attaccarsi morbosamente a qualunque rivelazione che sappia di miracolistico, moltiplicando a volte pellegrinaggi e devozioni, correndo là, ovunque si parli di segni premonitori e soprannaturali. Ma, in questo modo, ci disperdiamo interiormente, intaccando quel genuino rapporto di pura e semplice fede sul quale costruire un’autentica vita evangelica, dal passo umile, lento, ma costante, capace anche di sopportare battute di arresto, ma di riprendere subito il cammino con piena fiducia.
Il secondo avvertimento che il Signore rivolge ai suoi discepoli è ancora più singolare ai nostri orecchi, dato che, pur annunciando guerre e rivoluzioni, invita a non terrorizzarsi, perché la fine non sarà dettata da questi dolorosi fatti. Dunque, Gesù sembra quasi dire che la “fine” sarà ancora peggiore di tutte le sciagure e i sollevamenti di popoli che la precederanno: ed è proprio quel misterioso evento che dobbiamo temere. Ma di quale fine parla il Signore? La vita, si sa, è una lotta continua, ma bisogna decidere contro chi e contro che cosa lottare, per sapere il valore della lotta che si intraprende: da questa, dipenderà anche il senso della fine.
Un cristiano, un credente, che decide di incamminarsi seriamente sulla strada tracciata dal Vangelo, darà guerra ai vizi, ai peccati, alle passioni e a tutte quelle miserie che intralciano il suo cammino: allora, la fine di questo duro percorso sarà una vittoria. Anzi, nulla sarà perduto di tutto ciò che avrà sacrificato per restare fedele all’invito del Signore, nemmeno “un capello”: ecco, quel sottile e quasi invisibile “capello”, quella piccolissima cosa fatta per il Signore, quella piccolissima rinuncia o fatica sopportata e amata per Lui, non andrà perduta.
La fine, dunque, arriverà e metterà in luce ogni cosa e ogni cosa sarà giudicata secondo il suo reale valore.
Il brano termina con l’assicurazione di Gesù: “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. È una promessa rivolta anche a tutti i credenti di oggi: a noi, che assistiamo, con non poco sgomento e turbamento, all’evolversi delle catastrofi umane e naturali, come se tutto il creato si stesse ribellando all’uomo che, per primo, si è ribellato a Dio.
È importante, quindi, non disperdersi in calcoli inutili, fatti più per evitare ciò che temiamo per la nostra vita corporale e terrena che per abbracciare, con più slancio e consapevolezza, ciò che ci rende invece pronti alla piena conformazione a Cristo.
In fondo, Gesù stesso, in un altro brano del Vangelo, rispondendo ai suoi discepoli sui tempi in cui tutte queste cose sarebbero accadute, dichiara che solo il Padre li conosce. Se fosse stato necessario alla nostra salvezza, certamente lo avrebbe rivelato. Ma, avendoci già dato tutto quello che ci occorre per salvarci e santificarci, rispondiamo al suo invito di amore, in attesa del ritorno dello Sposo; diamoci da fare per rendere le nostre anime sempre più belle e solidali con quanti non conoscono il Vangelo o fanno fatica a credere in un Dio Crocifisso, che immancabilmente tornerà, vittorioso, a liberare i suoi fratelli dalla morte e da ogni sofferenza.
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